Non sei registrato? Registrati.
PRATO | Lottozero | Fino al 16 febbraio 2020

Intervista ad ALICE RONCHI di Corinna Conci

Esistiamo attraverso un’identità personale perché siamo nati e cresciuti in relazione ad un altro da noi, ad un altro corpo, rispecchiandoci per imparare le sfumature delle emozioni che regolano i nostri rapporti sociali. In questo modo assimiliamo quello che diventa il nostro funzionamento con la realtà e anche con noi stessi. Da adulti ci avviciniamo ad un altro corpo per ripristinare un meccanismo circolare che i secoli hanno visto passare molte volte. Orientati da due pulsioni originarie, quella dell’Eros e quella di Distruzione, ci muoviamo nel mondo. Secondo H. Marcuse però, non esiste antitesi, perché l’Eros converte in sé ogni forza distruttiva in energia creatrice per cui i due termini si fondono in meta sessuale e sublimata insieme: “La sfera spirituale diventa l’oggetto diretto di Eros e rimane un oggetto libidico”. Quel momento sacro di condivisione emotiva di piacere compare così nell’arte, delineato da Alice Ronchi attraverso una purezza del corpo e del sentimento. Delle moltissime nuance dell’argomento “sessualità”, in questo progetto a cura di Alessandra Tempesti per Lottozero, l’artista sceglie di indagare quella inerente alla tenerezza della scoperta dell’universo nascosto dell’altro, nella franca e immediata comunicazione di ciò che siamo, nella più manifesta e pulita espressione di sé.

Alice Ronchi, Soft Feelings Part I (Anatomy Class), cut-outs cotone, 2019. Foto di Rachele Salvioli.

Hai fatto riferimento all’intimità per raccontare di questo progetto che ha come soggetto la sessualità: si tratta di due concetti complessi e diversi che capita anche non si incontrino mai. Cos’è per te l’intimità rapportata al tema della sessualità?
Un’esperienza fondamentale.

Il primo capitolo del progetto Soft Feelings è Part I/ Anatomy Class che si struttura con un imprinting quasi didattico e figurativo, sviluppandosi su una dimensione personale. La seconda parte s’intitola Part II/ Soft Fellings riferendosi invece all’incontro di due corpi e al suo aspetto sentimentale, che hai deciso di manifestare con il media della pittura in modalità astratta. Ci racconti come è nato e cresciuto questo progetto?
Qualche anno fa mi chiesero di realizzare tre disegni sulla sessualità e le parti intime, per giorni rimasi bloccata, era una tematica che non avevo mai affrontato e che mi intimidiva. Passarono giorni senza che ottenni alcun risultato, così decisi di proseguire con gli altri progetti a cui stavo lavorando (centinaia di disegni di finissimi fili d’erba). A ridosso della scadenza, non avendo più idee, mi misi a disegnare quelle parti intime con la stessa fragilità del filo d’erba – un finissimo tratto a matita. In essi intravidi subito una bellezza, non tanto nel mio disegno in sé ma nell’estrema sintesi e delicatezza con il quale una vagina, un pene e il loro incontro potevano essere rappresentati. Una bellezza naturale che volevo sviluppare e sviscerare. Da qui è nato Soft Feeling, un progetto che indaga la dimensione intima del corpo, compreso nella totalità dei suoi sentimenti, sensazioni e desideri. Una versione quasi poetica di una fondamentale e carnale esperienza che se associata al sentimento e al desiderio può produrre forme pure e leggere.

Alice Ronchi, Soft Feelings Part I (Anatomy Class), disegni a impuntura su tessuto in cotone, 2019. Foto di Rachele Salvioli.

