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PARMA | CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione | Dal 26 Novembre 2016

di CRISTINA CASERO

Dal maggio del 2015 lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione ha aperto i battenti al pubblico diventando un Archivio – Museo e proponendo un articolato allestimento di opere che restituisce la ricchezza e la varietà della collezione attraverso un’ampia scelta di lavori provenienti dalle cinque sezioni dell’archivio: arte, fotografia, progetto, media e spettacolo.
Nello splendido scenario dell’Abbazia di Valserena, si è offerta a tutti la possibilità da un lato di conoscere e apprezzare alcuni importanti pezzi della collezione, di assoluta rilevanza sul piano nazionale e internazionale, dall’altro di rendersi conto dell’entità dell’archivio che, in tutti i settori che lo compongono, si offre come una risorsa di estrema qualità per studiosi, studenti ma anche per tutti coloro che sono interessati alla cultura visiva del Novecento. A partire dai finali anni Sessanta, infatti, Arturo Carlo Quintavalle – che ha fondato lo CSAC e che ha immaginato e costruito questa originale e innovativa forma di raccolta di materiali relativi alla comunicazione visiva – ha costantemente arricchito la collezione, avviando un processo che nel corso dei decenni ha consentito allo CSAC di conservare più di dodici milioni di pezzi, tra arte e architettura, moda e design, dando vita per altro a uno dei più ricchi archivi fotografici del paese.

Enzo Mari, Oca, dalla Serie della natura, serigrafia Courtesy CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma

Enzo Mari, Oca, dalla Serie della natura, serigrafia Courtesy CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma

Dal momento dell’inaugurazione, l’allestimento – che non è mai stato immaginato in senso rigido, come definitivo – ha subito già alcuni arricchimenti: l’introduzione di alcune opere di Lucio Fontana accanto al celebre Il Fiocinatore (una serie di studi, ritratti e figure caricaturali) e di due pezzi di Gianfranco Pardi. Sono inoltre stati riallestiti i lavori di Giuseppe Unicini e Giulio Paolini, che si è personalmente occupato di progettare il nuovo posizionamento di Early Dynastic, importante installazione del 1971.
Dal 26 novembre, però, lo CSAC si presenta al pubblico con una nuova veste, con un nuovo percorso espositivo curato dal presidente, Francesca Zanella, con la collaborazione dello staff. In occasione del nuovo allestimento, che mette in mostra opere recentemente donate da Mario Cresci e Pino Pinelli, sette delle sedici sezioni sono state rinnovate.
La cappella Storie di architettura presenta i progetti di Ignazio Gardella per il PAC di Milano, per Borsalino e per la IX Triennale di Milano; sempre nello stesso settore, il rinnovamento riguarda anche la presenza di progetti di Luigi Vietti e Roberto Menghi. Enzo Mari è il protagonista della sezione Il progetto degli oggetti, mentre la sezione Il progetto del corpo è dedicata ai disegni delle Sorelle Fontana e Abitare la scena si rinnova attraverso una scelta di costumi della collezione dell’Atelier Farani. La sezione dedicata alla fotografia è allestita ora con stampe di Nino Migliori, da sempre legato allo CSAC, Mario Giacomelli, Gualberto Davolio Marani e pezzi dagli archivi Publifoto e Dessena.

Concetto Pozzati, Ciao Roberta, 2007, olio su tela Courtesy CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma

Concetto Pozzati, Ciao Roberta, 2007, olio su tela Courtesy CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma

Nuova anche la cappella dedicata a Concetto Pozzati, che ha personalmente curato il progetto Ciao Roberta, dedicato alla moglie. Come leggiamo nella guida a cura di Davide Colombo e Francesca Zanella, edita in occasione del riallestimento, “il progetto propone cinque opere, due di grande formato, dipinte tra il 2006 e 2007 che fanno parte del vasto fondo pozzatiano che lo CSAC annovera. Un privato ri-trovato, ri-emerso, ri-visto. I quadri sono morbidi, non sono luttuosi, sono luminosi perché ogni persona ha in sé un suo colore e mia moglie indossava abiti curiosi e il vestirsi, per lei, era un modo di essere: soggettivo e intenso come “seconda pelle”, come il bianco luminoso del suo portamento. È un guardaroba d’affetti, sono lettere (i quadri) che attendono Godot ma un pittore deve credere nell’invisibile. Non ho chiesto niente di spettacolare e niente di sensazionale. Ho visto e ricordato cose di ieri con gli occhi di oggi”.

CSAC. Nuovo percorso espositivo
in occasione del riallestimento è stata realizzata la nuova guida edita da All Around Art a cura di F. Zanella e D. Colombo

Dal 26 novembre 2016

CSAC- Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Abbazia di Valserena
Strada Viazza di Paradigna 1, Parma

Orari: da martedì a venerdì 10.00-15.00; sabato e domenica 10.00-20.00
Ingresso intero 10 euro (riduzioni per gruppi, giovani sotto i 18 anni, studenti, studenti, docenti e persone con disabilità); gratuito per i bambini sotto i 12 anni

Info: +39 0521 607791
servizimuseali@csacparma.it
www.csacparma.it

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