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FIRENZE | Piazza Pitti e Piazza Santissima Annunziata | 13 luglio – 2 novembre 2020

Intervista a MATTEO LORENZELLI di Matteo Galbiati

Dopo la presentazione a Napoli nella centrale Piazza del Municipio avvenuta dallo scorso autunno a questa primavera, il branco di lupi di Liu Ruowang (1977) invade Piazza Pitti e Piazza Santissima Annunziata, due tra le più note e frequentate piazze storiche di Firenze. Sono un centinaio le grandi sculture che si “muovono” tra la curiosità e l’interessamento di cittadini e turisti attivando una riflessione sul comportamento umano rispetto all’ambiente e le sue risorse. Ci aiuta a scoprire il monumentale intervento dell’artista cinese, che rientra tra gli eventi ufficiali per le celebrazioni dei 50 anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese, Matteo Lorenzelli che, direttore della della storica galleria Lorenzelli Arte, ha già presentato nei suoi spazi milanesi le opere di Ruowang nel 2018:

Matteo Lorenzelli e Liu Ruowang a Napoli

In che circostanze hai conosciuto il lavoro di Liu Ruowang? Quando avete iniziato la vostra collaborazione?
Ho conosciuto Liu Ruowang attraverso un suo amico artista durante una visita nella mia galleria. C’eravamo riproposti di incontrarci in Cina per visitare il suo studio e per approfondire là questo nuovo rapporto, cosa che è potuta avvenire dopo sei mesi. In quell’occasione, vedendo la sua produzione, ho deciso di acquistare alcune opere e in seguito abbiamo iniziato a progettare una mostra in galleria che è stata realizzata nella primavera del 2018.

Cosa ti ha colpito della sua scultura? Cosa lo caratterizza e lo rende esclusivo rispetto altri artisti occidentali della sua generazione?
Del lavoro di Liu Ruowang, oltre la estrema precisione, mi hanno soprattutto colpito due caratteristiche fondamentali: la coralità e la dimensione. Ogni scultura non è a sé stante ma acquista incisività e forza, possiamo dire “funziona”, nel gruppo. La pluralità per Liu Ruowang è una necessità che diventa un linguaggio strutturale che supera il linguaggio scultoreo.

Liu Ruowang, Wolves coming to Florence, veduta dell’installazione (particolare), Piazza S.S. Annunziata, Firenze Courtesy l’artista e Lorenzelli Arte, Milano

Nei suoi lavori la dimensione monumentale è sempre presente, immagino non siano opere facili da proporre al collezionista italiano… Che interesse hai riscontrato?
Liu Ruowang ha una evidente propensione per le grandi dimensioni ed è indubbio che la monumentalità di un’opera ne possa rendere difficile la vendita. Ritengo, però, che non ci si debba lasciare intimorire e accettare invece questa sfida anche perché esistono grandi spazi  pubblici  parchi o aree urbane  dove collocare opere di questa grandezza e anche molti collezionisti amano allestire opere monumentali nei loro parchi.

Cosa caratterizza l’installazione di Wolves coming to Florence? Cosa raccontano i cento lupi?
L’installazione Wolves coming si presta a diverse interpretazioni. Una delle più comuni è quella, duplice, che fornisce anche Liu Ruowang e cioè l’idea della natura che si rivolta agli eccessi del progresso e, nel contempo, i lupi che operano sempre in branco, costituiscono la metafora della cooperazione, ovvero dell’impegno comune per la risoluzione dei problemi. Nelle opere di Liu Ruowang è sempre rappresentato questo dualismo: la natura che si ribella all’uomo che è rappresentato dal guerriero che si difende, e l’obiettivo comune che si ottiene lavorando in gruppo.

Liu Ruowang, Wolves coming to Naples, veduta dell’installazione (particolare), Piazza del Municipio, Napoli Courtesy l’artista e Lorenzelli Arte, Milano

In che misura si legano all’estetica dell’artista e alla sua ricerca? Quali tematiche toccano?
Questa installazione è frutto della produzione dell’ultimo decennio e va considerata a pieno titolo la sua maturità artistica. Il suo è stato un percorso originale collocato nel solco della tradizione cinese che amalgama elementi trasversali con aspetti peculiari della sua tradizione. Partendo dalla considerazione che la storia dell’uomo è anche la storia del suo rapporto con la natura, l’artista cinese attinge, da un lato, alla cultura del suo paese e dall’altro a quella occidentale e, attraverso richiami alla globalizzazione, rappresenta la moltiplicazione delle varie identità sia reali che virtuali. La dimensione filosofica di Liu Ruowang è anche una vera e propria denuncia dei rischi provocati dalla perdita dei valori umani, mortificati dal sistema oppressivo della vita contemporanea, teatro di dolore e violenza.

Perché la scelta è ricaduta su Napoli e Firenze?
La scelta in prima battuta è caduta su Napoli  città bellissima e solare, culla di civiltà particolarmente amata da Liu Ruowang  che si è dimostrata molto ricettiva attraverso il suo sindaco Luigi de Magistris e l’ex assessore Nino Daniele dandoci la disponibilità dall’inizio. Siamo poi approdati a Firenze, città simbolo della storia dell’arte italiana, e tramite il sindaco Dario Nardella insieme all’assessore Tommaso Sacchi e quindi, con la collaborazione del direttore degli Uffizi Eike Schmidt, l’installazione è stata distribuita in due location di prestigio, Piazza Pitti e Piazza Santissima Annunziata, dove fronteggiano due edifici emblematici del Rinascimento fiorentino Palazzo Pitti e lo Spedale degli Innocenti.

Liu Ruowang, Wolves coming to Florence, veduta dell’installazione (particolare), Piazza Pitti, Firenze Courtesy l’artista e Lorenzelli Arte, Milano

A Firenze hai avuto l’appoggio importante della Galleria degli Uffizi: un sostegno non scontato per un progetto di arte contemporanea…
Credo che sia un ottimo segno che anche gli Uffizi si aprano all’arte moderna e contemporanea. Poi come sempre si creano delle diatribe. E finché la discussione è sana, è sicuramente costruttiva.

Potrebbe esserci anche un Wolves coming to Milan?
Per il momento non è in programma di portare Wolves coming a Milano, però mai dire mai…

Quali sono i prossimi progetti che ti vedono impegnato come gallerista e quali, nello specifico, con Liu Ruowang?
Vorrei che la galleria fosse vista non solo come luogo di commercio, ma soprattutto come luogo di contatto e di discussione. Quindi i miei progetti per il prossimo anno verteranno sulla riscoperta di maestri dimenticati o non giustamente valorizzati e la proposta di giovani artisti. Per quanto riguarda Liu Ruowang so che lui ha in programma alcune importanti mostre in Cina. Purtroppo le misure restrittive dovute alla crisi sanitaria ci impediscono di incontrarci per festeggiare l’evento di Firenze e i suoi successi cinesi. Sicuramente c’è ancora molto da fare e questo non mi spaventa sicuramente.

Liu Ruowang. Wolves coming to Florence
a cura di Matteo Lorenzelli
in occasione dei 50 anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Popolare Cinese
in collaborazione con Gallerie degli Uffizi e Comune di Firenze

13 luglio 2 novembre 2020

Piazza Pitti e Piazza Santissima Annunziata
Firenze

Info: www.comune.fi.it
www.lorenzelliarte.com

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