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BOLOGNA | Galleria Studio G7 | Fino al 3 dicembre 2020

di LEONARDO REGANO

Per ogni estatico istante / Dobbiamo pagare un’angoscia / In pungente e tremante rapporto con l’estasi.
I versi della celebre lirica di Emily Dickinson riecheggiano nello spazio della Galleria Studio G7 che presenta in occasione della riapertura della stagione espositiva un dialogo a due voci tra due interessanti nuove proposte, Giulia Dall’Olio (Bologna, 1983) e Paola De Pietri (Reggio Emilia, 1960), artiste entrambe legate al territorio emiliano per nascita e ispirazione. Due ricerche per certi aspetti affini che si concentrano sull’indagine del paesaggio – e in particolare della Pianura Padana – ma si discostano nella proposta mediale: il disegno per Dall’Olio, tracciato su grandi carte con un procedimento per sottrazione di materia – echeggiando quasi un agire scultoreo; la fotografia per De Pietri, autrice di immagini che catturano scorci e percezioni di luoghi vissuti restituiti in una gradazione pressoché infinita di grigi scelti per fissare nell’impressione fotografica la realtà della luce morbida, tipica del territorio emiliano, che si fonda e si adagia sui soggetti con delicati accordi tonali.

Giulia Dall’Olio. g 19][198d, 2020, carboncino e pastello su carta, cm 200×150

La natura ritratta da Dall’Olio inibisce e blocca lo sguardo: le fronde dei suoi alberi si pongono come successioni paratattiche e assorbenti che non lasciano spazio ad altri elementi del paesaggio; la campagna di De Pietri, di contro, punta all’orizzonte e si apre all’infinito e al senza fine. Se Dall’Olio liquefa, scortica, scioglie la materia cromatica, De Pietri congela la visione e mette a fuoco i soggetti, ne rende i contorni precisi e iper-definiti in contrapposizione a un territorio segnato da nebbie e grandi spazi aperti. Impeto e infinito sono gli aspetti che mettono in evidenza quel sentimento di estasi di cui si rimanda nel titolo e che accumuna il lavoro delle due artiste, il loro modo di evasione dal contingente e l’unione con lo spirituale che si snoda attraverso un processo che inquieta e stupisce, che ci conduce in uno stato altro del sé.

Per ogni estatico istante, exhibition view ph. Alessandro Fiamingo

Il contatto tra le due artiste si rinsalda e si potenzia nel modo di approcciarsi all’azione antropica. La pittrice bolognese pone in risalto una natura impetuosa che si difende con veemenza dalla presenza umana: è una ripresa di forza e di dominio che si nutre delle teorie di Gilles Clément e pone l’attenzione su una visione dicotomica e contrastante del rapporto uomo/natura. La fotografia di De Pietri, di rimando, ci racconta di un confronto continuo e armonico, privo di conflitti e di riferimenti all’Antropocene: nei suoi paesaggi si leggono i segni delle trasformazioni economiche e di produzione del territorio emiliano, c’è la vita che scorre e permea lo spazio con le sue relazioni e abitudini,  rendendolo unico e caro.

Per ogni estatico istante, exhibition view ph. Alessandro Fiamingo

Irene Sofia Comi, curatrice della mostra, mette in evidenza nel suo testo la ricerca che accomuna De Pietri e Dall’Olio, il loro interesse per “una spontaneità naturale, tanto nella loro interiorità quanto nell’ambiente che le circonda. Che sia il risultato di una costruzione artificiale corrosa nel tempo, dimenticata in qualche punto privo d’identità, se non quella d’una campagna dal passato vivo – nel caso di Paola De Pietri – o frutto di una natura tinta d’un verde vivace e rigoglioso – per Giulia Dall’Olio – fa poca differenza: quel che conta è la ricerca di un’unità che si è persa nel tempo, celata dietro a invisibili barriere ideologiche di cui l’istruzione ci ha artificiosamente imbevuti”.

 

Giulia Dall’Olio, Paola De Pietri. Per ogni estatico istante
a cura di Irene Sofia Comi

Fino al 3 dicembre 2020

Galleria Studio G7
via Val d’Aposa, 4/A Bologna

Info: info@galleriastudiog7.it
www.galleriastudiog7.it

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