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VENEZIA | Museo Correr – Sala Quattro Porte | 28 aprile – 29 ottobre 2023

di FRANCESCO FABRIS

La città lagunare ricorda il “quasi centenario” di una delle figure più emblematiche della storia dell’astrattismo italiano. Lo fa con un omaggio raffinato, tanto per lo scrigno che lo contiene quanto per il ciclo di lavori che ne raccontano il percorso. La mostra organizzata da Fondazione Musei Civici di Venezia Carla Accardi – Gli anni settanta, i Lenzuoli a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, è ospitata nella suggestiva Sala Quattro Porte, collocata lungo il percorso che Carlo Scarpa ha pensato come Quadreria lungo le sale del Museo Correr, affacciato su piazza San Marco. Suggestivo anche il contenuto, una teoria di lavori poco noti che l’artista siciliana ha realizzato nei primi Anni ’70 e di cui vi è scarsa letteratura, circostanza che ammanta di curiosità ed originalità la mostra realizzata di concerto con l’Archivio Accardi Sanfilippo.
La traccia dell’esposizione, contenuta ma di grande fascino e sagacia curatoriale, valorizza un legame intimo e risalente dell’artista con la città e, per altro verso, si focalizza su una produzione contenuta, ai limiti del misterioso, in bilico tra una sintassi primaria ed esiti che si rifugiano nella tautologia del gesto e della superficie, in un momento quasi “analitico” del suo variegato percorso nell’ambito dell’astrattismo e del potere di segno e colore.

CARLA ACCARDI. Gli anni Settanta: i lenzuoli, veduta della mostra. Museo Correr, Sala Quattro Porte, Venezia

Carla Accardi e Venezia si intrecciano in più occasioni lungo il secolo breve. Sei presenze dalla Biennale (dal 1948 al 2022) ed una nota immagine dell’artista in visita alla Collezione Peggy Guggenheim di Palazzo Venier dei Leoni assieme al marito Antonio Sanfilippo ed all’indimenticato Tancredi Parmeggiani sono icone incancellabili per la moderna storia artistica di Venezia.
Un po’ come la parabola segnica che, unica donna, ha tracciato nel lontano 1947 con il gruppo Forma, trampolino di istanze non figurative che emergevano dirompenti nel contesto realista dell’epoca, oggetto di critiche feroci ed insigni, da Togliatti a Guttuso.
Il dopoguerra italiano è in debito con l’artista per una sintesi in cui i colori della sua terra siciliana dialogano con le istanze informali che stanno conquistando il mondo, forse completandole.

Carla Accardi, Lenzuolo sabbia arancio, 1973, stoffa dipinta, 236×255

L’amore per le tinte “matissiane” compie in Accardi un’evoluzione crescente, partendo dalle dinamiche del bianco e nero sino a materializzarsi in scontri di colori accesi, narranti, sinuosi e mobili sulla tela grazie al vigore del segno che dona motilità e levità.
Se l’approdo “spaziale” è compiuto con l’utilizzo geniale dei fogli di plastica (sicofoil), il ciclo in mostra non è da meno per carattere, ricerca e gesto in potenza.
Una suggestiva bacheca documenta l’origine dei lavori e le loro minime apparizioni. Nel 1974, a Roma, “Qui arte contemporanea. Galleria Editalia” espone sette lavori tra quelli in mostra.

Carla Accardi, Lenzuolo, 1975, stoffa dipinta, 144x261cm

Semplici teli di cotone, dipinti a terra con pittura per stoffa che valorizza la texture del supporto al pari della convinzione del gesto, raccontano un incontro primario con la pittura. Definiti dall’artista “fatti estetici” sicuramente intrisi del senso primario della pittura, inducono ad avvicinarsi con la leggerezza e la semplicità narrate dal materiale e dalla sua familiarità.
Generosi nelle dimensioni, i lenzuoli racchiudono abbracci tra forme pseudo geometriche, ora circoscritte da tonalità degrandanti (sui toni del verde, del rosso, del grigio che scivola nel blu) ora ridotti a testimonianze di segno puro e leggero, ma anche a contenute campiture di colore che sembrano avere peso e volume sul tessuto bianco.
Accanto, recenti sculture trasparenti in perspex e metallo, ora sinuose ed ora accuminate, dialogano con la tridimensionalità di portali e madonne policrome del XV secolo, in una teoria di volumi che racconta la storia, unica ed univoca, della scultura e dell’arte in genere. Quella stessa continuità di linguaggio che fa delle opere di Accardi una sintesi “a togliere” del gesto pittorico, necessaria ed urgente per leggere, nella storia, i capolavori dell’impareggiabile collezione del Museo Correr.

Carla Accardi, Lenzuolo, 1975, stoffa dipinta, 100X235cm

 

CARLA ACCARDI. Gli anni Settanta: i lenzuoli
A cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto
In collaborazione con Archivio Accardi Sanfilippo

28 aprile – 29 ottobre 2023

Museo Correr – Sala Quattro Porte
San Marco 52, Venezia

Info: +39 041 2405211
correr.visitmuve.it

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