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ROMA | ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA | PALAZZO CARPEGNA | 18 gennaio – 22 aprile 2022

di ANTONELLO TOLVE

Tra le tante storie che alimentano il terreno della storia dell’arte, quella seminata dalla famiglia Marchini con la Galleria La Nuova Pesa è un segmento di studio irrinunciabile per capire e scoprire quale e quanta energia, quale e quanta passione, quale e quanto impegno, quale e quanta dedizione e devozione e allegria ci sia stata sin dall’aprile del 1959 nel fertilizzare e illuminare la scena culturale romana con brillanti nomi dell’arte e con l’idea di far nascere uno spazio di ricognizione, d’indagine, di riflessione sul presente. «La galleria non intende inserirsi nell’onda del gusto, né presentarsi come controcorrente […] vorrebbe rivolgere la sua attenzione a quelle personalità e a quei significati dell’arte contemporanea, italiana e straniera, che si presentano come i più liberi e rinnovatori» si legge nel catalogo della prima mostra (quella d’esordio), 31 autori e 31 opere del rinnovamento artistico italiano dal 1930 al 1943 (23 aprile | 4 maggio 1959).

Veduta Accademia Nazionale di San Luca, Collezione Marchini. Foto Andrea Veneri

A questa preziosa famiglia legata tra l’altro alla resistenza partigiana (non dimentichiamo che sotto proposta di Giorgio Amendola, Alvaro Marchini viene nominato comandante della resistenza comunista romana e che, con il fratello Alfio, erano soprannominati calce e martello) e alla nascita di indimenticabili quotidiani quali L’Unità o Paese Sera, l’Accademia Nazionale di San Lucada poco Paolo Icaro ha consegnato le chiavi della presidenza a Marco Tirellidedica oggi una preziosa e articolata esposizione che si divide in due momenti ben precisi: quasi a indicare il prima e il dopo, quasi a scandire il tempo domestico dei padri e dei figli (delle figlie più esattamente) sotto la via lattea dell’arte e della cultura.

Al secondo piano, dove ha inizio la mostra, troviamo le opere e i gusti di una stagione che fa i conti con il clima rovente del dopoguerra, e dunque anche con alcune contrade animate dai venti dell’astrazione, del concretismo e della figurazione (qui sfilano i lavori della migliore avanguardia europea, della Scuola di via Cavour o di alcuni ragazzi legati agli otto di Torino, di un imperdibile Guttuso o di una croccante Titina Maselli): è il periodo più esclusivamente legato agli orientamenti di Alvaro Marchini che tra la prima sede di via Frattina e la seconda di via del Vantaggio propone un disinvolto itinerario riflessivo sull’iconico – ma senza chiudersi nelle ortodossie di Roderigo di Castiglia (Palmiro Togliatti) – per accogliere approfondire esplorare l’aura climatica e poliedrica del realismo.

Veduta mostra “Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”, Sala Paesaggi, Accademia Nazionale di San Luca, Roma. Foto Pierpaolo Lo Giudice, Giordano Bufo

Una serie di opere figurative di Balla realizzate nel 1902 e nel 1910, degli indimenticabili lavori di Fausto Pirandello o di Filippo De Pisis o di Giorgio de Chirico (spettatore dei propri sogni), Magritte, Savinio, Gris, Braque, Picasso, Il festival II (1924) di Carrà e la spugnosa Veduta dell’Internée Camp (Terni) (1945) di Ardengo Soffici (quanti potenti ripensamenti in Soffici!), La ragazza col galletto (1952) di Antonietta Raphaël che mostra il potere di una pittura tzigana e alcuni eroticamente legnosi lavori di Mafai che sembrano screpolati dal sole, Carlo Socrate, Antonio Donghi, Carlo Levi, una saletta dedicata a Morandi e Licini, Pane e acqua (1928) e Uova fresche (1928-1929) di Edita Broglio (carnali, quasi sessuali-sessualizzate nature morte), una cartella di impareggiabili disegni con opere di Otto Dix, di George Grosz, di Kirchner, di Scipione e di Guttuso (come non ricordare di quest’ultimo la Ragazza sul golfo del 1933 che anatomicamente sembra quasi smontata, rimontata secondo un dettame antiaccademico), Cagli, Corrado Cagli della Veduta con cavallo alla fontana (1934) e del Suonatore di piffero (1938): in questa mostra meticolosamente disegnata e curata da Gianni Dessì con Italo Tomassoni (una seconda tappa meno nutrita dell’esposizione sarà a breve organizzata al CIAC di Foligno), Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti e Flavia Matitti l’arte si intreccia alle cose della vita vera e si ha l’impressione di un vero e proprio spaccato assonometrico – sotto alcuni aspetti anche preciso, ideologico, liberamente fluttuante (penso alla personale di Giannetto Fieschi del 12 maggio 1965, con testi critici in catalogo di Antonio Del Guercio, Enrico Crispolti, Emilio Garroni) – su strade critiche e creative del passato prossimo e dell’indicativo presente.

