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PRATO | Quartiere Tobiana Allende

di LORELLA GIUDICI

Parafrasando i versi di una nota canzone potremmo intonare: “per fare un bosco ci vuole un albero e per fare un albero ci vuole un seme”. L’albero c’è: un giovane ginkgo biloba dalle tenere foglioline verdi. Anche il “seme” c’è e sono le numerose opere di artisti nazionali e internazionali (da Antony Gormley a Kiki Smith, da Alberto Garutti a Mimmo Paladino, da Loris Cecchini a Cildo Meireles, solo per citarne alcuni) messe all’asta per raccogliere i fondi a sostegno di una bella iniziativa: Il bosco delle neofite. Il progetto, che prende il nome complessivo di Arte per la riforestazione, ideato e promosso dall’Associazione Arte Continua di San Gimignano e dal suo infaticabile presidente Mario Cristiani, è stato ufficialmente varato martedì 4 ottobre – giorno di San Francesco, non a caso – con la messa a dimora a Tobiana Allende, uno dei quartieri popolari di Prato, della prima di cinquecento piante che andranno a inverdire e abbellire i terreni attorno alle abitazioni, ma anche ad attutire i rumori della strada ad alto scorrimento che le costeggia e a rendere più respirabile l’aria. Un luogo che diventerà sempre più inclusivo e un progetto (in divenire per i prossimi due/tre anni) che coniuga arte e natura, ambiente urbano e creatività in una formula che, come dice Cristiani, “dà fisicità all’idea, per cui le opere d’arte sono una parte fondamentale della vita come l’ossigeno o l’acqua”.

Veduta dell’area dove sorgerà il parco di Tobbiana Allende ©Associazione Arte Continua

Dal lato artistico, l’ambizioso programma prevede infatti azioni importanti: sculture e installazioni tra i sentieri del nascituro giardino e interventi sulle facciate delle case che risponderanno sempre più a ideali estetici allo scopo di renderle “abitabili”, belle e accoglienti anche dal punto di vista culturale. Case che, racconta Mario, “diventeranno delle opere d’arte, sculture abitabili e questo sarà il luogo più bello della città”. Alberi e sculture, un binomio, è proprio il caso di dirlo, di grande respiro: “Opere d’arte come ossigeno, spiega ancora Cristiani, tanto per il corpo quanto per la mente, un’equazione grazie alla quale sensibilizzare chi vi abita e vi abiterà”.

L’idea ha preso forma nel 2020. Con i primi fondi, l’Associazione Arte Continua ha commissionato a Stefano Mancuso, botanico, saggista e docente di arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze, uno studio e un progetto per rivitalizzare un quartiere della città. E questo primo albero è l’inizio tangibile di una storia che promette di regalare vita, sogni, arte e conoscenza.

Messa a dimora della prima pianta: da sinistra, Monsignor Giovanni Scaccini, Vicario del Vescovo di Prato; Mario Cristiani, Presidente di Associazione Arte Continua; Matteo Biffoni, Sindaco di Prato; Monsignor Giovanni Nerbini, Vescovo di Prato; Valerio Barberis, Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici di Prato; Stefano Mancuso, Botanico; Giovanni Ozzola, artista © Associazione Arte Continua

Perché un ginkgo e perché “parco delle neofite”? Ce lo spiega il prof. Mancuso: “Parco delle neofite perché tutte le piante che verranno messe in questo parco non saranno autoctone. Una cosa che sembra andare contro ogni principio di paesaggistica usata dalla gran parte dei comuni d’Italia, ma a me questa teoria non ha mai convinto. Le piante che consideriamo autoctone in genere non lo sono, sono arrivate da noi nei secoli. Il cipresso, ad esempio, che troviamo come elemento «tipico» del paesaggio toscano è stato introdotto dai paesaggisti inglesi nel settecento. Quindi verranno scelte specie differenti perché dalla natura impariamo che la diversità è un valore fondamentale: il motore stesso della vita sulla terra. E il ginkgo biloba è il simbolo di ciò che vogliamo fare. È un fossile vivente, è una specie presente su questo pianeta da oltre cento milioni di anni (noi, homo sapiens, ne abbiamo appena trecentomila), arriva dalla Cina ed è un esempio di sopravvivenza e di naturalizzazione”.

Veduta del parco ©Associazione Arte Continua

“Dobbiamo pensare alle città del futuro”, avverte Mario Cristiani, e quale modo migliore di farlo coniugando arte e natura? L’arte è una forza che crea alleanze e “questo progetto – prosegue Mario – è nato e crescerà proprio grazie alle alleanze. Gli artisti, scelti nel contesto internazionale, sono stati selezionati accuratamente per essere posti fuori dall’ambiente in cui sono nati, un po’ come le piante che verranno messe a dimora, e dimostreranno di essere in grado di sopravvivere in luoghi diversi. Cresceranno e aiuteranno a crescere”.

