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PARMA | CSAC – CENTRO STUDI E ARCHIVIO DELL’UNIVERSITA’ DI PARMA | 21 MAGGIO – 25 SETTEMBRE 2022 

Intervista a FRANCESCA ZANELLA  e VALENTINA ROSSI di Leonardo Regano

Continua fino a domenica 25 settembre allo CSAC – Centro Studi e Archivio dell’Università di Parma la mostra Storia di Fili, a cura di Francesca Zanella e Valentina Rossi, che conclude un progetto che negli ultimi due anni ha visto Sissi, Claudia Losi e Paola Mattioli confrontarsi con il patrimonio di alcune collezioni presenti nel territorio parmense dedicate al tessile. Tutte e tre le artiste hanno prodotto per l’occasione lavori nuovi, ispirati dalle ricerche su questo importante patrimonio, condotte negli ultimi due anni. Ne parliamo con le due curatrici, approfondendo le tematiche e scelte espositive.

Al centro del progetto espositivo c’è una riflessione sulle collezioni dello CSAC e su quelle di altre realtà del territorio parmense, accomunate dall’interesse per la storia dell’abito. Quali aspetti contraddistinguono queste collezioni?
Francesca Zanella: I due musei coinvolti e lo CSAC dell’Università di Parma hanno storie e collezioni molto differenti e si è inteso far leva proprio su questa complessità per sottolineare l’obiettivo del progetto. CSAC e il Museo di Storia Naturale sono due componenti del sistema museale universitario, sono quindi prodotto ed espressione della ricerca e sono anche testimonianza di momenti diversi dei metodi dell’indagine scientifica.

Inaugurazione Storie di Fili – ph. Margherita Zazzero

Il Museo di Storia Naturale rappresenta una cultura incentrata sulla raccolta sistematica e sulla definizione di sistemi di classificazione ottocenteschi, CSAC è un archivio concepito nella seconda metà del ‘900 fondato su una indagine orizzontale del sistema di immagini. Il Museo Glauco Lombardi è il frutto di una sorta di ‘ossessione’ del collezionista che, nel corso della sua vita, attraverso la raccolta ha inteso rappresentare una figura, Maria Luigia, e quindi un segmento della storia della città. All’interno di queste collezioni abbiamo così individuato insieme alle artiste differenti interpretazioni del tema del progetto, le storie di fili che sono intrecci, legami, quindi tessuti anche metaforici.

Qual è l’importanza dell’abito per il territorio parmense?
Valentina Rossi: Per lavorare a questa mostra siamo partite prima di tutto dalla riflessione sul patrimonio di CSAC, che conserva circa 70.000 disegni di moda dei più grandi interpreti italiani come Gianni Versace, Krizia, Walter Albini e Giorgio Armani. Questa collezione ha permesso di iniziare un percorso che per quasi tre anni ha visto coinvolti vari partner; cooperativa sociale Eidé, aziende del circuito GIA Gruppo delle Imprese Artigiane e i musei del territorio (in particolare la Fondazione Museo Glauco Lombardi e i Musei dell’Università di Parma).

Inaugurazione Storie di Fili – ph. Margherita Zazzero

Ogni artista si è focalizzata in modo particolare su una realtà per riuscire a creare un legame: Sissi con le aziende (Equipage; Nuovo Maglificio Ester; Parmamoda), Paola con i musei e gli archivi e Claudia con i ragazzi della
cooperativa. Il GAI, Gruppo Imprese artigiane ha giocato un ruolo molto importante perché, grazie alle loro competenze e alla loro preziosa collaborazione Claudia e Sissi, hanno prodotto tre lavori inediti che sono stati esposti in questi tre anni di progettazione e che riflettono una interazione tra aziende e patrimonio del territorio.

