Intervista a CATERINA GUALCO di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Arrivati alla cinquantesima stagione con la Galleria UnimediaModern, e costretti a chiudere temporaneamente lo spazio nel centro storico genovese per l’emergenza del Coronavirus, non ci siamo persi d’animo.
Abbiamo pensato che l’arte non può aspettare, e neanche rimanere ferma, soprattutto in un momento come questo, così abbiamo deciso di fare smart working, di organizzare mostre per il web, e precisamente sulla nostra pagina Facebook, per far conoscere i nostri numerosi artisti con eventi digitali, all’inizio abbastanza modesti e poi, sempre più ampi, man mano che aumentava l’interesse del pubblico.
Il progetto è partito il 12 marzo e lo abbiamo chiamato “UnimediaModern, virtuosa e virtuale, perché i pensieri volgano alla speranza”, citando il grande Leonardo, e se lo spazio di Palazzo Squarciafico era chiuso, come si poteva vedere dalla foto del grande portone sbarrato, la cultura non si arrendeva. Dal 13 marzo, ogni giorno, abbiamo presentato un artista di UnimediaModern con una mostra personale virtuale, un insieme di informazioni e di immagini, ovvero di foto delle loro opere. Con grande soddisfazione posso dire che il pubblico che ci sta seguendo sul web è numeroso, non solo italiano, interagisce bene, arrivano tanti like e commenti, anche domande a cui rispondo sempre. Ho cercato di creare la stessa atmosfera delle nostre inaugurazioni che si facevano in galleria.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Sto facendo virtualmente la mia stagione ideale, tratto Facebook esattamente come uno spazio reale e devo dire che riesco a fare queste mostre anche grazie al mio archivio, abbastanza ordinato, con circa 200 artisti con cui ho lavorato da 50 anni, e per celebrare questa data, mezzo secolo di storia dell’arte contemporanea, ho fatto un’offerta di donazione al Comune di Genova e al Museo di Villa Croce proprio di questo archivio, un’operazione seguita e caldeggiata dall’Assessore alla Cultura Barbara Grosso. A settembre avrò una location, o meglio una scrivania, a Villa Croce, ma solo per seguire il mio archivio e per metterlo a disposizione del museo. Nel frattempo in galleria abbiamo inaugurato dopo Mauro Panichella (mostra interrotta dal lockdown), la personale di Armida Gandini presentata in occasione dell’evento Focus Genova. Arte in centro – ARTEAM CUP 2020. La mostra prevede l’esposizione di due recenti progetti dell’artista, il video Pulses e le sculture vitree Gustose e Dolcissime, in stretto dialogo “le une come fonte scaturite dall’altro”. Pulses rielabora il dettaglio della Madonna piangente del Trittico dei sette sacramenti di Rogier van der Weyden e persegue l’obiettivo di enfatizzare la luminosità dei riverberi delle 8 lacrime che scorrono sul suo viso: la luce, intermittente come se mossa da pulsazioni irregolari, evoca una costellazione sul viso della Vergine.
Il gruppo scultoreo – 8 pezzi in vetro pieno realizzati presso la vetreria Zanetti di Murano – si è sviluppato in seguito come la materializzazione delle lacrime che scorrono nel tempo. Goccia dopo goccia, si concretizzano per accrescimento concentrico trasformandosi in volumi plastici nello spazio. L’installazione che ne deriva invita a riflettere sul concetto di post-produzione, sulla struttura dell’immagine e sul ruolo della luce nei processi percettivi.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Io sono Caterina Gualco, lo ero prima del Covid-19, lo sono stata durante il periodo di isolamento e credo che continuerò a esserlo finché sarò… da queste parti!!!