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VERONA | Veronafiere | 11–13 dicembre 2020

Intervista a STEFANO RAIMONDI di Matteo Galbiati

Proseguendo i nostri incontri a distanza all’insegna del #iorestoacasa e del #lartenonsiferma, abbiamo contattato Stefano Raimondi, neo direttore artistico che, succedendo ad Adriana Polveroni, prende il timone di ArtVerona per il triennio 2020-2022.
Per salutare la sua nomina rivolgiamo a lui qualche domanda come anticipazione sui nuovi orientamenti, idee e progetti e su quali propositi di continuità ha in animo di riservare per la manifestazione scaligera che, a causa dell’emergenza sanitaria, ha dovuto riprogrammare il proprio calendario, spostando al mese di dicembre l’appuntamento fieristico dedicato all’arte contemporanea del capoluogo veneto.

Stefano Raimondi Foto Paolo Biava

Cosa rappresenta questo incarico per te? Quali oneri e onori l’accompagnano? Come muta il tuo ruolo e la tua posizione di curatore “militante”?
Non riesco a separare in questo momento la nomina a Direttore Artistico della fiera più fortemente legata all’Italia come ArtVerona rispetto all’emergenza storica che stiamo vivendo. Per cui, prima di tutto, questo incarico contiene in sé il dovere di fare il massimo per supportare e rilanciare nell’ambito economico e artistico il Sistema Italia. Quindi per ora direi molti oneri e pochi onori, sinceramente è la condizione che preferisco.

Pensando alla situazione attuale che ha stravolto tutto, è inevitabile chiederti, aldilà del cambio di data, cosa può significare e come influenzerà, secondo te, la 16a edizione di ArtVerona? Possono esserci ripercussioni a lunga distanza?
Ho sempre trovato nelle gallerie e nei collezionisti, che sono tra le principali colonne di ArtVerona, una capacità di leggere e vincere il tempo con idee, coraggio, generosità e aiuto reciproco. All’interno di una situazione eccezionale, ho già avuto modo di ascoltare proposte molto interessanti. Sono convinto che per il suo legame indissolubile con l’Italia e la capacità di ascoltare le esigenze dei suoi attori, l’identità di ArtVerona uscirà rafforzata.

ArtVerona 2019, panoramica generale della scorsa edizione, Veronafiere, Verona

Quali sono i tuoi propositi? Su cosa stai lavorando e quali orientamenti e direttive vuoi seguire? Cosa ti/ci aspetta nel prossimo triennio per quanto riguarda l’appuntamento veronese?
#ItalianSystem sintetizza il percorso del prossimo triennio di ArtVerona, una manifestazione che vuole posizionarsi come punto di riferimento per chiunque sia interessato ad approfondire il sistema Italia, una rete vasta, nazionale e internazionale, attenta alle sperimentazioni più ardite e al moderno. Una manifestazione che ha nella cura, accoglienza e qualità le sue doti principali, con un pubblico selezionato e un percorso di crescita molto preciso.

ArtVerona ha sempre basato la propria identità soprattutto sull’attenzione peculiare per il collezionismo, per gli emergenti e per il “sistema Italia”, cosa manterrai come punti imprescindibili e irrinunciabili?
Tutti questi elementi, a cui vorrei aggiungere il più ampio coinvolgimento della città e del territorio e delle istituzioni pubbliche e private che promuovono l’arte e la cultura.

Nuovo ingresso Re Teodorico, Veronafiere, Verona

Si parla di concept rinnovato, come sarà strutturata ArtVerona? Cosa deve aspettarsi il visitatore e che fiera avrà modo di trovare?
Una fiera capace di stupire sin dal nuovo monumentale ingresso, emozionante nelle diverse sezioni, in grado di mostrare e sostenere aspetti peculiari del Sistema Italia come la sperimentazione, la trasmissione di conoscenze, la capacità di creare e indirizzare la visione e il gusto artistico, la mobilità e il supporto agli artisti.

Una vocazione peculiare è anche la relazione stretta col territorio tanto che il binomio arte-impresa (e non solo) è sempre stato fondamentale per ArtVerona. In questo senso, su cosa farà conto la tua proposta di fiera?
L’attrattività del progetto di ArtVerona si basa anche sull’attenzione al contesto territoriale. Le relazioni con il mondo dell’imprenditoria e le felici contaminazioni tra questo settore e quello dell’arte sono frutto di un lavoro di ampio respiro che ArtVerona porta avanti da anni, attraverso diverse iniziative che vanno dalle conversazioni in fiera al roadshow alla scoperta delle collezioni italiane, a progetti rivolti agli imprenditori come quello che lo scorso anno, insieme a Sineglossa, ha indagato il tema della relazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale.
Una importante novità della prossima edizione è il progetto Sculpture & The City, a cura di Elena Forin, che prevede la collaborazione tra ArtVerona e Marmomac, la più grande manifestazione al mondo dedicata al settore lapideo e alle sue tecnologie, per la realizzazione di una scultura pubblica. Il progetto è strettamente legato alle collaborazioni con diverse imprese della filiera ma allo stesso tempo dimostra la capacità di Veronafiere, assolutamente non scontata, di mettere in sinergia due appuntamenti rilevanti del suo calendario.

ArtVerona, grafica by StudioTemp

Una fiera deve, comunque, fare i conti con il mercato e il collezionismo: quali sono le tue aspettative e/o previsioni? Che strumenti deve avere una fiera per incentivarli e sostenerli?
Sia dalle gallerie che dai collezionisti che hanno partecipato alle precedenti edizioni ho avuto molti resoconti positivi e lo stimolo a spingere sempre di più sulla strada della qualità, dell’attenzione e del dialogo. ArtVerona ha una cura particolare verso i collezionisti e quest’anno sarà arricchita da un inedito programma dedicato. Credo che una fiera per sostenere il mercato debba prima di tutto essere sincera, mettersi all’ascolto e a disposizione, fornendo al contempo delle linee guida e dei progetti che rendano appassionante l’esperienza della visita.

Stefano Raimondi (1981) è un curatore e promotore d’arte. Dal 2010 è direttore del network culturale The Blank Contemporary Art con cui organizza annualmente il Festival d’Arte Contemporanea ArtDate e con cui ha curato le mostre personali di Nathalie Djurberg & Hans Berg, Eva & Franco Mattes, Jonas Mekas e Deimantas Narkevičius. È stato Curatore alla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dal 2011 al 2017, istituzione per la quale ha curato mostre personali di artisti internazionali come Cory Arcangel, Rochelle Goldberg, Rashid Johnson, Andrea Mastrovito, Ryan McGinley e Pamela Rosenkranz. Dal 2013 al 2017 ha curato Qui. Enter Atlas – Simposio Internazionale di Curatori Emergenti. Nel 2011 ha co-ideato BACO – Base Arte Contemporanea per la quale ha curato le mostre di Francesco Arena, Riccardo Beretta, Filippo Berta, Ettore Favini, Oscar Giaconia, Daniel Knorr, Jacopo Miliani, Israel Lund, Navid Nuur, Adrian Paci, Dan Rees e Guido Van Der Werve. Dal 2015 al 2017 è stato docente all’Accademia di Belle Arti di Verona. È membro dell’IKT – International Association of Curators of Contemporary Art.

ArtVerona
direzione artistica a cura di Stefano Raimondi

11–13 dicembre 2020

Nuovo ingresso Re Teodorico
Veronafiere
Viale dell’Industria, Verona

www.artverona.it

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