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REGGIO EMILIA E PARMA | sedi varie | Fino all’11 dicembre 2022

Mentre sta per aprire uno dei momenti conclusivi de Il Bestiario della Terra di Yuval Avital, i diversi spazi del Teatro Due diventano luogo del viaggio tra creature e storie che popolano il progetto.
Installazioni e performance rigorosamente dal vivo con attori, danzatori, cantanti, musicisti e burattinai compongono un’esplorazione fantastica, in continuo divenire, dei temi fondanti la relazione tra essere umano e animale. Figure antropomorfe, animali ed esseri ibridi tra umano e animale, prendono vita come catapultati all’interno del teatro da un mondo onirico; i visitatori potranno incontrarli muovendosi liberamente fra gli spazi, immergendosi in un’esperienza unica, inedita e irripetibile…

Yuval Avital_Dettaglio del Labirinto di oltre 150m che costituirà il Lungo corridoio dell’Uomo nero, una scena del Mostrario Parte II_Teatro Due Parma. Ph. Andrea Morgillo

Intervista a YUVAL AVITAL di Francesca Di Giorgio

Ormai è chiaro. È praticamente impossibile definire Yuval Avital attraverso un solo medium di espressione. Pittore, compositore, scultore… Il passaggio fluido tra linguaggi diversi è un dato acquisito per suggerire domande e riflessioni. «Forse la radice di tutto ciò, è anche la parzialità di ogni realizzazione artistica che comunque è una traduzione di qualcosa di più ampio e di più profondo» racconta Avital.
In questa direzione il suo ultimo grande progetto Il Bestiario della Terra per Reggio Parma Festival è sintomatico.

Mostrario Parte I di Yuval Avital al Teatro Regio di Parma. Ph. Roberto Ricci

Con il sostegno del Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, attraverso un fitto calendario annuale (giugno-dicembre 2022) di mostre, eventi, performance – in stretta collaborazione con i tre teatri soci del festival: Fondazione Teatro Regio e Fondazione Teatro Due a Parma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia – è perfetta fusione tra la ricerca che anima da sempre Yuval Avital e la rivisitazione potente e suggestiva delle tradizioni che dal Medioevo connotano fortemente la cultura artistica, religiosa e scientifica di questa porzione di Emilia. «Un virtuoso compenetrarsi di talenti e professioni» ribadisce così consapevolmente un altro aspetto fondamentale a cui a volte si presta scarsa attenzione: la z.
Il Bestiario della Terra è, dicevamo, un progetto composito e molto coraggioso. Può essere inteso come un palinsesto in cui all’interno si possono trovare elementi diversi tra loro per genesi, natura, sviluppo e finalità: mostre monografiche, installazioni, eventi e in cui, nell’arco di un anno, si dispiega tutto l’“arsenale artistico” di Avital.
Per sintetizzare, nel nostro dialogo, l’artista usa l’immagine del “quadro allegorico” in cui l’unione di concetti astratti si palesa attraverso un’immagine concreta…

Mostrario Parte I di Yuval Avital al Teatro Regio di Parma. Ph. Roberto Ricci

Qual è però il punto focale di questo tuo grande progetto/indagine, campionario di linguaggi del contemporaneo: pittura, fotografia, videoarte, installazioni sonore, opere relazionali e performative?
Mi piace vedere Il Bestiario della Terra come una meta-opera: è un viaggio in cui ogni mostra, ogni installazione, ogni creazione, è parte di un grande quadro allegorico. Per comprendere a fondo Il Bestiario della Terra bisogna vedere tutto l’insieme, ma spero di riuscire a trasmettere un’esperienza estetica e poetica sostanziale anche di fronte a ogni singolo elemento di cui si compone l’opera.
Non è la prima volta che scelgo un tema e inizio a indagarlo con vari linguaggi. Per esempio, nel 2017, nella mostra Variazione sul Tremore Armonico che ho realizzato al Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano (prodotta da Cusumano Masterpieces), ho affrontato il tema “Etna” e il suo tremore in una serie composta da oltre 400 fotografie, 3 opere diverse di videoarte, 6 partiture, 1 scultura sonora.
Il cuore de Il Bestiario della Terra sicuramente è un’equazione molto semplice: l’uomo e l’animale, i confini tra l’uno e l’altro, dov’è l’animale dentro di noi, chi è il mostro all’interno della nostra umanità, che differenza c’è tra mostro e creatura. E da lì derivano tutti i vari temi che ho indagato nei diversi progetti in corso: che cos’è un corpo, che cos’è un organo, è possibile ritornare ad essere animale, qual è la nostra vettorialità, siamo in ascensione, siamo in un limbo, siamo in una caduta libera. E poi alla fine anche il Mostrario, l’ultimo capitolo, che è il mio bestiario contemporaneo.

