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#CROSSINGOVER

Appuntamento periodico online con la rubrica Crossingover, a cura di Alessandra Frosini. Un viaggio attorno all’idea di Museo nella sua forma ideale e concreta, per molti (troppi) ancora oggi considerato il luogo statico di conservazione della memoria mentre stiamo sempre di più imparando a riconoscerlo come luogo di produzione e ad accoglierne i suoi lati sempre più cangianti e necessariamente mutevoli.

Albinet. L’idea di Museo di Thomas Hirschorn

di ALESSANDRA FROSINI

La precarietà è diventata ormai costante della nostra vita, soprattutto adesso, in questa dolorosa epoca Covid: è dappertutto e ci avvolge come senso di permanente incertezza, come precarietà esistenziale che diviene paralisi nei confronti del presente.

Musée-Précaire-Albinet. ©Thomas Hirschorn

Mettere in scena il precario significa riflettere sul rischio e le privazioni che esso comporta, ma la precarietà può essere intesa come risposta dinamica, attiva e creativa, per la ricerca di nuovi sguardi sull’arte, per la creazione di nuove possibilità con l’arte.

Musée-Précaire-Albinet. ©Les Laboratoires d’Aubervilliers

Thomas Hirschorn mette in scena il suo Museo precario Albinet nel 2004, portando le opere originali di Duchamp, Malevich, Mondrian, Dalì, Le Corbusier, Beuys, Warhol, e Léger dal Centre Pompidou ad un quartiere popolare di Aubervilliers, banlieu di Parigi.

Musée-Précaire-Albinet. ©Les Laboratoires d’Aubervilliers

La struttura “museale” realizzata per l’occasione, costruita con materiali poveri, si articolava in quattro spazi per poter permettere non solo l’esposizione delle opere, suddivisa in otto mostre in successione, ma anche laboratori, dibattiti, conferenze e attività per i ragazzi correlate. Frutto del lavoro concepito per e con gli abitanti del quartiere, coordinati da Les Laboratoires d’Aubervilliers, il Museo precario Albinet è stato costruito ed ha funzionato grazie all’azione di oltre 50 persone, che sono state formate per seguire ogni fase della sua realizzazione.

Musée-Précaire-Albinet. ©Les Laboratoires d’Aubervilliers

Il Museo Albinet, però, specifica Hirschorn “è un’opera d’arte, non un progetto socioculturale, […]; è un’affermazione che dice che l’arte può acquisire importanza e un significato politico solo essendo arte”.

Musée-Précaire-Albinet. atelier_ecriture ©Thomas Hirschorn

Albinet è il concretizzarsi della pratica artistica di Hirschorn, focalizzata sulla dimensione sociale e politica dell’Arte, è uno sfondamento dei confini naturali del museo, una sorta di “contro-monumento” al monumento-museo e insieme un esempio concreto del ruolo che l’artista deve avere nella vita pubblica. La scelta degli otto artisti protagonisti dell’esposizione “perché hanno avuto come progetto di cambiare il mondo con il loro lavoro” rafforza la visione di un’arte attiva, capace di uscire dal suo contenitore istituzionale e di generare attività, di generare stimoli emotivi, estetici e intellettuali.
Il modello dello spazio sociale e culturale fluido, utilizzato come risorsa in primis dagli abitanti del contesto che lo ospita è uno degli obiettivi presenti nella ridefinizione del museo contemporaneo, oggi accelerata, che mira a diventare soggetto attrattore e attivatore di energie e di risorse, capace di incidere con successo fuori e dentro il contesto locale.

Musée-Précaire-Albinet. Bibliotheque_©Les Laboratoires d’Aubervilliers

Info: http://www.thomashirschhorn.com/musee-precaire-albinet/

http://www.leslaboratoires.org/en/projet/musee-precaire-albinet/musee-precaire-albinet

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