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INTERVISTA DI ELENA BALDELLI

Ormai riconoscibile al pubblico l’UM – Unità Marsiglia – si ripresenta in una nuovissima versione interattiva, ospitata dagli spazi della galleria milanese Whitelabs. L’artista si racconta e spiega l’ultima fase della lunga convivenza con il suo personale marchio di fabbrica attraverso un exursus di opere nate spontaneamente dall’incontro con differenti materiali, dai feltri al ritorno alla pittura, sino all’inevitabile approdo alla tecnologia. Lo spettatore entra a far parte dei concetti formali di Marsiglia regolando grazie alla sua stessa presenza fisica le dinamiche della stella a quattro punte… 

Elena Baldelli: Come nasce l’idea di far subentrare nelle tue opere una componente video interattiva?
Vincenzo Marsiglia:
Nasce, in primo luogo, dalla volontà di “produrre” attraverso un nuovo mezzo espressivo che coinvolga maggiormente il fruitore attribuendogli un nuovo ruolo, prima spettatore inerte, ora parte integrante dell’opera, attraverso un totale coinvolgimento sia mentale che fisico. Inoltre, l’aspetto che più mi affascina della componente video interattiva, è l’elemento mutevole, la continua trasformazione, il divenire dell’opera.

Ci parleresti delle opere inedite che verrano esposte da Whitelabs, Interactive star, Bucolic star interactive e Mirror Star… Come si sviluppano i lavori e in che misura avviene l’interazione con il pubblico?
In questa mostra milanese presento tre opere interattive. La prima, Interactive star, occupa 240×300 cm di spazio ed è l’espressione più completa del mio lavoro perché fonde il concetto di interattività con il feltro e la stampa digitale. Per Bucolic Star Interactive, ho utilizzato, invece, l’acrilico su tessuto. In entrambi i lavori compaiono diversi livelli di interazione: in Interactive Star lo spettatore viene trasformato in una sorta di mosaico composto da molteplici visioni in diretta di se stesso e quindi la sua visione ultima trasmuta la figura in un robot. In Bucolic Star l’immagine del fruitore si trova immersa in un’atmosfera rivelatrice di diverse fonti di calore; potrebbe essere definita come una “termo-ripresa”. La seconda funzione di Bucolic Star consiste nello smaterializzare l’immagine dello spettatore immobile per comparire nuovamente insieme al movimento. Nella terza opera, Mirror Star, si aggiunge l’ausilio del suono (creato dalla Dobialab); lo spettatore si specchia in modo reale, ma, allo stesso tempo, la figura non è mai intera perché viene distorta dalla bisellatura dello specchio; la stessa scomposizione la troviamo all’interno del quadro interattivo. Il suono contribuisce a creare un’atmosfera personale, intima e più ci si avvicina all’opera più il suono aumenta.

Immagino che queste opere siano frutto di una collaborazione con un’equipe di tecnici…
Dopo una lunga ricerca ho trovato chi potesse realizzare la mia idea di opera interattiva. Con diversi tentativi di approccio al sistema siamo arrivati a un livello molto buono ed ora l’equipe viaggia sulla stessa lunghezza d’onda ed è una bella soddisfazione riuscire a lavorare in questo modo… È sempre stato un mio sogno riuscire a creare una sorta di factory dove un’idea viene realizzata dall’unione di diverse menti.

Feltri, ceramiche, stoffe, video… il materiale utilizzato varia, la costante è il tuo marchio. Dopo anni di convivenza è mutata in te la percezione di questa forma?
La mia “UM” (Unità Marsiglia), com’è stata definita da Marcello Carriero, è sempre più presente, anzi, a distanza di anni trovo – trova – stimoli nuovi. Infatti, si muove sempre in ambiti più disparati a volte si mimetizza, altre volte diventa protagonista. L’UM è ormai un brand che percorre la mia esperienza, viene riconosciuta ed io riconosciuto immediatamente attraverso un meccanismo tipico della società contemporanea: l’UM come un marchio.

Cosa ti riproponi di fare nel futuro prossimo?
Nel futuro prossimo vi sono delle belle novità… Diciamo che il lavoro si sta indirizzando soprattutto verso l’installazione ambientale e interattiva. Vedrete anche delle situazioni nuove, grazie alla tecnologia è possibile affrontare nuovi dialoghi: insieme al gruppo Urban Casbah Artmoving, con i quali ho già collaborato in passato, sto realizzando delle musiche per il mio prossimo lavoro che riguarderà il movimento del tessuto, un tessuto non più statico ma dinamico, sul quale la mia stella potrà prendere vita. Questa è una piccola anticipazione per il resto lascio con un po’ di curiosità.

La mostra in breve:
Vincenzo Marsiglia. Stars
a cura di Nicola Davide Angerame
Whitelabs
via G. Tiraboschi 2 – Milano
Info: +39 346 4711759
www.whitelabs.it
10 maggio – 2 giugno 2011

Vedute interne della mostra “Stars” presso la galleria Whitelabs, Milano

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