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VITULANO (BN) | GiaMaArt studio | 3 novembre 2012 – 26 gennaio 2013

Intervista a STEFANO BOLCATO di VIVIANA SIVIERO

Sabato 3 novembre GiaMaArt studio inaugura e si trasferisce al piano terra della sua già nota sede di Via Iadonisi 14 a Vitulano, presentando la mostra The party is over, personale dell’artista Stefano Bolcato.
Una tecnica classica, colori saturi, quasi artificiali vivaci allegri e giocosi tipici dei soggetti che ritraggono, fatti per insegnare a quel popolo di bambini che un giorno sarà adulto, a costruire. Ma l’azione in cui sono impegnati è tutt’altro che rassicurante e genera nello spettatore uno scarto fra sorriso ed incertezza. Un’incertezza che si focalizza sul periodo di crisi che il mondo occidentale sta attraversando e di cui l’uomo è unico responsabile. Parliamo con Stefano Bolcato (Roma, 1977), del suo attuale, gioco preferito…

The Party is over. Qual è il significato che sottintende questo titolo? Puoi essere i nostri occhi e raccontarci la mostra che inaugura a breve da GiaMaArt studio?
È una riflessione sul periodo che stiamo vivendo, sulla crisi di quello che chiamiamo comunemente mondo occidentale. Una galleria di immagini che focalizzano momenti o raccontano storie. Le opere sono coloratissime, rispettando la vocazione tipo del giocattolo, i messaggi in esse contenuti non sempre sono così seducenti.

Su cosa si basa la tua ricerca a livello poetico e quale tecnica utilizzi?
Cerco di produrre un corto circuito emozionale nello spettatore, prendo un gioco di costruzioni molto popolare e provo a sovvertirne le regole proposte nelle istruzioni di montaggio e nell’immagine patinata stampata sulle confezione in vendita. La maggior parte dei lavori sono olio su tela, mi piace molto la consistenza e l’odore di questo tipo di colori, anche perché mi riporta all’infanzia nel periodo in cui mio padre dipingeva. Mi trovo bene con la materia, mi permette di ottenere buoni risultati realistici, riproducendo l’effetto accattivante della plastica dai colori vivaci, inoltre l’accostamento di una tecnica di così antica tradizione a soggetti tanto contemporanei e dal disegno industriale, è perfettamente in linea con la trasversalità del percorso creativo che guida il mio lavoro.

I personaggi riprendono le fattezze degli omini lego: giocattoli evergreen che hanno impegnato e stimolato intere generazioni di bambini e regalato la tranquillità ad altrettante generazioni di genitori: perché li hai scelti come soggetto pittorico per i tuoi lavori e in che maniera li “poni in scena“?
Fanno parte del mio vissuto, da piccolo erano il mio gioco preferito, ora mi consentono di restare ancora bambino. La differenza è che oggi, attraverso di loro, lungo un percorso trasversale, cerco di raccontare alcuni aspetti inquietanti ed analoghe azioni della specie umana, che sembra votata all’autodistruzione. La realizzazione del quadro, solitamente olio su tela, è l’ultimo passaggio di un lavoro in più fasi. In linea di massima il percorso è questo: parto da un’idea legata ad un episodio, una notizia o una foto che mi colpiscono, cerco nelle mie scatole di lego elementi utili per comporre materialmente la scena, segue l’allestimento del micro set di posa e lo studio della luce e dei dettagli, posiziono la macchina fotografica digitale a distanza ravvicinata in maniera di ottenere un effetto realistico ed eseguo numerosi scatti sperimentando angolazioni, luce, atmosfere diverse e modificando posizione dei personaggi e degli accessori. Trasferisco le immagini sul computer, inizio la selezione e decido il taglio definivo da dare all’inquadratura. Ultima fase, disegno la scena sulla tela prendo i colori e completo il lavoro.

Secondo te perché la tua pittura piace? E cosa dici a coloro a cui invece non piace…?
Il consenso deriva senz’altro dalla marcata matrice pop del soggetto, è una pittura che fa da eco ad un mondo immaginario senza età. Bisogna anche considerare che la storia di questa grande azienda Danese ha oltre mezzo secolo, pertanto generazioni diverse sono legate a questo marchio. Per la stessa ragione questo lavoro può essere criticato negativamente, additato come facile scorciatoia per sedurre il pubblico… viva la varietà di opinione dei fruitori. Per quanto mi riguarda, per la realizzazione dei miei lavori, attingo esclusivamente dal mio vissuto combinando a mio piacimento, in una sorta di contrazione temporale, elementi diversi, cronaca nera, finanziaria, politica ecc… esattamente come facevo da bambino quando assemblavo invenzioni con le costruzioni Lego, il resto mi interessa poco.

Stefano Bolcato. The party is over
a cura di Carolina Lio


Inaugurazione sabato 3 novembre 2012, ore 18.30
3 novembre 2012 – 26 gennaio 2013

GiaMaArt studio
Via Iadonisi 32, Vitulano (BN)

Info:
+39 0824 878665
www.giamaartstudio.it

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