Simulazione parco maturo a 15 anni, periodo primaverile Render PNAT ©Associazione Arte Continua

“La cosa bella di quest’esperienza – dice Mancuso – è il fatto di aver unito arte e scienza per rispondere a problemi fondamentali, con l’avvertenza che, secondo me, l’arte di questo problema della sostenibilità, del riscaldamento globale, che è di gran lunga il più grave problema che l’umanità abbia mai avuto, se ne sta occupando poco, ed è una cosa strana poiché l’arte si è sempre occupata dei problemi della sua contemporaneità. Non è mai esistita un’arte che non si sia immersa nel proprio tempo, quindi oggi mi sembra di vedere una scollatura. Magari mi sbaglio. Di sicuro, però, l’arte ha la straordinaria capacità di essere un amplificatore di messaggi. Io sono uno scienziato, posso scrivere tutti i libri o gli articoli che voglio dicendo che le cose non vanno bene, ma poi arriva un artista e fa un’installazione come si deve e cambia la testa a un milione di persone”.

Cai guo Qiang, UMoCA – Under Museum Of Contemporary Art – photo Ela Bialkowska OKNOstudio ©Associazione Arte Continua

“Io vedo invece le cose dalla parte dell’arte – aggiunge Cristiani. Per me il punto è la poesia, è il messaggio che l’arte è in grado di lasciare, un dono prezioso e inesauribile. Ed ecco la questione della durata: gli alberi sopravvivono a noi e permettono di campare a tutti, così come l’arte è capace di andare al di là dell’immediato. Nell’immediatezza l’artista lancia un’idea, qualcosa che va nel profondo delle persone, ma poi sopravvive nel tempo e continuerà a toccare le coscienze della gente. I grandi cambiamenti nascono dal poeta, da qualcuno che ha capito che occorre cambiare strada”. E questo piccolo ginkgo ne è l’esempio.

ARTE PER LA RIFORESTAZIONE
ARTE COME OSSIGENO PER LA MENTE, ALBERI COME OSSIGENO PER IL CORPO E VICEVERSA
Un progetto ideato da Mario Cristiani
e organizzato da Associazione Arte Continua in collaborazione con il
Comune di Prato
Commissionato al Professor Stefano Mancuso e PNAT

I Partecipanti al Progetto

Associazione Arte Continua
Associazione Arte Continua da 33 anni è impegnata ad offrire regolarmente iniziative di arte pubblica che coinvolgono artisti della comunità internazionale dell’arte, non concentrate solo nelle grandi città ma diffuse sul territorio. Associazione Arte Continua è un ente non profit che, grazie all’aiuto di donazioni e sponsorizzazioni di privati ed aziende, e piccoli contributi pubblici, riesce a realizzare attività di arte pubblica, innescando processi di sviluppo locale e creando connessioni sociali e culturali. Il motore dell’Associazione è il tentativo di creare, sia nei piccoli borghi che nelle città, sempre in collaborazione con le comunità locali e le istituzioni, un punto di equilibrio tra città e campagne e produrre nuovi legami fra arte, architettura e paesaggio, restituendo all’arte un ruolo centrale nella costruzione delle città e del territorio, nel rispetto delle specificità. Associazione Arte Continua è impegnata nella realizzazione di diversi progetti che coinvolgono l’arte contemporanea come motore per il miglioramento delle condizioni sociali e ambientali.

Comune di Prato
Il Comune di Prato è in continuo aggiornamento della sua identità contemporanea, grazie anche all’azione propositiva svolta negli ultimi trent’anni dal Centro Pecci per l’Arte contemporanea.
Negli ultimi anni Prato ha sviluppato importanti politiche di riciclo delle acque industriali, riciclo dei tessuti e risparmio energetico. Il rapporto sempre più stretto della città con i partner istituzionali europei ha fatto sì che la Prato dell’innovazione e dell’economia circolare sia uno scenario perfetto per una collaborazione artistica internazionale. La città è impegnata in importanti progetti di riforestazione urbana con il programma Prato Forest City che vedono come protagonisti il Professor Stefano Mancuso e l’Architetto Stefano Boeri, in particolare con il progetto Prato Urban Jungle si sono concentrati nella riqualificazione e riforestazione di aree periferiche.

Stefano Mancuso e PNAT
Stefano Mancuso è un botanico, accademico e saggista italiano. Scienziato di prestigio mondiale, attualmente è Professore di arboricoltura generale ed etologia vegetale presso l’Università di Firenze, oltre che direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV), accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, e co-fondatore di PNAT. Mancuso partecipa all’asta solidale insieme a PNAT, società spin-off dell’Università di Firenze che si occupa di trasferire le conoscenze sul mondo vegetale nella realizzazione di innovazioni tecnologiche, integrando le piante nello stile di vita delle persone a 360 gradi.

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