Veduta mostra “Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”, Foto Storiche, Accademia Nazionale di San Luca, Roma. Foto Pierpaolo Lo Giudice, Giordano Bufo

Nel 1976, con l’incrementarsi di tensioni politiche e dopo una vivace animazione culturale la Galleria La Nuova Pesa di Alvaro Marchini interrompe le sue attività e soltanto nel 1985 Simona Marchini – che negli anni è stata sempre vicina con la sorella Carla a suo padre e che proprio nel 1985 è la centralinista in Quelli della notte, programma diretto da Renzo Arbore – riapre un nuovo centro culturale in via del Corso.
La seconda fase della galleria, oggi al suo ventisettesimo anno di attività, è permeata di eventi, di dibattiti, di analisi sul postmodern e di riflessioni sulle (con le) presenze che animano il presente.

Veduta mostra “Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”, Foto Storiche, Accademia Nazionale di San Luca, Roma. Foto Pierpaolo Lo Giudice, Giordano Bufo

Attrice e conduttrice televisiva, regista teatrale e scrittrice (del 1987 è Non di solo pane signora mia!, mentre recente il volume Corpo estraneo. La mia vita tra arte, musica e teatro), Simona Marchini (al secolo Simonetta) è gallerista attenta a leggere le temperature degli anni Ottanta e a creare intrecci, ponti costruttivi tra differenti sfere della cultura: «ero diventata un’attrice popolare “anomala” e all’inaugurazione de La Nuova Pesa, il 24 ottobre 1985, un mese dopo la scomparsa di mio padre a cui dedicavo questo omaggio sentimentale venne tutta Roma… Compreso Renzo Arbore, amico carissimo, che io coinvolsi, poco tempo dopo, all’apertura della mostra di Piero Dorazio, curata da Mara Coccia. Io, un po’ incredula sul risultato, trovai nel mio chaperon televisivo un entusiasmo inaspettato. Risultato: tutta la band di Quelli della notte, trasmissione cult della RAI, venne a suonare con Piero. Per una serata memorabile! Alle 23 in punto bussarono i vigili allertati dai miei anziani vicini. Rimasero a bocca aperta nel vedere chi c’era… Dopo quale consultazione fecero salire addirittura il loro “capo”! Si suonò fino a mezzanotte».

Da Giuseppe Salvatori a Accardi, Mariano Rossano e quei ragazzi dell’Astrazione Povera teorizzata da Filiberto Menna per ritornare al progetto e al destino (come pure a una certa ripresa di manifesto programmatico), Bruno Ceccobelli, Nunzio, Scialoja, Milan Kunc, Sergio Lombardo, Michele Zaza, la Campagna Romana (con opere di Aquilanti, Colazzo, Levini, Lim, Mattiacci, Mochetti, Orsi, Pirri, Salvatori) e la più recente Cieli di Roma, i Contrappunti di Rebecca Horn e Jannis Kounellis, l’ampio lavoro su Majakovskij e quello su Kantor, Andrea Aquilanti, Stefano Di Stasio, Gino De Dominicis, Cinzia Ruggeri, Federica Luzzi (Shell, del crepuscolo o dell’alba è la sua personale, in galleria, visitabile fino al 4 marzo), Daniela Cignini, Marco Lodola, Luca Maria Patella o Vettor Pisani tratteggiano questo secondo capitolo de La Nuova Pesa dove l’arte incontra la letteratura, la filosofia, il design, la musica, la danza (con Lucia Latour e Vittoria Ottolenghi): la creatività in tutte le sue variegate sfaccettature linguistiche.

Veduta mostra “Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”, Accademia Nazionale di San Luca, Roma. Nella foto, da sinistra opere di Levini, Salvatori, Di Stasio, Santarlasci, Ratti. Foto Pierpaolo Lo Giudice, Giordano Bufo

Sulla rampa ovaliforme, in discesa (che grazia ha avuto Borromini nell’idearla e che arguzia nel nasconderla dietro una ghirlanda floreale che pende dal portale d’ingresso!), a far da cerniera tra i due tempi della galleria sono le tante foto e i documenti che offre questa storia speciale nell’arte (il titolo della mostra è Una storia nell’arte. I Marchini, tra impegno e passione), in una piacevole sfilata dal passato al presente: da quando la critica si impegnava in prima persona, da quando gli intellettuali c’erano e partecipavano insieme agli amici del cinema e della mondanità a quando i volti sono cambiati, pur mantenendo viva, bisogna dirlo, la curiosità (magari anche distratta) che disegna tutti i cammini del mondo.

Veduta Accademia Nazionale di San Luca, Collezione Marchini. Foto Andrea Veneri

Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione

a cura di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti, Italo Tomassoni
coordinamento di Gianni Dessì

18 gennaio – 22 aprile 2022

Accademia Nazionale di San Luca
Palazzo Carpegna, piazza dell’Accademia di San Luca 77, Roma 

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: ingresso solo su prenotazione obbligatoria via mail scrivendo a prenotazioni@accademiasanluca.it secondo il calendario delle visite accompagnate:
martedì e giovedì – visite accompagnate alle ore 10.00, 12.00, 14.00, 16.00
mercoledì e venerdì – visite accompagnate alle ore 14.00 e 16.00
sabato – visite accompagnate alle ore 11.00, 13.00, 15.00, 17.00

Info: www.accademiasanluca.eu

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