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SAN GIMIGNANO (SI) | Galleria Continua | Fino al 4 settembre 2022

di FRANCESCA DI GIORGIO

Era il 2012 e la Galleria Continua di San Gimignano ospitava per la prima volta in Italia il lavoro dell’artista britannico Antony Gormley già famoso per il suo imponente “uomo aeroplano”, Angel of the North (1998), una installazione da 200 tonnellate di acciaio, diventata un “monumento nazionale” per la Gran Bretagna. Poco prima la Tate gli aveva consegnato il Turner Prize e la Regina Elisabetta lo aveva nominato Cavaliere dell’Order of British Empire.

Antony Gormley, BLOCK XXXII, 2011, carbon and casein on paper, 112 x 75,5 cm, 44.09 x 29.72 in, © Antony Gormley, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Nel 2012, dicevamo, Gormley debutta in Italia grazie alla Galleria Continua dopo la mostra nella sede di Beijing e la personale in contemporanea a Le Moulin. A San Gimignano una installazione di vaste dimensioni, Vessel (2012), che dava il titolo all’intera mostra, occupava lo spazio centrale dell’ex cinema-teatro di San Gimignano per il quale era appositamente concepita. In quell’occasione un puzzle astratto di trentanove parallelepipedi di acciaio sovrapposti delineava un uomo a forma di città. Lo sviluppo orizzontale definiva sempre di più la scultura come un antimonumento, come una forma di espressione fonte sorgiva di narrazioni alternative e decisamente antiretoriche e, non ultimo, univa in maniera inscindibile l’uomo allo spazio e viceversa.

Antony Gormley, SPACE, 2021, 2 mm square section stainless steel bar, dimensions variable, © Antony Gormley, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Gormley torna a San Gimignano, per un’altra personale nel 2017, e torna nella platea dell’ex-cinema della Galleria Continua con Lost Horizon II (2017) in cui migliaia di funi elastiche rivestite in seta, da terra fino al soffitto, creavano una sorta di foresta attraversabile dal pubblico.
La posizione dell’artista, architetto, archeologo ed antropologo, ci è sempre più chiara osservando lo sviluppo della sua ricerca: la scultura non è oggetto ma luogo e in quanto tale non assolve ad alcun compito rappresentativo. Per certi versi, una liberazione da ciò che incatena il concetto di scultura da sempre spostando anche l’attenzione sulla direzione presa dalla sua opera: “Sto cercando di far entrare lo spazio architettonico nel corpo o il corpo nell’architettura, e la dialettica tra lo spazio che è articolato dall’architettura e lo spazio esperito dal corpo è sempre stata presente nella mia opera” scrive Luca Massimo Barbero citando Gormley all’interno del dialogo pubblicato nel catalogo Lucio Fontana Antony Gormley, edito da Marsilio, in occasione dell’evento collaterale della 59. Biennale Arte al Negozio Olivetti di Venezia (fino al 27 novembre 2022, leggi qui).

Antony Gormley, Heave, Grasp, Press and Grasp II, © Antony Gormley, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Se la mostra/dialogo tra Gormley e Fontana a Venezia si concentra decisamente sulla produzione in piccola dimensione, sull’idea di disegno come manifestazione del pensiero e del sentimento, a San Gimignano si privilegia il grande formato come gli accenni sintetici precedenti hanno tentato di introdurvi per tracciare il percorso fino a qui.

Body Space Time, fino al 4 settembre, in circa quaranta sculture esposte, dispone, in relazione paratattica, a partire dal titolo, le tre “dimensioni” simbolo della scultura di Gormley: Corpo Spazio Tempo.
Ancora una volta il corpo dello spettatore è chiamato in causa con il suo movimento all’interno degli spazi interni ed esterni di Galleria Continua dove, disseminate nelle sale, torre, terrazza e giardino si incontrano diverse sculture realizzate in ferro: “Il ferro è il materiale essenziale di cui è composto questo pianeta. È un materiale che si esprime nel suo magnetismo e nella gravità, qualità comune a tutti i corpi nello spazio…” racconta l’artista.


Frame II (2021), la grande installazione concepita per l’auditoriun della Galleria, spazio che, come abbiamo visto, Gormley conosce molto bene, nasce fondamentalmente da una domanda: possiamo trattare lo spazio del corpo come una sequenza di stanze, come un concatenamento di cellule? Gormley risponde con il linguaggio a lui più familiare, quello dello spazio e con Frame II porta un corpo delle dimensioni di una casa all’interno di una galleria. Per la prima volta l’artista non utilizza il peso morto dei blocchi come principio per unirli, ma li unisce come una catena dove ognuno è indipendente dall’altro ma, allo stesso tempo, interconnesso. Così possiamo immaginare testa, braccia, avambracci, la parte posteriore delle gambe e i piedi come completamente indipendenti, anche se tutti collegati tra loro. “Voglio che le persone guardino l’opera dall’alto dei palchi mentre altre lo attraversano, chinando la testa per entrare”.

Antony Gormley, HOLD (PIETA), 2019, Cast iron, 182,9 x 46,1 x 48,3 cm, 72 x 18.14 x 19.01 in, © Antony Gormley, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Qui l’auditorium diventa il luogo di una performance in cui arte e vita interagiscono. D’altronde secondo Gormley: “L’arte ha un solo soggetto: la vita, e io desidero creare oggetti e situazioni che cominciano con la registrazione di un momento intimo e soggettivo di esperienza umana capace di portare all’auto osservazione dell’osservatore e alla creazione di oggetti che hanno una durata diversa rispetto a quella scandita dal tempo biologico”.

Antony Gormley, BORDER, 2021, Cast iron, 63,8 x 185 x 45,3 cm, 25.11 x 72.83 x 17.83 in, © Antony Gormley, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Antony Gormley. “Body Space Time”

Fino al 4 settembre 2022

Galleria Continua
Via del Castello 11, San Gimignano (SI)

Orari: da lunedì a domenica, 10-13, 14-19, solo su appuntamento

Info: +39 0577943134
info@galleriacontinua.com
www.galleriacontinua.com

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