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CARRARA (MS) | mudaC | museo delle arti Carrara | Fino al 3 marzo 2024

di ALICE BARONTINI

Il pretesto di partenza per Quayola è la rilettura del Ratto di Proserpina, il capolavoro dell’arte barocca, uno dei gruppi scultorei più celebri di Gian Lorenzo Bernini, eseguito tra il 1621 e il 1622 in marmo di Carrara e oggi custodito nella romana Galleria Borghese.

Il mito, narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, racconta del rapimento di Proserpina da parte del dio degli inferi Plutone e della conseguente nascita delle stagioni. Bernini si concentra sul momento più tragico dell’azione, quello concitato e violento in cui Proserpina è sollevata da Plutone per essere rapita e condotta con la forza nel regno sotterraneo. Un’immagine celebre, divenuta parte del nostro bagaglio iconografico, con la drammatica torsione dei corpi che la contraddistingue, i chiaroscuri, il particolare delle dita di Plutone che affondano nella carne.

Quayola, Pluto #F_03_S4, 2020, serie di 4 sculture in poliuretano espanso, 40x55x80 (h) cm, dettaglio

Traendo spunto da questo capolavoro della storia dell’arte – studiato, iper fotografato, passato sotto gli occhi di infiniti visitatori di tutto il mondo – parte l’indagine e il processo artistico alla base di un ciclo scultoreo attualmente esposto a Carrara di Quayola, uno degli artisti digitali più noti e apprezzati del panorama mondiale, nato a Roma nel 1982 e trasferitosi a Londra da ormai una ventina di anni.

Pluto/Proserpina, infatti, è il titolo della mostra curata da Laura Barreca, direttrice uscente del mudaC, promossa dal Comune di Carrara nella stanza al piano terra del chiostro seicentesco del museo. Una piccola ma significativa documentazione di una ricerca molto estesa che vede l’artista collaborare da tempo con robotica e algoritmi.

Quayola, Pluto #F_03_S4, 2020, serie di 4 sculture in poliuretano espanso, 40x55x80 (h) cm, dettaglio

Una mostra, hanno sottolineato gli organizzatori, “sulla scultura” più che “di scultura”. Mettendo in dialogo iconografia classica e linguaggio digitale contemporaneo, reale e virtuale, figurativo e astratto, passato e futuro, le opere di Quayola accendono, infatti, in chi osserva svariate riflessioni che vanno dalle rinnovate possibilità del fare artistico fino ai nuovi tipi di codici estetici generabili dall’osservazione del mondo attraverso le nuove tecnologie.

Veduta della mostra Quayola. Plutone – Proserpina, mudaC, Carrara, 2023. Ph. Giuseppe D’Aleo

Quattro sculture del ciclo Pluto #F_03_S4 sono dislocate una in fila all’altra, quasi in sequenza, fino a giungere al poderoso fregio finale Pluto and Proserpina Frieze#I_01.

Le sculture selezionate, realizzate in poliuretano espanso, materiale diffuso nell’ambiente industriale, nascono dalla lavorazione di un braccio robotico governato da un software personalizzato che va a esplorare le infinite possibilità presenti tra il blocco di materia e il modello originale che potrebbe trovarsi al suo interno. Al robot, infatti, impostato con precisi input, è lasciato il compito di scavare lo spazio attorno al modello con numerose e differenti simulazioni senza tuttavia arrivare mai alla riproduzione completa e definitiva dell’opera. Restando, dunque, a livello di “non finito”.

Quayola, Pluto and Proserpina Frieze#I_01, 2021, fregio in poliuretano espanso, 120 x50x250(h)cm

Quayola, Pluto and Proserpina Frieze#I_01, 2021, fregio in poliuretano espanso, 120x50x250 (h) cm

L’elemento dell’esplorazione e poi della metamorfosi sono alcuni dei pilastri tematici attorno a cui ruota il ciclo scultoreo, composto solamente da una selezione compiuta dall’artista delle infinite possibilità di sviluppo temporale, fisico e artistico dell’opera.

Le quattro sculture e il fregio in mostra ci appaiono così come documentazioni che raccontano le diverse fasi del processo di ricerca e scoperta di nuove variazioni estetiche, suggerite da calcoli computazionali e dalla gestualità standardizzata della macchina.

Con questa sperimentazione artistica sofisticata – che agisce su una cultura visiva già esistente rielaborandola e ricodificandola con strumenti all’avanguardia – l’artista propone così forme tridimensionali in bilico: intimamente familiari a noi osservatori, eppure al tempo stesso totalmente estranee, essendo rilette dall’autore con una visione completamente unica e nuova, attraverso una sintesi tecnologica.

Il risultato sono opere ibride, capaci di racchiudere in un abbraccio unico una complessità stratificata di sguardi che attingono al passato, vivono nel presente e tendono al futuro.

 

Plutone / Proserpina, QUAYOLA
a cura di Laura Barreca
con il supporto di Cave Corsi

28 ottobre 2023 – 3 marzo 2024

mudaC | museo delle arti Carrara
Via Canal del Rio 2, Carrara (MS)

Orari: da martedì a domenica con orario 9-12 e 14-17, chiuso il lunedì; aperto 31 dicembre ore 9-12. Ingresso al mudaC (comprensivo della visita alla mostra): intero € 5.00, ridotto €3.00

Per info: https://mudac.museodellearticarrara.it/
+39 0585779681

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