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VENEZIA | Marignana Arte | Fino al 16 dicembre 2023

di FRANCESCA DI GIORGIO

Un tempo, si diceva, a tutto vi è “rimedio”. L’importanza data a questo termine nel passato era evidente in quanto il primo significato della parola remedium deriva dal tema mederi: medicare, curare. Il concetto di cura aveva una centralità importante nella vita degli antichi per un motivo molto semplice, uomo e natura parlavano la stessa lingua ed era l’universo vegetale a custodire misteri e verità della vita stessa.
Il linguaggio delle piante, quello che a noi contemporanei oggi appare come un codice astratto e lontanissimo, era una koiné, una lingua comune legata alla vita di tutti i giorni e di una qualità e bellezza insita e manifesta ai più. Ciò che a noi oggi sembra inaccessibile un tempo era lì, a portata di mano. Ciò che per noi oggi ha un sapore quasi sconosciuto era una scienza in mano alle persone.

Il mondo verde delle piante, Viridis, citato dalla mostra personale di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci negli spazi di Marignana Arte a Venezia, è il fulcro della ricerca più recente dell’artista che lavora da tempo sul rapporto uomo-natura, in questo caso con un focus legato a quella che chiamiamo fitoterapia, branca della farmacoterapia oggi accreditata a livello scientifico.

Non parliamo, quindi, di piante qualsiasi, lo ricorda Marina Dacci nel testo in catalogo: «Silvia Infranco si è focalizzata nella scelta di alcune piante capaci di agire coi loro principi attivi soprattutto sulle patologie nervose che affliggono la società contemporanea: tiglio, iperico, salvia, malva, menta, rosmarino, liquirizia, viola, galanga, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, puleggio, zafferano che sono state formalmente declinate in modi diversi nei suoi lavori nati dalla consultazione, per lo più manoscritti e libri a stampa antichi, da cui Silvia Infranco è stata affascinata non solo visivamente, ma dai loro rimandi simbolici».

Silvia Infranco, da sx a dx: Giusquiamo e Belladonna, 2023, collage con ossidi, pigmenti, carta velina, 50×36 cm ciascuno, photo credits Enrico Fiorese, courtesy Marignana Arte

L’allestimento è un processo di scoperta che porta a stabilire, come fossimo all’interno di un archivio in progress, connessioni tra la pianta scelta da Infranco e la sua resa formale all’interno dell’opera che in un certo senso la custodisce come a preservarne un po’ del suo mistero: «Le piante salvifiche sono depositate ora in scrigni rivestiti di cera ora incatenate in ampolle o mortai dedicati alla loro lavorazione mentre la clessidra scandisce il tempo della loro sedimentazione e le opere a parete le proteggono con impasti di cere» scrive ancora Dacci.

Silvia Infranco, Libro d’artista, 2023, fumigazioni, salvia, carta fatta a mano, 31×42 cm, photo credits Enrico Fiorese, courtesy Marignana Arte

Non aspettiamoci, quindi, di vedere le piante nei loro particolari di radici, foglie, fusti, fiori e frutti, ma nella loro metamorfosi e, in un certo senso, rinascita. È la salvia, coinvolta dall’artista in un particolare processo di macerazione e fumigazione, a dar vita alla carta al libro d’artista, è il rosmarino a “ricomporsi” in sequenza di polaroid nate dalla sovrapposizione di immagini di differenti erbari dal XII sec al XVI secolo…
E, poi, il pensiero della cura non come concetto da dire ma da agire… Lo sa bene Infranco maestra nel preservare e custodire. Le cassette lignee di Remedia contengono ricette e preparati con piante tratti da scritti di Hildegard von Bingen e di Dioscoride, unitamente a misture di erbe essiccate, cera ed essenze, le sculture Mortai e Ampolle sono “protette” da un rivestimento composto di argilla, cera, ossidi ed erbe essiccate (menta, tiglio, iperico e malva).
Non ultima, la parola, anch’essa cura che trova “rifugio”. Le Precationes antichi testi/“formule magiche” – attivatori delle virtù delle piante, invocazioni scritte e recitate a voce e somministrate insieme ai composti officinali – nell’opera di Infranco diventano preghiere laiche i cui testi, inglobati in strutture cilindriche rivestite di cera naturale, diventano oggetti da conservare in bacheche di legno e di cui possiamo leggere solo dei frammenti.

Silvia Infranco, Precationes, 2023, erbe carta pigmenti ossidi cera legno di riuso, 36×37 cm dittico, ph. Enrico Fiorese, curtesy Marignana Arte

Tutte opere, quelle della Infranco, che si presentano ai nostri occhi come provenienti da un mondo e un tempo lontanissimi. Opere giovani che sembrano consunte dal tempo… Il nostro.

Silvia Infranco. Viridis
A cura di Marina Dacci

Fino al 16 dicembre 2023

Galleria Marignana Arte 
Dorsoduro, 141, Rio Terà dei Catecumeni, Venezia

Orari: dal mercoledì al sabato, dalle 11.00 alle 19.00. Domenica, lunedì e martedì aperto solo su appuntamento Fermate vaporetto: Salute – Linea 1, Spirito Santo – Linee 5.1 / 5.2 / 6

Info: +39 041 5227360
info@marignanaarte.it
https://www.marignanaarte.it/

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