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Autore: ITALO ZANNIER
Titolo: SEMBIANZE. La fotografia tra realtà e apparenza
A cura di: Roberto Maggiori

Formato: 210×300 mm
Pagine: 136
Illustrazioni: 143  b/n e colori

Lingua: Italiano
Prezzo: 32,00 euro
Edizione: Editrice Quinlan, Bologna 2011
ISBN 978-88-903232-8-7

Italo Zannier Dal 1952 si è dedicato alla fotografia e dal 1954 alla storia della fotografia. Tra i fondatori del Gruppo friulano per una Nuova Fotografia, come fotografo si è interessato a ricerche sociologiche e ambientali. Impegnato nell’insegnamento universitario dal 1971, ha collaborato con diverse riviste e ha curato i periodici “Fotologia” e “Fotostorica”. Insignito di varie onoreficenze, è membro della Société Européenne d’historie de la photographie e ha ricevuto nel 2004 la laurea honoris causa in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Udine. Ha collaborato a diverse esposizioni internazionali, tra le quali: Paesaggio mediterraneo, Siviglia, Expo, 1992; The Italian metamorphosis, New York, Guggenheim Museum, 1994; L’io e il suo doppio. Cent’anni di ritratto fotografico
in Italia, Venezia, Biennale, 1995; Il furore delle immagini Dall’Archivio di Italo Zannier, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 2010; è inoltre responsabile della sezione fotografica del Padiglione Italia della 54esima Biennale d’Arte di Venezia (2011). Tra i numerosi saggi pubblicati ricordiamo: Breve storia della fotografia (1961); Storia e tecnica della fotografia (1982); Storia della fotografia italiana (1986); L’occhio della fotografia (1988); Architettura e fotografia (1991); Il sogno della fotografia (2006); Alle origini della fotografia scientifica (2008).

Zannier si sofferma su autori storicizzati e contemporanei che hanno prodotto immagini esemplari nel rappresentare l’ambiguità della realtà tradotta fotograficamente. Le numerose illustrazioni, di generose dimensioni e ottima qualità di stampa, sono accompagnate da brevi testi che, con tono discorsivo e intento divulgativo, sottolineano come la componente mistificatoria dello strumento fotografico, oggi palesata dalla tecnologia digitale, fosse in verità una parte costitutiva del medium, già presente nella fotografia analogica. Le immagini che iniziano questo “racconto”, partono così dagli esperimenti dei “padri fondatori”: dalla prima storica eliografia realizzata da Niépce nel 1826, al “fantasmatico” dagherrotipo Le Boulevard du Temple di Daguerre; dalla finta istantanea dei Woodcutters di Talbot, all’Autoportrait en noyé del protoperformer Bayard; per continuare a oltranza con numerosi altri esempi succedutesi nei decenni, come le manifeste fotocomposite di Henry Peach Robinson, le Verifiche di Ugo Mulas, i travestimenti di Cindy Sherman, le photoshoppate di Jeff Wall e via discorrendo…

LEGGI L’INTERVISTA DI ALBERTO ZANCHETTA A ROBERTO MAGGIORI

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