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MILANO | MyOwnGallery | 7 – 20 marzo 2013

Intervista a Casagrande&Recalcati di Francesca Di Giorgio

La tecnica (declinazioni di pittura ad olio) li vorrebbe “classici”, quanto meno con un occhio rivolto al passato, ma la luce che proviene dalle loro nature morte svela dell’altro. Sandra Casagrande e Roberto Recalcati, che da sempre lavorano sul confine di varie “discipline”, tornano con un progetto artistico site specific negli spazi di MyOwnGallery in zona Tortona a Milano. Nel quartiere dove arte, moda e design sono di casa il duo di artisti italiani costruisce la propria visione di vanitas volutamente “eccessiva”, preceduta da un “iper” che funge da prefisso e che tradisce una nuova destinazione.
L’Ipervanitas di Casagrande&Recalcati è affermazione di una materia fragile e corruttibile in cui la bellezza è alla continua ricerca di equilibrio…

Provate a spiegare il vostro personale “esserci”, tra passato e presente…
Il passato e la storia mutano in continuazione a seconda del punto di vista e della progettualità verso il futuro. Per noi si tratta di un continuo rimbalzo di suggestioni e riflessioni che portano alla creazione di immagini inedite, nuove, ma che raccolgono in sé, stratificate, tutta una tradizione di fatti che in qualche modo ci appartengono.
L’uso della pittura ad olio (solo a volte a velature, più spesso a corpo pieno sfumato) per noi è un mezzo, uno strumento, che ci permette di tradurre attraverso una materia cremosa e seducente un’idea di bellezza intesa sì come armonia, ma in incessante squilibrio; un’idea di bellezza dinamica, resa però attraverso la massima definizione e fissità atemporale.

Cosa volete comunicare con il prefisso “iper”? Sembra quasi creare un contrasto con il significato di vanitas… Superate il tema della caducità della vita?
Se nelle vanitas antiche l’intento “moraleggiante” è quello di non dare valore alle cose terrene puntando sulla spiritualità, con il suffisso “iper” vogliamo invece affermare un’adesione sensuale e corporea a tutto ciò che è fuggevole.
Il passaggio del tempo è vissuto nella società contemporanea come qualcosa di assolutamente negativo e i segni di questo passaggio troppo spesso sono cancellati o negati, come nei devastanti restauri di edifici, dipinti ecc… La materia corruttibile è spesso considerata solo “zavorra”, un accidente o il supporto intercambiabile e sostituibile di un’idea; invece è proprio la materia, con la sua fragilità, in tutti i suoi stadi di continua metamorfosi a essere l’unica depositaria di ogni “significato”. Ipervanitas è la celebrazione di questa materialità fragile e dell’effimero come parte fondante dell’esperienza umana.

Come avete “costruito” questa mostra e di quali lavori, realizzati ad hoc, si compone?
Tutti i lavori sono stati pensati appositamente per la mostra. Inizialmente il progetto voleva associare, accostare, elementi di estrema vitalità (fiori e dettagli di corpi femminili) a immagini di rovine (architetture piranesiane, scheletri antichi e fossili) creando situazioni in cui questo dualismo si rispecchiasse e, in qualche modo, si “riconoscesse”. Successivamente il lavoro concreto sui primi dipinti ci ha portati a ridefinire e selezionare quei soggetti che più esprimevano una parentela di forme: “fiori umani” e “scheletri vegetali”.

Mi pare, infatti, non siate stati tentati di interpretare il teschio tipico protagonista delle antiche vanitas e simbolo infestante delle ultime stagioni della moda, è così?
Quando abbiamo iniziato a lavorare sugli scheletri, abbiamo subito escluso l’idea del teschio, non tanto perché troppo abusato, ma per la sua eccessiva valenza simbolica. In realtà un teschio (celato da un pizzo) c’è, ma dipinto da un punto di vista che non lo rende riconoscibile e che è lontano dalla tradizionale iconografia.

All’attivo avete collaborazioni molto importanti in vari ambiti (vedi Dolce&Gabbana, Costa Crociere, Venini, Fendi Casa, Baxter e Italamp). C’è qualcuno con cui sognate di lavorare da tempo?
Le collaborazioni, soprattutto con Costa Crociere e Dolce&Gabbana, sono state molto stimolanti, specialmente per la sinergia che si è creata e la fiducia che ci è stata concessa. Il rapporto con una committenza illuminata, consapevole del lavoro che si svolge, è fondamentale.
Molti sono i nomi con cui ci piacerebbe collaborare, ma sarebbe incredibilmente bello pensare a un progetto artistico sostenuto dalle istituzioni italiane che ancora danno troppo poco peso all’importanza dell’arte e della cultura per lo sviluppo, anche economico, del nostro Paese.

L’ultima volta che ci siamo “incrociati” è stato al C Dream di Costa Crociere a Genova, nel 2009. Riassumete per noi gli ultimi tre anni di Casagrande&Recalcati e ci anticipate almeno un progetto in cantiere?
Riassumendo: ci è stata proposta la curatela artistica di Costa Fascinosa, siamo stati invitati a esporre all’evento collaterale della 54. Biennale di Venezia (Cracket Culture) e ad Open abbiamo realizzato un grande dipinto esposto in modo permanente al Palazzo della Regione Lombardia.
Per il futuro ci sono dei progetti, ma sono ancora in fase di definizione ma… “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco!”

Casagrande&Recalcati. Ipervanitas

7 marzo – 20 marzo 2013
Preview per la stampa: mercoledì 6 marzo 2013, ore 11.00 – 13.00
Inaugurazione: mercoledì 6 marzo 2013, ore 18.00

MyOwnGallery
Via Tortona 27, Milano

Info: +39 02 422501
info@myowngallery.it
www.myowngallery.it

casagranderecalcati.com

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