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PRATO ǀ NELLO STUDIO DI FEDERICA GONNELLI

di MATTIA LAPPERIER

Lo studio nasce, cresce e si sviluppa di pari passo con l’artista. Ne riflette la personalità nel modo più autentico. È testimone silenzioso delle sperimentazioni più ardite, del perfezionamento di tecniche affinate negli anni e custodite gelosamente. È anche il luogo delle infinite prove, delle notti insonni, delle cocenti insoddisfazioni, che tuttavia possono sfociare talvolta in successi inaspettati. #TheVisit ha lo scopo di aprire le porte a tali realtà che per loro stessa natura sono poco accessibili, spazi che in tempi di pandemia hanno rappresentato pure una delle rare occasioni di confronto diretto con l’arte contemporanea.

Già nel corso degli anni Settanta laboratorio del tessile di proprietà della famiglia di Federica Gonnelli, lo studio dell’artista non ha perso la vocazione di spazio di creazione. Dopo essere stato ristrutturato, tinteggiato di bianco e reso ulteriormente neutro, con l’introduzione di una pavimentazione di un tenue beige, lo studio ha assunto la sua fisionomia attuale, a partire dal 2011, anno in cui è stato inaugurato e reso fruibile pubblicamente. Il 25 giugno di quell’anno è nato InCUBOAzione, spazio che Federica Gonnelli impiega come studio e, allo stesso tempo, come spazio espositivo.

InCUBOAzione, veduta del giorno dell’inaugurazione, 25 giugno 2011

La necessità di un ambiente bianco e dalle pareti sgombre, dove poter presentare e fotografare le installazioni più voluminose è ciò che inizialmente ha mosso l’artista a trasferire lo studio dal garage di casa, dove dal 2000 al 2011 ha lavorato ai propri progetti, allo spazio attuale. In realtà lo studio, una volta stabilito nella sua nuova sede, ha rappresentato sin da subito qualcosa di più per l’artista. Non solo luogo di ricerca ed elaborazione di nuovi progetti ma anche centro espositivo; luogo in cui Federica Gonnelli presenta il proprio lavoro al pubblico, nonché luogo in cui talvolta la propria ricerca viene accostata a quella di un artista ospite. Ricorrenze come l’anniversario di apertura dello spazio o, più recentemente, l’adesione alla Giornata del Contemporaneo rappresentano delle occasioni espositive che negli anni sono divenute appuntamenti fissi nella programmazione di InCUBOAzione.

InCUBOAzione, veduta notturna

Tra i significati del verbo latino “incubare” troviamo “dormire in un tempio per ottenere i responsi del dio”; oltre al gioco di parole riferito a un’attività svolta in uno spazio simile a un cubo, il nome attribuito allo studio allude infatti anche e soprattutto al processo di gestazione dei progetti, che attendono il momento giusto per manifestarsi e rivelarsi all’artista, giungendo così a loro piena realizzazione.

Così come lo studio si colloca in provincia Prato, in direzione Firenze, anche la vicenda biografica di Federica Gonnelli si articola tra le due città. La permanenza in studio le ha di fatto consentito di riallacciarsi alle proprie origini pratesi, in un edificio per lei particolarmente significativo, con cui oltretutto aveva già stabilito un legame affettivo sin dall’infanzia, poiché precedentemente era stato abitato dai nonni paterni. L’ubicazione dello studio ha per di più contribuito ad avviare una riflessione sul concetto di confine che da anni accompagna la pratica artistica di Federica Gonnelli. Tale ambito di ricerca riverbera sul continuo interscambio tra pittura, scultura e fotografia (tecniche che coesistono nella maggior parte della sua produzione) e determina anche la stessa percezione che si ha del suo lavoro, costantemente velato-svelato da un sottilissimo strato d’organza. L’organza riveste le opere, le nasconde proteggendole ma allo stesso tempo, essendo semitrasparente, le rivela, invitando il fruitore a un approccio attento e consapevole. Direttamente dipinta sul velo è la primissima serie di opere realizzate presso InCUBOAzione; un omaggio denso di affetto a nonna Bianca, che già abitò lo stesso ambiente, nonché un preciso riferimento all’industria del tessile, che colloca Prato tra i vertici del settore e che individua nello studio di Federica Gonnelli uno degli ex centri di produzione.

