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REGGIO EMILIA | SEDI VARIE | 21 MAGGIO – 4 LUGLIO 2021

Intervista a DAVIDE ZANICHELLI di Chiara Serri

Ad un mese esatto dall’apertura ufficiale di Fotografia Europea e in prossimità del weekend del 18, 19 e 20 giugno, che porterà a Reggio Emilia artisti, curatori, fotografi ed esperti del settore con un ricco programma di talk, conferenze, presentazioni, workshop e visite guidate, incontriamo il direttore della Fondazione Palazzo Magnani, Davide Zanichelli, per fare il punto sull’andamento del Festival, sulle proposte e sulle novità messe in campo per rendere le mostre e gli eventi accessibili a tutti, online e in presenza.

Davide Zanichelli, direttore Fondazione Palazzo Magnani

Dopo la cancellazione dell’edizione 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, avete ripensato e rimodulato il Festival per garantirne un’ampia fruizione. Quali sono le principali novità?
Il 2020 ha colto tutti impreparati ma il 2021 no. Fin dallo scorso ottobre, quando ancora non si intravedeva una soluzione allo stato di emergenza, abbiamo iniziato a progettare l’edizione 2021 su diversi livelli, pronti a tutto pur di riuscire a garantire una rassegna di qualità. Ci siamo mossi principalmente su due binari: l’utilizzo di spazi aperti e il potenziamento dell’offerta digitale. Per fortuna la situazione è progressivamente migliorata e dalle diverse ipotesi è emersa una modalità ibrida che conserva il buono di ognuna. Abbiamo così ottenuto un Festival con 18 mostre nelle sedi canoniche, 7 “open air” in strade, piazze e luoghi pubblici della città, un calendario di incontri con autori, curatori e ospiti in presenza e trasmesso live sulle nostre piattaforme digitali. La forma ibrida penso sarà uno dei “lasciti” permanenti più interessanti di questo periodo drammatico.

Fotografia Europea 2021, Chiostri di San Pietro. Ph Melissa Iannace

Dopo gli eventi digitali, finalmente il weekend del 18, 19 e 20 giugno sarà animato da una serie di talk, convegni, conferenze, workshop e visite guidate in presenza. Quali saranno i principali appuntamenti?
Abbiamo tre giornate articolate in tre spazi: il Chiostro grande in cui ospiteremo gli incontri sui progetti di maggior richiamo di pubblico (la produzione di Joan Fontcuberta, quella di Alex Majoli per i Teatri, il dialogo su Luigi Ghirri); nei locali del Laboratorio Aperto a fianco dei Chiostri si alterneranno molti dei protagonisti di quest’anno con i rispettivi curatori; alla Cavallerizza si terranno due incontri tra fotografi, curatori, architetti e urbanisti (attesi Mario Cucinella e Maurizio Carta) nell’ambito del progetto RESET – Sistema Festival Fotografia racconta la società contemporanea, vincitore del bando MIC Strategia Fotografia 2020, che vede lavorare insieme i principali festival di fotografia italiani (Reggio Emilia, Savignano sul Rubicone, Lodi, Cortona, Lucca). Infine, due performance live di Sophie Whettnall, artista ospite, che produrrà un site-specific durante il normale movimento del pubblico. Sarà una bella sorpresa che faremo ai visitatori.

Sophie Whettnall, Brainstorming, video projection, 7’07”, 2009

Tra le novità dell’edizione 2021, sempre nell’ottica di un’ampia fruibilità, ci sono le mostre “open air”…
Abbiamo “sfidato” i curatori, gli autori e i nostri architetti a interpretare determinati luoghi aperti, esposti alle intemperie, alla interazione con il normale pubblico di una città, in situazioni non sempre di facile approccio. Sono uscite proposte sorprendenti e di grande effetto. Penso, ad esempio, al grande cedro del Libano nel Parco del Popolo dove sono stati appesi gli scatti di Jeff Mermelstein, le affissioni di Alex Majoli in sottopassi o edicole dismesse, gli scatti “infernali” di Antoine D’Agata che di sera si accendono e sembrano lingue di fuoco che escono dalle finestre aperte di una casa del centro storico.

