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Intervista a PIETRO GAGLIARDI di Livia Savorelli

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il lockdown, conseguente alla crisi pandemica del Covid-19, è arrivato dopo un lungo periodo di disinteresse sia da parte del pubblico che da parte delle istituzioni verso il mondo dell’arte, in particolare dell’arte contemporanea. In un certo senso eravamo già chiusi in una stanza, noi galleristi e anche gli artisti, senza pericolo alcuno che il virus del collezionismo contagiasse i nostri bilanci.
Paradossalmente si potrebbe dire che la disastrosa pandemia con le inevitabili restrizioni di movimento, ha contribuito ad assolvere ciascuno di noi, liberandoci temporaneamente dall’incubo che la desertificazione incalzante delle gallerie fosse da mettere in connessione alle nostre insufficienze.
Il primo pensiero è stato che ci si sarebbe dovuti proiettare sul WEB. Originale, pensi. E in fondo alcune cose le stavi già facendo. Poi scopri che lo fanno tutti e meglio di te.
Abbiamo, con cadenza settimanale, inviato a tutti i nostri contatti, una news che di settimana in settimana affrontava un artista della galleria o della collezione, cercando di approfondire (oddio, non proprio approfondire) temi, tematiche, successi trascorsi.
Un lavoro che si potrebbe considerare serio, che tuttavia ti si sarebbe ritorto contro se lo avessi programmato in altri tempi, affollando la casella di posta di persone piuttosto impegnate in altre faccende. Grazie Coronavirus!

Veduta della mostra Reale Virtuale: sullo sfondo, Davide Coltro “I viventi” ; in primo piano, Piero Fogliati “La macchina che respira”

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
In effetti è un mondo che non riesce a far convergere gli interessi. Dominano i pregiudizi. I Musei tendono ad ignorare il lavoro culturale che sviluppano le gallerie ponendosi come gli unici portatori del sapere, ma non conoscono il lavoro che fanno il 99% delle gallerie. Le fiere hanno monopolizzato l’attenzione dei collezionisti, la loro proliferazione ne ha saturato l’agenda. Con il risultato che i collezionisti non conoscono più quel che fermenta nel mondo degli artisti. In una fiera non potranno mai trovare una presentazione organica di un artista e seguirne lo sviluppo, finiscono col rivolgere quindi la loro attenzione sempre a qualcosa che han già visto altrove e che invidiano a qualche altro collezionista. Addio curiosità, addio coraggio. Grazie ancora Coronavirus! Per un po’ le fiere non avranno ragione d’essere, e gli appassionati di novità torneranno a guardare il lavoro dei galleristi.

Mostra Reale Virtuale: Glaser/Kunz “Homeless”

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Siamo nella fase 3? Bisognerebbe sapere che cosa ne pensa il virus. Se non riprendono a viaggiare i treni e a volare gli aerei bisognerà immaginare di rivolgersi ad un pubblico più locale, certamente condizionato dagli effetti di comportamenti sociali ma anche dal sentore di crisi che la pandemia ha generato nel territorio in cui risiede.
Fa parte del poi, la speranza che ritorni ad essere centrale il ruolo delle gallerie. Sarà probabilmente una novità l’evoluzione delle piattaforme che propongono vendite sul WEB.
Certo non tutto si può decidere di acquistare in rete, gli strumenti per raccontare i lavori non sono sempre adeguati ad ogni forma espressiva. Si evolveranno gli strumenti o cambierà la produzione artistica?
La mia galleria si è sempre più sbilanciata verso lavori installativi di grandi dimensioni e verso la scultura. Non è detto che siano le cose più semplici da proporre on line.

Aurore Valade, “L’Or Gris” Henry & Marie Forever II

Per il momento riapro con un lavoro fotografico di Aurore Valade dedicato alla terza età. Un lavoro che ho riscoperto essere di grande respiro al termine dei mesi di crisi che hanno fatto strage di persone anziane, grazie ad una visione poetica e ottimistica dell’artista.
Il lockdown ci ha poi costretti a rinviare una mostra di scultura di Ilaria Gasparroni, che doveva essere inaugurata a maggio, sarà questa la mostra di inaugurazione della nuova stagione espositiva a settembre, che mi auguro sia veramente una nuova stagione per l’arte. E poi maledetto Coronavirus! Mi dato il tempo di scrivere una strana storia della galleria, ma forse non la pubblicherò mai.

www.gagliardiedomke.com

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