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AREZZO | Palazzo Lambardi | Fino al 29 settembre 2016

Non poteva essere più suggestivo e scenografico lo spazio che accoglie la mostra The sugar tales quale quello offerto dagli antichi ambienti di Palazzo Lambardi nel pieno centro storico di Arezzo: nelle sale che anticamente erano aree termali di una lussuosa domus romana del I sec d.C., infatti, magistralmente si inseriscono e dialogano tra loro le opere di Fausto Melotti (1901-1986) accanto a quelle dei due giovani artisti, i cui curricula vantano importanti esperienze internazionali, Gianni Moretti (1978) e Andrea Mori (1977).

Andrea Mori, Errando 16 giorni Laverna Poggiobustone, 2007, 1 mappa emozionale, 16 cornici contenti campioni vegetali, dimensioni variabili

Andrea Mori, Errando 16 giorni Laverna Poggiobustone, 2007, 1 mappa emozionale, 16 cornici contenti campioni vegetali, dimensioni variabili

Il centro della mostra ruota attorno ad un nucleo davvero significativo di ceramiche di Melotti appartenenti alla sua produzione degli anni Cinquanta: capolavori come il Vaso Pavone o il superlativo Cavallino rosso (1955) raccontano l’estro creativo e l’inventiva del maestro in cui mette in luce la poeticità leggera e musicale delle sue linee sinuose e fuggenti. L’eleganza del suo segno, del timbro cromatico e la misura delle proporzioni sono elementi che trasformano letteralmente la ceramica smaltata: Melotti sa, infatti, rendere la terra leggera e senza peso, caricandola di luminescenze e di freschezza che ne hanno reso unica la sua impronta artistica. L’incomparabile modellazione rende la rigidità della ceramica ariosa e delicata in cui la misura della cromìa ne accentua il carattere peculiare.
La leggerezza e la fragilità di matrice melottiana, sono il predicato con cui si esprimono anche i lavori di Gianni Moretti che, ricavati da carte leggere, veline semitrasparenti e friabili (nel caso di Studi per la biblioteca di ghiaccio e di sale del 2016) o nella perfezione della formalmente curata delle plastiche (L’albero di miele del 2014), accolgono l’immagine come un’apparizione. Emergendo da imponderabili ed invisibili dimensioni, Moretti cattura memorie lontane, sepolte e quasi scordate, e le riporta ad affiorare da un abisso di ombra cui si manifestano bramando alla loro verità. Un lavoro creato appositamente per il luogo (l’installazione site specific nell’ultima sala) riprende la storia della città di Arezzo e, riportandone l’antico perimetro murario, propone una riflessione sul concetto della difesa.

Gianni Moretti, Studi per la biblioteca di ghiaccio e di sale, 2016, xerografia e stampa monotipo su carta velna, cinque elementi, 50x75 cm ciascuno

Gianni Moretti, Studi per la biblioteca di ghiaccio e di sale, 2016, xerografia e stampa monotipo su carta velna, cinque elementi, 50×75 cm ciascuno

Andrea Mori, in maniera analoga, si rivolge al territorio aretino e alla sua natura: le necessità narrative del luogo si percepiscono nel lavoro intitolato Errando 16 giorni da Laverna a Poggiobustone (2007) in cui costruisce una sorta di mappa-itinerario dell’ambiente vissuto. Qui, attraverso sedici quadri che incorniciano campioni vegetali e organici raccolti durante il suo viaggio, Mori consegna allo spettatore l’immaginario emotivo del territorio in cui ci si trova, infondendo la suggestione di sensazioni percettive-sensoriali, storiche e naturalistiche.

Fausto Melotti, Gianni Moretti, Andrea Mori. The sugar tales
a cura di Fabio Migliorati e Ilaria Despina Bozzi
in collaborazione con Montrasio Arte e Repetto Gallery
con il Patrocinio della Provincia di Arezzo 

Fino al 29 settembre 2016 

Palazzo Lambardi
Corso Italia 60, Arezzo 

Orario: da martedì a sabato 11.00-13.00 e 16.00-20.00
Ingresso libero 

Info: Montrasio Arte
via Carlo Alberto 40 • 20900 Monza
+39 039321770
montrasio@montrasioarte.com

via di Porta Tenaglia 1 • 20121 Milano
+39 02878448
milano@montrasioarte.com
www.montrasioarte.com 

Repetto Gallery
23 Bruton Street • London W1J6QF
+ 44 (0)2074954320
info@repettogallery.com
www.repettogallery.com

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