Federica Gonnelli, Bianca – Primo sonno, 2012, assemblaggio di carta cotone piegata, organza trasparente dipinta con pittura matte bianca 3d, installazione a parete, misura variabile

Ben più recente, benché analogamente improntato sui concetti di confine e di ricordo, è il progetto “Liquefaziòne”. Oggetti vari, appartenenti all’artista e collocati su mensole, unitamente a grandi veli d’organza impostati su strutture a pavimento, sono elementi da attraversare con lo sguardo e/o con il corpo. Per propria natura fluida, sfuggevole e vaga, in un mondo dove tutto è sempre più effimero e inconsistente, tale lavoro cerca di restituire l’esperienza della durata. In questo, come in molti altri casi di installazioni ambientali, lo spazio è sfruttato nella sua totalità e in tutte le sue potenzialità.

Federica Gonnelli, Liquefaziòne, 2021, installazione assemblaggio di organza, listelli di legno, viti a cannocchiale, dimensione massima 200x200x250 cm, variabile e riducibile in base allo spazio disponibile, dimensione pannelli 133×100 cm e 75×100 cm

Esso diviene spesso unità di misura per le opere che avranno poi altre collocazioni. Lo studio in questo contesto da contenitore si fa contenuto denso di significato; un luogo dove l’artista dipana i propri pensieri attraverso le opere e in cui quest’ultima può misurarsi materialmente con lo spazio, sia nel caso in cui esso risulti transitorio, in attesa che il lavoro raggiunga la sede definitiva, sia nel caso in cui invece assuma lo status di spazio espositivo. Tali peculiari caratteristiche hanno contribuito nel tempo a rendere inscindibile il rapporto tra opere e studio, al punto da poter considerare quest’ultimo l’opera omnia di Federica Gonnelli; InCUBOAzione è pertanto il collettore materiale e concettuale di ogni suo lavoro, nonché, a sua volta l’opera principale e più rappresentativa dell’artista stessa.

Ritratto di Federica Gonnelli in studio

Federica Gonnelli è nata a Firenze, dove ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti, vive e lavora tra Firenze e Prato, dove dal giugno 2011 ha aperto lo studio “InCUBOAzione”. Dal 2001 espone in mostre personali, collettive e concorsi. Nel 2006 ha conseguito la laurea, con tesi dal titolo “L’Arte & L’Abito”. Dal 2007 fa parte del collettivo artistico “Arts Factory” per il quale, in qualità di artista si occupa della progettazione e realizzazione di video, installazioni e videoinstallazioni. Del collettivo fanno parte la fondatrice Adriana Maria Soldini, narratrice d’arte e curatrice e Francesca Del Moro, poetessa. Nel 2013 ha conseguito la specializzazione in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi, con tesi dal titolo “Videoinstallazioni tra Corpo-Spazio-Tempo”. Dal 2015 ha partecipato alle residenze d’artista presso: Mola di Bari – Fondazione Pino Pascali, Cosenza – The BoCs, Castelbottaccio (CB) – Vis a Vis Fuoriluogo 19, Vimercate (MB) – V_Air Museo Must, San Sperate (CA) – Future Frontiers, Zumpano (CS) – Terraē Museo Mae e Palagiano (TA) – Z.N.S. Via Murat Art Container 2° Piano Art Residence. Pratica, quella della residenza, che ha acquisito una particolare importanza per la sua crescita personale e artistica. Il confine, protagonista costante delle sue opere, caratterizza il suo percorso nei materiali e nei temi, attuando una ricerca al limite tra le arti visive, mediante l’utilizzo del velo d’organza e della fotografia a doppia esposizione, determinanti mezzi espressivi che concorrono nel significato dell’opera. Ogni fotografia a doppia esposizione, come ogni velo, mostra qualcosa, ma allo stesso tempo impone uno slancio agli osservatori che vogliono scoprire cosa vi si cela dietro, oltre il confine. Tra le ultime esposizioni si segnalano: “Mirrors”, Saletta Campolmi, Prato, a cura di Alberto Desirò; “Premio Casciaro 2022”, Palazzo Rizzelli, Ortelle (LE); “La carta canta”, Museo di san Domenico, Prato, a cura di Archivio Carlo Palli; “100×100 libri d’artista”, Sincresis, Empoli, a cura di Alessandra Scappini e Spela Zidar; “Ai margini. Letture della natura come gesto radicale”, Fornace Pasquinucci, Capraia Fiorentina (FI), a cura di Francesca Pepi; “Dialoghi – Opera 01 meets atelier Alifuoco”, Atelier Alifuoco, Napoli, a cura di Martina Campese e Raffaella Ferraro; “40 Days – Artisti in quarantena”, Quasi Quadro, Torino, a cura di Mattia Lapperier, con la collaborazione di EFG Art Ltd.
federicagonnelli.it

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