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VIMERCATE (MB) | heart pulsazioni culturali | 15 settembre – 14 ottobre 2019

Intervista a SIMONA BARTOLENA di Matteo Galbiati

L’onirica narrazione per immagini di Francesca Della Toffola (1973) è protagonista di una ricca mostra – con un allestimento appositamente pensato – presso l’Associazione heart di Vimercate (MB). Qui si incontra un’ampia selezione degli scatti dell’artista che porta la “manipolazione” fotografica a sfiorare l’eleganza di una pittoricità unica e caratteristica, specifica del suo linguaggio e del carattere della sua estetica figurale. Ci introduce a questa esposizione e approfondisce con noi la ricerca di Della Toffola Simona Bartolena, curatrice dello spazio brianzolo sempre attivissimo in proposte culturali di grande qualità e di rilevante importanza critico-artistica:

Come è nata questa mostra che vede diverse collaborazioni e partecipazioni in termini organizzative e di critici?
Collaboro da tempo con Francesca Della Toffola: è stata presente con i suoi lavori in numerose mostre collettive da me curate. Armando Fettolini ed io abbiamo in mente un progetto preciso nella direzione scientifica della sezione arti visive dell’Associazione heart: desideriamo che le mostre che si succedono nello Spazio siano coerenti con il percorso condotto fino ad ora dall’associazione e siano i “mattoni” di quell’ideale culturale che heart cerca di portare avanti ormai da più di dieci anni. Ogni settembre dedichiamo uno spazio a un artista emergente di indubbio interesse la cui opera intendiamo promuovere e far approfondire ai nostri utenti. Quest’anno non abbiamo avuto dubbi su Francesca (per la quale avevo da poco curato altre mostre e scritto un testo per il suo libro), che ha accettato con grande entusiasmo. Abbiamo curato a due mani la mostra, mettendo anche qualcosa di nostro nella modalità espositiva delle opere dell’artista (come ad esempio la presenza del manto erboso che copre il pavimento dell’aula principale dello spazio heart, ospitando le Sfere: un’idea decisamente vincente di Armando, sempre bravo ad astrarsi dal proprio ruolo di artista per mettersi al servizio dei colleghi come curatore). La collaborazione con Sabina Melesi, gallerista di riferimento di Francesca, è venuta da sé, dato il rapporto che già avevamo con lei. Una graditissima sorpresa è stato l’intervento di Bonomi, presente sia alla conferenza di presentazione del bellissimo volume di Francesca, vincitore del premio Hemingway, che, come ospite, all’inaugurazione allo Spazio heart.

Francesca Della Toffola. Eccolo Narciso spaventato specchiarsi nella luce, veduta della mostra, Spazio heart pulsazioni culturali, Vimercate (MB) Foto Giudicianni&Biffi

Quali sono i tratti peculiari della ricerca di Francesca Della Toffola?
La sincerità, innanzi tutto. L’opera di Francesca è un lungo e toccante racconto privato che diventa universale. Francesca è quello che narra nelle sue immagini. La sua forza, la sua fragilità, la sua limpidezza, la sua carica poetica, il suo mondo… c’è tutto in quelle immagini, che sono molto più di un semplice autoritratto. Sono opere dai molteplici piani di lettura, che vanno da quello letterario (come non pensare a Ofelia, a Narciso, alle parole di Antonia Pozzi, di Zanzotto… guardando i suoi scatti) a quello privatissimo del proprio intimo quotidiano. E poi la tecnica: questo uso pittorico del fotomontaggio, quell’impiego svelato, ma meditato e intelligentissimo di Photoshop che diventa la sua arma più potente, che crea immagini al contempo reali e immaginifiche. Immagini che colpiscono subito lo sguardo di tutti, evocando situazioni, sensazioni, visioni che ci sono famigliari e che ciascuno sente vicine.

In cosa è contemporanea, quale indirizzo ci dà con la sua estetica?
In un’epoca in cui si crede l’immagine protagonista solo perché se ne fa un uso bulimico attraverso i social media, c’è bisogno di una riflessione seria sul potere della fotografia e sulla sua capacità narrativa. In ogni opera di Francesca c’è un mondo, il suo, che diventa patrimonio di tutti, dal privato diventa universale. E l’arte a mio avviso dovrebbe essere sempre universale. Francesca si sposta raramente dal suo giardino, dalla sua casa, ritrae sempre gli stessi luoghi, ritrae sempre se stessa… eppure in quel piccolo mondo manda messaggi profondi e degni di ascolto. Lo fa senza gridare, senza violenza, senza arroganza, senza provocazione. In una società come quella odierna trovo siano considerazioni con da poco.

Francesca Della Toffola, Pelle a pelle crepa, 2006 © Francesca Della Toffola

Quale narrazione presenta in Eccolo Narciso spaventato specchiarsi nella luce?
Il titolo l’ha scelto Francesca. Non è un titolo facile. Per me che sono per l’essenzialità, poi, è stato un duro colpo! Ma aveva ragione lei. Nella mostra l’artista si racconta. Dalle Black Lines (nelle quali la sua figura interagisce con spazi architettonici, spesso rivelandosi solo con un dettaglio anatomico), si giunge all’ultimo progetto, gli Accerchiati incanti, protagonista del libro che le ha fatto vincere l’Hemingway. Negli Accerchiati si respira quel clima vagamente “preraffaellita”, ma al contempo sereno e di estatica fusione con la natura che prevale nei suoi ultimi lavori. Abbiamo scelto una narrazione divisa in due: al piano rialzato i lavori precedenti, nei quali prevale il formato rettangolare. Nell’aula principale trionfa, invece, la forma circolare e sferica degli Accerchiati incanti, che accompagna il visitatore in un mondo incantato.

