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LOZIO (BS) | Luoghi vari in permanenza | Dal 5 ottobre 2019

Intervista a ALICE VANGELISTI di PIETRO BAZZOLI

Di progetti degni di nota, ce ne sono molti. Del resto, ogni mostra, fiera, galleria nasce da un progetto, dalla volontà di alzare di un poco l’asticella di ciò che è stato fatto finora. Forse in virtù della volontà di superamento del limite imposto, e autoimposto, in termini di operosità; forse come coronamento di un percorso; forse per regalare nuove visioni di studio, ricerca o interesse.
È certo, però, che per quanto l’arte possa essere un forte aggregatore sociale – quanti recuperi in quartieri disagiati o edifici dismessi tramite gli interventi più disparati? – poche azioni artistiche si inseriscono in un contesto comunitario quanto una residenza. La residenza artistica richiama a sé artisti diversi, trasformandosi e trasformandoli, trasformando gli abitanti e il luogo stesso: una creatura poliedrica fermamente ancorata alle proprie origini.
Lo è ancora di più se i lavori “residenziali” sono in modo inequivocabile destinati a inserirsi nel tessuto sociale. Vissuti in modo quotidiano, divengono parte integrante delle zone dove sono inseriti. È questo l’esempio di falía* Artists in Residence, nel comune camuno di Lozio (BS).
Abbiamo intervistato Alice Vangelisti, direttrice, ideatrice e curatrice della residenza, al termine della seconda edizione della residenza stessa:

falia* 2019, Chiara Arturo, Fragmentum, installation view Photo by Maura Vangelisti

Come si sviluppa la residenza?
falía* Artists In Residence nasce nel 2018 come mio progetto di tesi specialistica sotto la supervisione del professor Alessandro Mancassola, all’interno del biennio di Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia. L’idea iniziale era indagare solamente il fenomeno delle residenze artistiche in relazione al contesto in cui si inseriscono, ma il progetto ha fatto nascere un vero e proprio programma di residenzialità per artisti in Valle Camonica, a Lozio. Ho strutturato la prima edizione con la volontà che continuasse, e così è stato: quest’anno ha avuto luogo la seconda edizione, grazie all’appoggio delle istituzioni locali e all’enorme sostegno da parte degli abitanti di Lozio.

falia* 2019, Daniele Cinciripini e Serena Marchionni, A non più di tre lanci di pietra Courtesy of the artists

Quale il rapporto che si è instaurato con la comunità?
Non è mai semplice inserirsi all’interno di una comunità, ma per me – e soprattutto per questo progetto – è fondamentale. Con falía* propongo agli artisti di interagire con gli abitanti: credo che lo scambio e il dialogo siano essenziali per conoscere l’anima di un luogo. Gli abitanti diventano così attivi e partecipi, guidando gli artisti nell’esplorazione del territorio, che si fa portatore di un’identità profonda e sfaccettata. È storia, cultura, comunità, memoria, ambiente. Gli artisti invece lasciano una traccia di sé attraverso le loro opere site specific, che diventano una testimonianza tangibile dell’esperienza e una nuova lettura del contesto in cui hanno vissuto e lavorato.

falia* 2019, Valentina De Rosa, Di qui non si passa Courtesy of the artist

Quindi, non possono vivere gli uni senza gli altri…
Le opere realizzate durante la residenza non sono esportabili altrove: funzionano all’interno della realtà nella quale – e per la quale – sono state realizzate, lasciando così una traccia del passaggio dei diversi artisti. Ciascuno ha interpretato secondo la propria ricerca e sensibilità la stratificazione di memorie, il tessuto sociale e le specificità ambientali, culturali e storiche presenti. È interessante vedere come un contesto sia in grado di far nascere opere completamente diverse tra di loro, ma che riescono a catturare l’essenza di questo territorio. Le connessioni umane che si creano grazie alla residenza incentivano la nascita di quella che amo definire una “comunità mista”, in cui l’arrivo di un nuovo artista contribuisce all’inserimento di un ulteriore tassello nel complesso tessuto delle relazioni sociali di questa realtà.

falia* 2019, Cesare Patané, Bòte, detail Courtesy of the artist

falía* si pone in un contesto bresciano sempre più in espansione: qual è il contributo della residenza?
La volontà principale è valorizzare il ricco contesto della Valle Camonica attraverso l’arte contemporanea, innescando una reciprocità tra le parti che dia una spinta rinnovatrice, in un continuo scambio di visioni, interpretazioni e suggestioni. In Valle Camonica esistono altri programmi di residenza: non volevo realizzare un progetto che si ponesse come novità assoluta, ma una nuova chiave di lettura sul tema della residenza artistica e dell’arte contemporanea in relazione al territorio. Ho deciso di chiedere agli artisti di lavorare site specific, pur sapendo che non è sempre facile. Il luogo è “difficile” da raggiungere in tutti i sensi, ma credo che questo sia anche un suo pregio: nel suo isolamento, conserva un’essenza pura e genuina in grado di trasmettere tantissimo. Uscire dai grandi centri cittadini deputati all’arte è oggi essenziale, delocalizzando esperienze e pratiche artistiche in terre “periferiche”, ma ricche di fascino e memorie. Nei grandi centri c’è un sovraffollamento di eventi e idee che possono creare spaesamento visivo e mentale. Non è mai facile lavorare e puntare sull’arte in luoghi come Lozio, sebbene essi racchiudano un’enorme potenzialità per il futuro.