 

Yuval Avital, Anatomie Squisite, Musei Civici Reggio Emila, installation view, 2022. Ph: Martina Pizzigoni

Il corpo umano è diventato sempre più estraneo al grande corpo della Natura. Il tuo invito allora è quello di superare il confine illusorio tra umano e animale. Quali sono oggi, secondo te, i più grandi ostacoli che impediscono il nostro rientro nel “grembo materno” e quali possono essere le nuove strade da percorrere per riconciliare le parti?
Un Opus importante nella mia creazione è intitolato Foreign Bodies, realizzato nel 2017 in Svizzera per una mostra monografica alla Fondazione Fabbrica del Cioccolato nella Valle di Blenio, che poi si è arricchito di un secondo capitolo in Sassonia per la Biennale di Dresda del 2019 e di un terzo capitolo italiano nel territorio della provincia di Reggio Emilia, proprio all’interno de Il Bestiario della Terra. È qui che l’equazione “corpo estraneo” – termine medico, non poetico, utilizzato in riferimento all’intrusione nel corpo di un oggetto estraneo – viene ribaltata, nel momento in cui il nostro corpo (che in questo caso è quello nudo di danzatori e danzatrici) diventa il simbolo dell’estraneità dell’uomo dalla natura, intesa non solo come paesaggio, ma anche come l’Io animale e profondo annidato in ciascuno di noi.
Secondo me gli ostacoli che abbiamo creato in questo senso sono molti, basti pensare che nelle cerimonie monoteistiche, come la circoncisione o il battesimo, una delle finalità intrinseche è proprio quella di separare l’uomo dall’animale; inoltre, nel corso dei secoli, l’uomo è stato sempre collocato al centro dell’universo, dunque, in una posizione di superiorità, attuando una menzogna nei confronti della realtà.

Yuval Avital Foreign bodies n.3, terzo capitolo della serie di Foreign bodies, realizzato a Reggio Emilia in occasione del Reggio Parma Festival ©Yuval Avital 2022, courtesy: l’artista

Come diceva l’antropologo Desmond Morris, in qualche modo la modernità significa essere umani-animali in gabbie e, per proteggerci da questo paradosso, abbiamo riempito la nostra realtà di una serie di distrazioni e bisogni sempre in aumento, anche per riempire ogni momento vuoto e, allo stesso tempo, abbiamo bandito tutto ciò che esisteva nelle società tribali, come i rituali.
Se vuole uscire da questa gabbia, quindi, l’uomo deve fare degli sforzi immensi.
Durante la pandemia ci siamo sentiti come animali in gabbia e per questo, durante il primo lockdown, insieme alla coreografa Stefania Ballone ho creato un’opera corale immensa basata sulle testimonianze d’arte attraverso il gesto e la voce, dal titolo Human Signs, coinvolgendo 218 artisti da oltre 50 paesi, curando un affresco corale di vulnerabilità (in seguito realizzata durante Manifesta 13 a Marsiglia con performance senza pubblico in vari parti del mondo come sopra un tetto a New York, la campagna di San Pietroburgo, di fronte a un teatro vuoto a Tel Aviv e poi, nel 2021, presentata come una mostra immersiva al Centro Espronceda a Barcellona per LOOP Festival). Ecco, forse, una delle chiavi di lettura che voglio suggerire, proponendo riflessioni e non soluzioni, è che ciò che ci rende vivi è la vulnerabilità, più che la forza e la potenza. La considerazione diffusa, e per me banale, di dividere gli esseri umani in vincitori e perdenti ha creato solo un’estremizzazione di quello che i tibetani chiamano Samsara, ovvero un’illusione di realtà in cui siamo intrappolati. Ma è proprio la nostra vulnerabilità che deve aprirsi per lasciare spazio all’istinto, al nostro corpo, alla nostra imperfezione e accettazione dell’Io come un essere unico dentro un universo molto complesso e molto ricco.