#nyc, 2017-2020 © Jeff Mermelstein. Installation view, Parco del Popolo. Ph. Melissa Iannace

Altra novità è data dal team curatoriale – accanto a Walter Guadagnini si sono aggiunti Diane Dufour e Tim Clark – e dalla presenza di una artista ospite, Sophie Whettnall, che con il suo Universo dentro accoglie i visitatori ai Chiostri di San Pietro. Un percorso verso una ulteriore apertura ed internazionalizzazione?
Quest’anno, a maggior ragione dopo quanto ha coinvolto tutto il pianeta, abbiamo pensato fosse necessario ampliare gli sguardi, sia coinvolgendo curatori internazionali sia introducendo la presenza di un’artista ospite che potesse esplorare il linguaggio fotografico in una delle sue estreme metamorfosi, quando cioè scompare il supporto e rimane solo la materia prima: immaginario e luce. Sophie Whettnall, con la cura di Carine Fol della CENTRALE for Contemporary Art di Bruxelles (con cui abbiamo iniziato un programma di scambio che ci vedrà nella capitale belga a dicembre con una nostra produzione) ha interpretato gli spazi dei Chiostri in maniera eccezionale, a partire dall’installazione site-specific del Chiostro piccolo (la più instagrammata, ad oggi), fino alle sette sale del piano terra. Dopo aver esplorato il rapporto vivo tra danza, corpo e immagine, nell’edizione di quest’anno mescoliamo ulteriormente i linguaggi e i media con un’artista visiva contemporanea.

Donovan Wylie, OP 1 Kandahar Province, Afganistan 2010. From The Tower Series

Ad un mese dall’inaugurazione ufficiale di Fotografia Europea è possibile fare una valutazione generale sull’andamento del festival, sia in termini numerici che in termini di risposta da parte del pubblico e della città? C’è voglia di tornare al museo?
La città ha risposto molto bene, così come abbiamo registrato un progressivo avvicinamento del pubblico proveniente da altre regioni. Piano piano le persone si stanno riappropriando degli spazi e dei tempi della cultura, anche se siamo lontani, circa la metà, dai numeri delle edizioni pre-covid. Siamo tuttavia molto contenti, sia della qualità delle proposte artistiche, sia delle presenze che certamente aumenteranno nel weekend degli eventi, quasi tutti sold-out.

@ Joan Fontcuberta

Un anno di pausa forzata e il ripensamento generale delle priorità hanno influito sulle scelte dei curatori e dello staff di Fotografia Europea? Il riferimento a Rodari può essere considerato anche come un invito a guardare oltre?
I curatori hanno accolto con entusiasmo la proposta del Comitato Scientifico della Fondazione di lavorare sulla frase di Rodari. Lo scorso anno avremmo avuto un Festival incentrato sulla Fantasia. Abbiamo pensato che fosse necessario spingersi un po’ oltre e l’appello, con punto esclamativo finale, a fare largo ai sognatori – in quanto “uomini che sognano” – è un modo per interrogarci su quali sogni siamo in grado di sognare oggi: sono sogni o incubi? Sono un tuffo nell’ignoto pieno di fiducia come negli scatti di Meeks, oppure un orizzonte desolato dove, forse, un giorno potrebbe spuntare una minaccia come nel progetto di Wylie? Un grande sogno collettivo e meraviglioso come suggerisce Fontcuberta o il teatro di ombre infernali di D’Agata?

Installation view True Fictions – Ai confini della realtà, Palazzo Magnani. Courtesy Laura Ligabue

Fotografia Europea 2021
Sulla Luna e sulla Terra / Fate largo ai sognatori!
Direzione artistica: Walter Guadagnini, Diane Dufour, Tim Clark

Sedi varie, Reggio Emilia

21 maggio – 4 luglio 2021

18-19-20 giugno 2021
Tre giorni di mostre, incontri con l’artista, conferenze, eventi

Promotori: Fondazione Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia
Con il contributo di Regione Emilia-Romagna

Info: www.fotografiaeuropea.it

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