Perchè si spaventa Narciso?
Questo dovremmo chiederlo a Francesca Della Toffola. Si spaventa ammirando se stesso? Si spaventa esplorando le profondità del proprio pensiero? O incontrando le proprie paure? Il corpo di Francesca si fonde con il paesaggio naturale o artificiale, diventa una cosa sola con lui. Si fa immateriale, un corpo poetico. Narciso forse ha paura di svelarsi o ha paura di ciò che ha visto dentro o fuori da sè? Quello di Francesca è un racconto talmente intimo che sfugge come il riflesso di sé di Narciso.

Francesca Della Toffola. Eccolo Narciso spaventato specchiarsi nella luce, veduta della mostra, Spazio heart pulsazioni culturali, Vimercate (MB) Foto Giudicianni&Biffi

Narciso lo siamo un po’ tutti noi oggi con i selfie, la proliferazione dei social, delle community, …
Esatto: sì lo siamo, ma con una superficialità imbarazzante. Brutalizziamo le immagini degnandole di sguardi velocissimi… a volte di non sguardi. Francesca/Narciso in un certo senso ci invita a osservare/osservarci meglio. A specchiarci davvero, abbandonando la noncuranza e la finzione di un selfie.

Con che occhi deve visitare la mostra un qualsiasi spettatore? Servono chiavi di lettura particolari o ci sono solo indicazioni o suggerimenti che ti senti di dare?
No. Credo che la mostra sia molto comprensibile. C’è un breve testo di presentazione in mostra che può offrire una traccia al visitatore. Ma uno dei punti di forza dell’opera di Francesca è proprio la sua immediatezza. Dopo anni di mostre allo Spazio heart ormai ho imparato a capire gli artisti che “arrivano” e quelli che fanno fatica a farsi comprendere. Il pubblico di heart è molto preparato ma anche molto esigente. I giudizi sulla mostra questa volta sono univoci: un’empatia immediata!

Come si inserisce questa mostra nella vostra programmazione?
Come dicevo, heart cerca di seguire un progetto coerente. Di solito alterniamo mostre di artisti emergenti molto selezionati a mostre collettive su temi specifici a personali di artisti storicizzati, insistendo soprattutto sui protagonisti della scena milanese degli anni Sessanta. Siamo nati intorno a progetti quali Brianza: terra d’artisti e non abbiamo voluto abbandonare del tutto questo indirizzo. Da cinque anni a “dirigere” con me c’è anche Armando Fettolini, che gioca un ruolo fondamentale nelle scelte e nella preparazione delle mostre. Ci compensiamo perfettamente nelle conoscenze e nei ruoli, e questo facilita molto l’elaborazione dei progetti. Con lui ho fondato Ponte43, che è una costola di heart che si opera anche fuori dall’associazione. Ogni settembre apriamo con un’artista emergente, che a nostro avviso meriti e abbia la “struttura” per affrontare una personale. La scelta di Francesca ha avuto ancora più senso perché si è inserita anche in un progetto sui generi iconografici delle arti visive su cui heart lavorerà nei prossimi mesi. Un’occasione per ragionare sull’autoritratto!

Francesca Della Toffola, Pesce azzurro, 2018 © Francesca Della Toffola

Prossimi progetti di Heart?
Il progetto che citavo sui Temi dell’arte, appunto. Esistono ancora i generi iconografici? Cosa significano oggi? Cos’è il paesaggio? E l’arte sacra? E la natura morta? Cosa sono diventati? Saranno sette mostre collettive monotematiche in altrettanti spazi pubblici e privati del territorio. Il progetto occuperà la programmazione di heart fino a giugno del 2020. Ma intanto ci saranno altre mostre presso il nostro Spazio: a fine ottobre Jiří Kolář, una mostra a cui tengo moltissimo. Poi Elena Mezzadra. In primavera dovremmo avere Piero Gilardi, con un progetto sull’ambiente degno di nota. E non mancheranno le esplorazioni tra i giovani artisti da scoprire, previste, come sempre, per i mesi estivi.
E poi ci sono i corsi, le conferenze, gli incontri… Tutti gli eventi che mese dopo mese heart organizza, grazie alla passione dei suoi soci fondatori che lavorano alla realizzazione di tutto ciò che ruota intorno alle mostre d’arte.

Francesca Della Toffola. Eccolo Narciso spaventato specchiarsi nella luce
a cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini
monografia sull’artista, con testi di Italo Zannier, Arno Rafael Minkkinen, Giorgio Bonomi e Simona Bartolena   

15 settembre – 14 ottobre 2019

heart pulsazioni culturali
Via Manin 2 angolo Via Trezzo, Vimercate (MB)

Orari: sabato e domenica 16.00-19.00

Info: +39 366 2281208
info@associazioneheart.it
www.associazioneheart.it

Guida d’eccezione per la mostra:
https://bit.ly/2krt2gf

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