Sissi, Vestirsi nel tempo, 2021 (1915)

La mostra porta a conclusione un periodo di ricerca e di confronto lungo due anni. Come si è
articolato il vostro lavoro in questo momento storico così complesso?
F.Z.: Il progetto ha coinciso con gli anni della pandemia e come tanti altri è stato rimodulato per conciliare le chiusure e le restrizioni con le attività previste. Ma è propria la natura di Storie di fili, fondata sulla volontà di coniugare esigenze e aspettative di ‘comunità’ differenti, talvolta estranee, che ci ha portati a trasformare ancor più il progetto in laboratorio. I workshop con i ragazzi della Cooperativa Eidé condotti in parte online e poi riportati all’interno dei musei, il lavoro con le artiste e la collaborazione con le aziende coinvolte nella produzione condotto in differenti modalità, e quindi l’indagine all’interno delle collezioni. Tutto questo è confluito nelle due mostre, una in apertura (la sezione “Corpi e processi” nell’ambito della mostra Design! Oggetti, processi, esperienze) e quella conclusiva, ora in corso; nei workshop, nella progettazione di un libro d’artista (Abitolario di Sissi) e del catalogo Storie di fili (Poligrafo, Padova, 2022); nella produzione dei tre abiti di Sissi e dell’opera di Claudia Losi; nella realizzazione ed esposizione dei lavori di Losi, Mattioli e Sissi; nella mappatura dei luoghi della moda e nelle performance che hanno aperto la mostra ora alla Abbazia di Paradigna.

Claudia Losi, Orto Botanico di Parma, 2021, Foto Carolina Casali

La riflessione sull’abito è un elemento che torna spesso anche nella pratica delle tre artiste coinvolte, in che modo avete scelto di declinare il loro intervento?
V.R.: Tutte le artiste coinvolte hanno partecipato al progetto seguendo tre diverse pratiche artistiche aderenti alla loro poetica. Se Sissi si è confrontata con l’archivio della moda di CSAC, producendo tre opere site specific che attingono dalla collezione e un vocabolario (Abitolario. L’esistenza enciclopedica dell’abito nel verso linguisticato, Il Poligrafo, Padova, 2021), la riflessione di Claudia Losi e Paola Mattioli ha toccato altri elementi importanti. Paola, forse, ha avuto il compito più difficile di confrontarsi non solo con il patrimonio di CSAC, ma anche con quello degli altri musei partner che hanno una collezione eterogenea che abbraccia altre discipline e epoche.

Paola Mattioli, Storie di fili – 5, 2021-2022
Sorelle Fontana, Disegno di Antonio Pascali, 1950-55 c.a., china, acquerello e brillantini su cartoncino, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma.
Sorelle Fontana, Disegno di Antonio Pascali, 1950-55 c.a., matita, china, acquerello e tempera su cartoncino, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma.
Sorelle Fontana, Disegno di Antonio Pascali, 1950-55 c.a., matita, tempera, acquerello e brillantini su cartoncino, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma.
Sorelle Fontana, Disegno di Renato Balestra, 1950-55 c.a., matita e tempera su cartoncino, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma.
Sorelle Fontana, Disegno di Renato Balestra, 1950-55 c.a., matita, acquerello e tempera su carta, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma.
Sorelle Fontana, Disegno di Renato Balestra, 1950-55 c.a., matita, acquerello e tempera su carta, CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma

All’interno della sua analisi affiorano quindi i nodi di Storie di fili, quel fil rouge nel quale emergono tante declinazioni del concetto di filo: dal filo reale, quello utilizzato per tessere e creare indumenti, al filo figurato, concettuale. Anche la ricerca di Claudia parte dal patrimonio CSAC per andare poi a definirsi e completarsi grazie ai ragazzi e alle ragazze della cooperativa1212 attraverso un’azione performativa, realizzata per l’inaugurazione insieme a quella di Sissi, e l’opera site specific Pelle di bosco.

Sissi, Abitolare, performance in occasione dell’opening. Photo credits: Ilaria Depari

STORIE DI FILI. Claudia Losi, Paola Mattioli, Sissi
A cura di Francesca Zanella e Valentina Rossi

21 maggio – 25 settembre 2022

CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma
Via Viazza di Paradigna 1, Parma

Orari di apertura: mercoledì, giovedì, venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19

Ingresso: biglietto intero 10 euro; biglietto ridotto 8 euro. Per altre riduzioni e per il tariffario completo con tutte le convenzioni visitare il sito www.csacparma.it

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