Yuval Avital, dettaglio opere della mostra Anatomie squisite ai Musei Civici di Reggio Emilia, 2022

A proposito della differenza tra corpo biologico e corpo poetico… Possiamo farne esperienza all’interno del tuo progetto?
Penso che tutte le arti manifestino costantemente il concetto di Corpo. L’azione artistica è la creazione di un corpo: basata su analisi e sintesi, sul processo anatomico di dissezione e poi su quello di composizione e ricomposizione.
Nella mostra Anatomie Squisite, realizzata nei Musei Civici di Reggio Emilia, affronto questo tema in modo un po’ giocoso e, rifacendomi alla pratica surrealista dei cadavres exquis, ho assemblato figure ibride e fantastiche creando una serie di miei esseri fantastici, figure umanoidi e animalesche, ma anche trattori, navi spaziali e così via. Un lavoro di arte relazionale alla cui creazione hanno concorso, utilizzando i miei disegni come una partitura visiva, numerose professionalità del territorio reggiano, tra cui maestri ceramisti, laboratori con il terzo settore creati insieme alla Polveriera, il carnevale di Castelnovo di Sotto, i maestri burattinai della Fondazione Sarzi, ma anche gli scenografi e i costumisti della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. All’interno di questa mostra c’è anche un secondo gioco, ovvero l’allestimento d’artista che, insieme al curatore della mostra Alessandro Gazzotti e agli altri curatori del museo, ha intessuto un dialogo con le varie collezioni, soprattutto con quella Spallanzani, utilizzando le creature vere o fantastiche create dallo scienziato, insieme a oggetti trovati nei magazzini comunali di Reggio Emilia, per dare vita a una serie di composizioni materiche, accostando tra loro reperti biologici, archeologia, antropologia e fotografia. Infine ho composto un soundwalk. Lo spettatore così si addentra in una wunderkammer pienissima di elementi, tra “vene”, “quadri di carne” e coccodrilli-bare, per arrivare alla fine del percorso a una sorta di ultima cena in cui animali seduti a tavola si cibano di vari organi umani. Secondo me l’arte contemporanea può essere molto giocosa anche quando affronta tematiche serie.

Yuval Avital, Persona, Palazzo Marchi, Parma, veduta della mostra a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo, nell’ambito di Parma 360, in collaborazione con Reggio Parma Festival, 2022, © Yuval Avital. Courtesy: l’artista