La prima parte del progetto, Anatomy Class, (interamente sviluppata con materiali tessili da Lottozero) rappresenta una fase di scoperta e d’indagine, una sorta di lessico anatomico rivolto alla scoperta di sé e dei segreti dell’altro. Essa indaga sia parti anatomiche generiche che problematiche specifiche, passando da forme di piacere menzionate attraverso i punti erogeni alle più comuni malformazioni, ed infine affronta le insicurezze sul proprio corpo manifestate nel rapporto con il partner e raccolte in una serie di forum online che ho poi rielaborato e rieditato. La seconda parte invece, che prende il nome dell’intero progetto, e che ancora è in fase di sviluppo, indaga l’incontro tra due corpi e lavora unicamente sulle sensazioni ed emozioni da esso scaturite; è composto da una serie di disegni e di dipinti.

Alice Ronchi, Soft Feelings Part I (Anatomy Class), filati in cotone, viscosa e poliestere, tessuti in cotone cuciti e imbottiti, tessuti di varie composizioni, rafia, plastica, fibre in lana greggia e tinte a mano, legno di faggio, pittura murale. Veduta della mostra, Lottozero textile laboratories, 2019. Foto di Rachele Salvioli.

Hai dichiarato che il tuo è un progetto anche sul bisogno di essere amati. Questo bisogno di vicinanza dell’altro se colmato, diventa stima strutturando l’equilibrio personale insieme al livello di soddisfazione della propria esistenza. Hai affrontato queste dinamiche psicologiche imprescindibilmente legate al corpo?
Credo che strutturare un proprio equilibrio personale sia un arduo lavoro e che sia parte di ognuno di noi nel proprio intimo ancor prima dell’incontro con l’altro, che indubbiamente andrà a shakerare quell’equilibrio. Ad ogni modo questo progetto non ha l’intento di addentrarsi nello specifico in queste tematiche, più che altro vuole mostrare una particolare tipologia di bellezza scaturita dall’incontro con l’altro che non necessariamente viene inteso come strumento necessario per la realizzazione di sé ma come pura condivisione di un’esperienza emotiva di piacere. Così, il bisogno di essere amati, si riferisce anche qui, a un desiderio inespresso rivolto prima di tutto verso sé stessi.

Raccoglitore con testi scritti dai ragazzi durante il workshop. Foto di Rachele Salvioli.

Una parte della mostra è dedicata anche al risultato del workshop con scuole del territorio pratese, che ha coinvolto ragazzi di età tra i 12 e i 15 anni. Come hai utilizzato il linguaggio dell’arte per sensibilizzare la rappresentazione di un corpo diverso da quello sessualizzato in modo strumentale dalla nostra contemporaneità?
In tutte le sue espressioni, dal disegno alla pittura al collage e così via. Fondamentale però è stato il lavoro iniziale di confronto nel quale abbiamo condiviso i testi scritti dai ragazzi su qual’era secondo loro il significato di sessualità. Abbiamo iniziato il dialogo osservando una mia ricerca visiva sulla rappresentazione della sessualità nell’arte, individuando una serie di immagini che in qualche modo trasmettevano una particolare bellezza e poetica, dai genitali delle sculture classiche ai dipinti più recenti di vulcani in eruzione (il tutto unito a una piccola introduzione sull’apparato riproduttivo).

Workshop con una classe III della scuola secondaria di primo grado Salvemini -La Pira di Montemurlo (PO) Foto di Rachele Salvioli.

Abbiamo poi concluso con una divertente chiacchierata nella quale sono stati sfatati alcuni miti e credenze, condividendo aneddoti di imbarazzo e incomprensione sempre cercando di sorriderne e di concepire quest’ampia sfera intima come qualcosa di assolutamente naturale e ordinario e potenzialmente molto bella.

Elaborati realizzati dai ragazzi di una scuola secondaria di I grado e una scuola secondaria di secondo grado della provincia di Prato esposti in mostra. Foto di Rachele Salvioli.

ALICE RONCHI. Soft Feelings (Part I / Anatomy Class)
a cura di Alessandra Tempesti

Fino al 16 febbraio 2020

Lottozero textile laboratories
Via Arno 10, 
Prato

Info: +39 0574 22883
info@lottozero.org
www.lottozero.org

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •