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FRANCIA | Hauts-de-Seine |Châtenay-Malabry | Maison de Chateaubriand | Fino al 24 marzo 2024

di LEO LECCI

Con la sua controllata esuberanza (uno ossimoro che certamente chi la conosce troverà azzeccato) Marie Denis, artista che ormai da diversi anni ispira il proprio lavoro alle forme della natura, ha “invaso” la Maison de Chateaubriand, dimora del celebre scrittore romantico francese. Ed è proprio la natura il punto di incontro tra lo scrittore e l’artista, tra l’opera letteraria di François-René de Chateaubriand e quella artistica di Marie Denis: già dal titolo della mostra che richiama il nome dello scrittore e del suo celebre romanzo pubblicato nel 1802 (René), ma, modificato al femminile (Renée), vuole essere anche un esplicito omaggio alla rinascita e alle metamorfosi della natura. Venticinque anni di lavoro della celebre artista francese si dispiegano nei diversi ambienti della dimora (e del grande parco che la circonda) attraverso opere diverse: fotografie, stampe, sculture, installazioni, dove l’elemento naturale, vegetale o minerale, viene indagato, reinterpretato, trasformato e presentato in differenti, nuove e originali identità espressive per essere messo in relazione agli spazi storici della dimora e del suo parco. In ogni stanza Marie Denis fa entrare la natura e segna così, decisamente, la propria presenza, tuttavia sempre rispettando la sacralità del luogo e ponendosi in dialogo con esso e le sue peculiarità. Sulle sedie del salone principale, ad esempio, Denis ha posto delle “teste” con intricate capigliature vegetali in memoria degli avvenimenti politici della fine del XIX secolo e dei viaggi di Chateaubriand: le decapitazioni della Rivoluzione francese o le eccentriche figure dei Muscadins o, ancora, le tribù indiane incontrate dallo scrittore nel suo soggiorno negli Stati  Uniti. Il salone, del resto, era luogo della conversazione, soprattutto politica, nella dimora di Chateaubriand che durante la Restaurazione fu anche diplomatico.

Nella camera da letto Denis rende ancor più tangibile la presenza dello scrittore: sopra il letto un delicato ricamo impresso su vetro rimanda al Chateaubriand più intimo; le grandi foglie metalliche di tarassaco che spuntano aguzze e tortuose da sotto il letto si riferiscono al suo sentimento di una natura “intranquille”, e la tendenza, quando era giovane, al sonno agitato; sulla scrivania, un cappello a cilindro poggia in equilibrio su una foglia di palma da cocco (pianta spesso evocata dallo scrittore) annerita con la grafite, alludendo al delicato equilibrio tra uomo e natura, tema costante dell’opera dello scrittore. Analoghe foglie di cocco sono presenti in altre sale a ricordare il primo romanzo di Chateaubriand, Atala (1801), ambientato negli Stati Uniti.

Marie Denis, Mylovely chapelle, 2023, installazione nella Cappella della Maison de Chateaubriand, Châtenay-Malabry, Hauts-de-Seine – Francia, © Marie Denis courtesy Galerie Alberta Pane (Paris/Venezia). Ph. Mami Kiyoshi

La cappella della dimora, situata nel parco, ospita Mylovely Chapelle un’installazione site specific ideata collocando sul pavimento, in corrispondenza di un altare dedicato alla Madonna, Étoile de cuivre (2008), una grande stella in rame (come appunto recita il titolo) realizzata riproducendo in metallo foglie di Sanseveria e di Asplenium: una sorta di mandala vegetale che amplifica l’aspetto meditativo e sacro del luogo e rimanda all’appellativo della Vergine (Stella maris), cui Chateaubriand era molto devoto. Similmente, nella Tour Vélleda, anch’essa situata nel parco, Denis ha concepito un’altra inedita installazione, L’œuf d’Homere, utilizzando ancora un’opera realizzata precedentemente, l’Œuf-gigogne (2011), grande scultura lignea che riproduce, separabili, le parti di un uovo con diverse essenze lignee: noce per il guscio, tiglio per il bianco, acacia per il giallo. Nell’ambiente della torre, scomposta nei suoi diversi elementi, la scultura instaura un dialogo materiale e ideale al tempo stesso: con il legno del mobilio (le alte librerie, la scrivania, ecc.) e con le sculture antiche che evocano racconti mitologici narrati da Omero, personaggio caro a Chateaubriand.

Marie Denis, L’œuf d’Homere, 2023, installazione nella Torre Vélleda della Maison de Chateaubriand, Châtenay-Malabry, Hauts-de-Seine – Francia, © Marie Denis courtesy Galerie Alberta Pane (Paris/Venezia). Ph. Mami Kiyoshi.

Anche negli spazi “neutri” della residenza, quelli riservati alle mostre temporanee, Marie Denis è stata capace di presentare la sua opera ricordando al tempo stesso la personalità del grande scrittore. L’artista ha trasformato quegli spazi in una sorta di atelier dove le opere, appese o appoggiate alle pareti e su strutture appositamente progettate, formano un ricco erbario composto da specie botaniche diverse, molte delle quali si trovano nel parco progettato da Chateaubriand stesso. I lavori qui presenti evocano il legame fragile tra il tempo dell’uomo e quello della natura, tema caro allo scrittore bretone. Tra le altre, vi si trova un’opera iconica come Le Quintet, photomaton-haïku (2014-2015), composizione di fotografie ai sali d’argento realizzate con un’antica cabina per fototessere (photomaton), che presenta frammenti del corpo dell’artista (mani, braccia, viso) abbinati a elementi vegetali (fior di loto, felce, cineraria), ritmati in una danza ipnotica.

Marie Denis, Le Quintet, photomaton-haïku, 2014-2015, fotografie, © Marie Denis courtesy Galerie Alberta Pane (Paris/Venezia)

Va infine ricordato che per l’esposizione il profumiere Alexis Toublanc ha creato una fragranza in sintonia con l’universo di Denis e Chateaubriand ispirata al petricore, l’odore che si percepisce quando la pioggia cade sul terreno asciutto.

Marie Denis, insomma, ha fatto propria un’importante raccomandazione di Chateaubriand: “Je recommanderais particulièrement l’étude de la botanique, comme propre à calmer l’âme en détournant les yeux des passions des hommes, pour le porter sur le peuple innocent des fleurs” (Essai sur les révolutions, 1797).

Con questa sua grande personale, che ha tutto il carattere di una prima antologica pubblica della sua interessante opera, Marie Denis ha raccolto una sfida non facile: presentare 25 anni di carriera in una dimora storica senza snaturarne l’identità, ma mettendosi in sintonia con essa e la personalità di chi l’ha concepita e vissuta. Visitando la mostra si può dire che ha vinto la sfida con la poesia delle sue opere.

Mathieu Génon, Ritratto di Marie Denis, collezione privata

Renée ou la nature des choses. Œuvres de Marie Denis
a cura di Anne Sudre

in collaborazione con la Galerie Alberta Pane

25 marzo 2023 – 24 marzo 2024

Maison de Chateaubriand
87, rue de Chateaubriand
92290 Châtenay-Malabry
Hauts-de-Seine – Francia

Orari: da dicembre a febbraio, 10.00-12.00 / 13.00-16.30
marzo, 10.00-12.00 / 13.00-17.30
Chiuso il lunedì 

Info: +33 01 55 52 13 00
reservations-chateaubriand@hauts-de-seine.fr
http://www.vallee-aux-loups.hauts-de-seine.fr

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