Arrivi dal teatro e dalla musica dove i termini “solista” e “corale” hanno molteplici significati…
Penso che la musica, che è la mia prima casa (essendo stato per tanti anni solista di chitarra classica, musicista e poi compositore quando ho scritto organici da orchestra, quartetti d’archi, ensemble di musica da camera, fino a organici immensi come quello di Garon per il concerto di chiusura della installazione di Anish Kapoor a Milano con 45 tube e contrabbassi, sei percussionisti, un coro, insomma un rito sonoro), abbia influenzato molto il mio pensiero, che può avere varie sfaccettature e molti modus operandi. Uno dei direttori della comunicazione del progetto di Reggio Parma Festival quest’anno, dopo una lunga conversazione con me, ha suggerito di inserireun sottotitolo, “Una monografia corale”, che a me è piaciuto molto perché Il Bestiario della Terra è frutto dell’azione di un artista che, a sua volta, in questo viaggio multisfaccettato, coinvolge centinaia di persone nella co-creazione: danzatori, attori, gente comune, ma anche tre grandi Fondazioni teatrali che agiscono non solo come enti ospiti o produttori, ma come una fucina creativa in grado di realizzare arte contemporanea attraverso una collaborazione strettissima con direttori, sarti, scenografi, tecnici che a loro volta diventano drammaturghi all’interno del progetto. Lo stesso vale per la mostra Persona (in corso a Parma a Palazzo Marchi), in cui sono esposte le Maschere sonore (presentate per la prima volta a Nephilim per il Museo Marino Marini di Firenze nel 2019) per la cui realizzazione, per oltre un anno, ho collaborato con 24 maestri in Toscana, con la curatela di Artex e OMA, costruendo con loro un rapporto non tra artista ed esecutore, ma piuttosto tra compositore e interprete.
Anche il lungometraggio Terme delle salamandre è stato creato con gli attori Andrea Mattei e Francesca Diprima e la partecipazione di tante figure della città, che chiamo “Virgili” in quanto mie guide preziose. Ecco, tutto questo per far capire come ogni lavoro possa vedere la co-partecipazione di molte maestranze, sapienza, talenti diversi per arrivare a un’espressione artistica che va oltre l’Io individuale.

Yuval Avital, Lessico animale, opus inedito che esplora la performance art realizzato presso Teatro Due di Parma, in collaborazione con gli allievi della Casa degli artisti 2021/2022 ed in occasione del Reggio Parma Festival. Mostra “Lessico animale. Prologo” in programma presso APE Museum di Parma, curata da Cristiano Leone. © Yuval Avital studio 2022, picture courtesy of the artist

Lessico animale è il momento performativo in cui il rituale coincide con una presa di coscienza: ogni nostro gesto ha un’importanza fondamentale ed ogni nostro semplice passo in più sulla Terra è un passo in meno nella nostra esistenza…
Lessico Animale. Prologo, creato in stretto dialogo con il curatore Cristiano Leone all’interno dell’attività Corso di Alta Formazione Casa degli Artisti di Fondazione Teatro Due a Parma, è per me uno dei punti apice de Il Bestiario della Terra ma anche della mia intera produzione artistica. In passato ho parlato spesso della necessità di ritornare al concetto di rituale, un rituale dell’arte. Per ritrovare il rituale, nel mio lavoro, si può risalire a delle opere del mio passato, come Alma Mater realizzata alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2015, con la partecipazione del designer Enzo Catellani e del mio amico e maestro Michelangelo Pistoletto: la più grande installazione sonora mai creata in Italia, una Cappella Sistina composta da 140 altoparlanti e proiezioni, in cui risuonavano migliaia di voci; oppure nell’opera di massa sonora Urla, prodotta da Open Sound Festival come evento principale per Matera 2019 Capitale Europea della cultura, in cui ho riunito oltre 300 artisti sonori lucani, da maschere a campanacci a grappoli di chitarre elettriche.
Il tempo è prezioso. Questo è un dato che è emerso in modo ancor più lampante durante la pandemia. E, noi, dobbiamo scegliere come spenderlo, come dare un significato, una profondità, un percorso dentro l’asse del tempo. Il concetto di tempo ha una dualità. Da una parte dipinti e sculture non esistono nel tempo ma nello spazio; dall’altra parte l’esperienza dell’osservazione del dipinto e della scultura accade nell’asse del tempo (per esempio uno può correre per una mostra e vederla velocemente, dedicando pochi secondi mediante una lettura immediata o dedicare un’ora intera a un quadro). Io penso che dentro il concetto di tempo ne risieda un altro intrinseco, che è il significato. All’interno del tempo che viviamo cerchiamo di trovare un senso delle cose e questa ricerca del senso ci riporta a strumenti di esplorazione dell’io che oggi sono diventati commerciali (penso ad esempio a coaching, workshop, ritiri) che poco contribuiscono a un viaggio libero alla scoperta dell’io. L’arte è, invece, una sfera disinteressata che ci può portare a riflessioni di questo tipo, che sono anche molto attuali.

Yuval Avital, Murale Cadavre exquis a Reggio Emilia (esecuzione di Simone Ferrarini). Ph. Fiammetta Pisani

Se dovessi sintetizzare ogni parte di cui si compone Il Bestiario della Terra e pensarlo con un grande essere vivente quali immagini useresti?
Penso che l’animale totem de Il Bestiario della Terra sia il Minotauro. Questo perché, come i Cadavres Exquis di Anatomie Squisite, conserva dentro di sé un’ibridazione del corpo umano e animale, così come Lessico Animale. Prologo è una transizione tra uno e l’altro, come Persona è un personaggio codificato e Membrana necessita di un filo per restituire il senso alle cose e uscire dal labirinto. Il labirinto del Minotauro, inoltre, sarà anche un po’ la struttura pensata per la parte finale della meta-opera il Mostrario (novembre-dicembre 2022, ndr), in cui il pubblico (al Teatro Regio e Teatro Due di Parma e al Teatro Valli di Reggio Emilia) potrà camminare liberamente tra il foyer, i corridoi, le sale secondarie e il palco centrale per vivere al pieno le diverse esperienze che proporrò.

Yuval Avital, Cadavre Esquis N°3, dal Mostrario di Yuval Avital, (2021). Locandina della mostra “Anatomie squisite”, in programma presso i Musei Civici di Reggio Emilia, a cura di Alessandro Gazzotti

Il tuo progetto arriva in un periodo storico in cui si riflette ancor più intensamente, sul ruolo del corpo e sulla sua vulnerabilità. Quali sono le azioni che quotidianamente ci avvicinano di più al nostro essere umani e animali assieme?
Credo molto nell’attivazione di processi, ovvero il pubblico non può essere sempre un consumatore passivo ma bisogna trovare un modo di metterne in moto l’io, inteso anche come corpo e voce. Sulla scia di questo pensiero ho coniato nel 2011 questo paradigma estetico che ho battezzato Crowd Music, musica da folla, in cui ogni partecipante, attraverso la voce e il corpo, può esprimere se stesso non in modo rigoroso, come se fosse condotto da un pentagramma o da una metrica, ma attraverso l’esteriorizzazione del proprio Io. Dobbiamo iniziare a vergognarci di meno del corpo e imparare ad accettarlo. Accettazione del corpo significa accettazione della nostra mortalità, tabù profondo, soprattutto in Occidente dove la vecchiaia è in qualche modo emarginata e si ha paura del corpo che cambia. E invece bisognerebbe proprio vivere questa vita come un’anomalia miracolosa in cui ogni momento è un attimo che va celebrato. Penso che la società del futuro, oltre ad interrogarsi su tecnologia e metaverso, debba anche porsi domande sul Noi come esseri animali.

Yuval Avital, Il Canto dello Zooforo, Casa del Suono di Parma. Foto: Ricci

Membrane è l’ultima mostra, in ordine di tempo, ad inaugurare all’interno del “Bestiario”. Ci racconti di cosa si compone?
Della mostra Membrane (chiusa il 13 novembre scorso, ndr) vorrei sottolineare diversi aspetti. Da una parte c’è la gioia immensa per il privilegio di avere Marina Dacci come curatrice (conosco Marina dal 2015): per me lavorare con un personaggio del suo calibro, che dedica tutto il suo pensiero e la sua sensibilità nel definire ogni dettaglio del progetto, è un insegnamento prezioso di cosa significa essere curatore. A questo si aggiunge la gioia immensa di esporre le mie opere ai Chiostri di San Pietro, secondo me uno dei luoghi più belli d’Italia per l’arte contemporanea. Infine, la felicità di mostrare tantissime opere, di diverse tipologie anche grazie al sostegno di Building (galleria di riferimento di Yuval Avital, ndr). Si tratta della mostra più grande de Il Bestiario della Terra: un polittico di quattordici proiezioni parallele con tutti e tre i capitoli di Foreign Bodies, decine di fotografie, decine di dipinti e delle mie sculture sonore Singing Tubes.
Insieme a Membrane, nel territorio di Parma e Reggio Emilia saranno quindi in corso parallelamente quattro mie grandi mostre monografiche, molto diverse tra di loro, oltre all’installazione de Il Canto dello Zooforo.