falia* 2019, Roberto Picchi e Nicola Zanni, Qualcosa per fare, installation view Photo by Maura Vangelisti

Quali sono i parametri per la selezione degli artisti?
Gli artisti sono selezionati tramite un bando. La prima scrematura è effettuata da una commissione artistica, composta per questa edizione da Matteo Galbiati, Alessandro Mancassola e Marco Rossetti. Poi i progetti passano al vaglio di una commissione di selezione, in cui i quattro commissari artistici sono coadiuvati dai rappresentanti dei principali partner locali: Antonio Giorgi per Comune di Lozio, Claudio Canossi per G.I.A.N. e Matteo Massa per Pro Loco. Selezionare degli artisti per progetti site specific non è semplice: bisogna immaginarsi come sarà l’opera e quanto il contesto di riferimento ha da offrire. Ci si basa sulla bozza inviata, confrontandola con la ricerca personale riscontrabile nei portfolio. L’aspetto più interessante è vedere come le idee prendono vita, in relazione all’esperienza diretta sul territorio. Il primo anno abbiamo puntato sull’internazionalità, con una selezione molto varia dal punto di vista delle opere che sono state create. Quest’anno abbiamo preferito concentrarci su artisti italiani, con una forte presenza di fotografi.

falia* 2019, Flavia Rossi, Mi affaccio sul bordo della valle Courtesy of the artist

Nelle due edizioni, quali sono state le dinamiche e i risultati ottenuti tra artisti e luogo?
Posso dire che le dinamiche più interessanti si sono instaurate tra artisti e abitanti: rendono l’esperienza significativa. È bello veder tornare gli artisti a Lozio, perché significa che l’esperienza ha permesso uno scambio reciproco che va oltre. Allo stesso tempo è interessante vedere gli artisti mettersi in gioco, sperimentando anche nuove tecniche che poi entrano nella loro ricerca successiva. Il luogo inoltre è stato attraversato e indagato dai più svariati punti di vista: ognuno, secondo il proprio sentire, ha interpretato le tante essenze che compongono questa terra. Essendo Lozio totalmente immerso nella natura, permette anche agli artisti di vivere un contatto diretto con questo aspetto, lontani dal caos quotidiano.

falia* 2019, Alice Pedroletti, Reverie (‘Nhomiah) Courtesy of the artist

Come si inseriscono le opere nella Casa-Museo della Gente di Lozio?
Le opere restano in donazione al Comune di Lozio e sono in esposizione permanente in diversi luoghi del paese. Alcune hanno trovato spazio all’esterno, mentre le altre, per motivi conservativi, sono collocate all’interno del museo etnografico nella frazione di Villa. In realtà si tratta di una raccolta molto ampia e variegata di oggetti legati alla tradizione contadina tipica della zona. Le opere si innestano all’interno del museo quasi alla perfezione. Dialogare con una realtà museale così fortemente connotata è abbastanza complesso, ma ricco di significato, in una continuità profonda tra passato, presente e futuro. La sfida di esporre all’interno di luoghi complessi e connotati è per me molto più stimolante, anche perché diventano significativi del contesto di riferimento a cui gli artisti attingono durante la creazione dei loro progetti.

falia* 2019, Thomas Scalco, Hercafalia Courtesy of the artist

Quali sono i prossimi progetti e programmi per la residenza?
L’idea portare avanti il progetto affinché s’instauri una costante tra arte e territorio, al fine di creare una collezione di arte contemporanea nata da e per il luogo. Portare sempre nuovi artisti a interagire con questa realtà sia motivo di sviluppo e crescita reciproca, quindi vorrei continuare a puntare su esperienze simili per il suo rilancio. In questi giorni sta nascendo l’Associazione falía*, che si occuperà principalmente della residenza, ma anche di mostre, workshop, collaborazioni con artisti, eventi… L’idea è infatti quella di continuare nel tempo a innescare tante piccole scintille contemporanee – contenute già nel nome del progetto, che in dialetto camuno significa appunto scintilla, ma curiosamente anche fiocco di neve. Perché in fondo, fin dalla sua nascita, falía* è un innesco continuo di connessioni, suggestioni ed esperienze.

falía* artists in residence 2019
a cura di Alice Vangelisti
con il patrocinio e il supporto di Comune di Lozio, G.I.A.N., Pro Loco Lozio

commissione artistica 2019: Alice Vangelisti, Matteo Galbiati, Alessandro Mancassola, Marco Rossetti

Artisti: Chiara Arturo, Daniele Cinciripini e Serena Marchionni, Valentina De Rosa, Cesare Patané, Alice Pedroletti, Roberto Picchi e Nicola Zanni, Flavia Rossi, Thomas Scalco

Nuove opere in permanenza dal 5 ottobre 2019

Luoghi vari
Lozio (BS)

Info: www.falia-air.com

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