Yuval Avital, Membrane, Installation view Foreign Bodies n.1, Chiostri di San Pietro Reggio Emilia, 2022 Ph. Andrea Mazzoni

Yuval Avital è nato a Gerusalemme nel 1977 e vive a Milano. Artista multimediale e compositore Avital sviluppa le sue opere in una varietà di spazi, tra luoghi pubblici, siti archeologici industriali, teatri e musei, sfidando le tradizionali categorie delle arti.
La pratica di Yuval Avital è di natura poliedrica, multimediale e multidisciplinare. La sua ricerca coinvolge linguaggi artistici eterogenei che spaziano dalla scrittura di partiture musicali alla pittura, dal suono alle installazioni complesse, passando per performance, video-art, fotografia, sculture sonore e nuove tecnologie.
Quando l’artista si focalizza su un’indagine d’arte collocata in un territorio specifico, nasce spesso un affresco di creazioni che creano un doppio percorso: il primo legato al processo e alle connessioni con la popolazione del luogo – parte dove l’esperienza corale, comunitaria non è meno importante del prodotto artistico finale – il secondo riguarda invece la restituzione, che vuole consegnare al pubblico un’emozione nell’hic et nunc, ma anche lasciare qualcosa che rimanga nel tempo: un segno, una memoria, una nuova chiave di lettura, integrate nel patrimonio della terra che l’ha accolto. http://www.yuvalavital.com/

 

Trailer del Mostrario Parte I tenutosi al Teatro Regio di Parma il 18, 19 e 20 novembre 2022.

 


* Articolo tratto dall’intervista pubblicata su Espoarte #119: https://www.espoarte.net/shop/shop/espoarte-119-limited-edition/


Mostrario. Parte II
Dove: Teatro Due, Parma
2 – 4 dicembre 2022

2 – 3 dicembre |  ore 20.00 – 22.30
4 dicembre | ore 17.00 – 19.30

Biglietto di ingresso 5 euro, in vendita alla Biglietteria di Fondazione Teatro Due.

Mostrario. Parte III
Dove: Teatro Valli e Teatro Ariosto, Reggio Emilia
10 – 11 dicembre 2022

Sabato 10 dicembre, ore 20.30 – 22.30
domenica 11 dicembre, ore 18.00 – 20.00

Biglietto di ingresso 5 euro, in vendita alla Biglietteria del Teatro Municipale Valli e online su www.iteatri.re.it.
­Il pubblico può muoversi liberamente scegliendo il proprio itinerario tra i diversi spazi. Il tempo di permanenza in teatro è libero.

Anatomie squisite
9 giugno – 27 novembre 2022
In dialogo con la Collezione Spallanzani
Mostra monografica partecipativa a cura di Alessandro Gazzotti
Dove: Musei Civici, Reggio Emilia

Il Canto dello Zooforo
9 giugno – 9 ottobre 2022
Installazione icono-sonora
Dove: Casa del Suono, Parma

Murale “Cadavre Exquis”
Dal 1° luglio – opera permanente
Esecuzione di Simone Ferrarini
Dove: Magazzino Farmacie Comunali Riunite, Reggio Emilia

Lessico Animale. Prologo
7 luglio – 16 ottobre 2022
Mostra a cura di Cristiano Leone
Dove: APE Parma Museo, Parma

Persona
10 settembre – 23 ottobre 2022
Mostra monografica a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo
Promosso da Parma 360 in collaborazione con Reggio Parma Festival
Dove: Palazzo Marchi, Parma

Membrane
1° ottobre – 13 novembre 2022
Mostra monografica a cura di Marina Dacci
Dove: Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia

Mostrario. Parte I
Dove: Teatro Regio, Parma
18 – 20 novembre 2022

Info: www.reggioparmafestival.it

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