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CAPALBIO (GR) | SEDI VARIE | FINO AL 3 NOVEMBRE 2021

di ALICE BARONTINI

Colline di Garavicchio, poco lontano da Capalbio, in Maremma Toscana. Uno spesso muraglione simile a una fortezza, realizzato da Mario Botta utilizzando una pietra locale, custodisce al suo interno un tesoro, proprio come fa il drago nelle favole. E, infatti, una volta varcato l’ingresso della recinzione, ecco che si schiude un mondo a sé, in cui gli schemi si ribaltano e si dettano nuove regole, all’insegna di una giocosa libertà.
Dove pittura, architettura, design, scultura, installazione e natura si contaminano a vicenda, dando vita a un progetto unico e totalizzante: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – Jolla 2002).

Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle

Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle. Photo Fedago

Ci sono voluti anni di lavoro incessante per realizzarlo, dal 1978 al 1998. E una squadra multidisciplinare di collaboratori guidata dalla spinta visionaria e monumentale di Niki; artista ribelle, anticonvenzionale ed energica, metà francese e metà americana, autrice di opere protofemministe, collaborative e monumentali.

Esponente del Nouveau réalisme con Arman, Christo, Yves Klein, Spoerri e Tinguely negli anni ’60 scosse tutti con la sua serie Les Tirs in cui, con una carabina, sparava a bassorilievi in gesso disseminati da simboli di potere, colpendo contenitori pieni di colore che, una volta esplosi, colavano sulla tela dando vita a un’opera d’arte astratta.

La Temperance, 1985

La Temperanza, 1985. Collezione Privata. Poliestere dipinto 75 x 53 x 23 cm

Poi, intorno al ’65, iniziò a dedicarsi con amore alle sue Nanas, imperiose sculture colorate e matriarcali dal sapore pop che, con i loro fisici possenti e ondulati, conquistano lo spazio volteggiando come dee sul tappeto dell’omologazione.

Ma il suo progetto di vita, la sua meravigliosa ossessione, fu il Giardino dei Tarocchi.
Nel 1955, durante un viaggio in Spagna, Niki rimase affascinata dalle opere di Antoni Gaudì e iniziò a sognare un suo Parco Güel esoterico e mistico, ispirato alla simbologia delle carte dei tarocchi.
Perché «se la vita è come un gioco di carte, noi siamo nati senza conoscerne le regole e dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo in mano e fare il nostro gioco».
L’idea iniziò a concretizzarsi solo nel 1974, quando Niki incontrò la collezionista d’arte Marella Caracciolo Agnelli che, con i fratelli, le mise a disposizione un terreno di famiglia nella Maremma Toscana. A Garavicchio, appunto. Tra olivi, rose e piante di rosmarino.
Da quel momento, nonostante la corporatura minuta e la salute fragile, Niki si dedicò al progetto con “folle entusiasmo”, coinvolgendo amici da tutto il mondo, artisti, abitanti del luogo, assistenti… E, per mantenere la sua autonomia creativa, decise di autofinanziarsi creando libri, film, gioielli, oggettistica, foulard e persino un profumo.

Uno scorcio della mostra allestita a Palazzo Collacchioni, Capalbio

Uno scorcio della mostra allestita a Palazzo Collacchioni, Capalbio

«Il Giardino dei Tarocchi – disse – era il mio sposo, il mio amore, era tutto per me. Nessun sacrificio era troppo grande per lui».
La realizzazione delle titaniche figure del Giardino seguì tappe precise: inizialmente le maquette delle sculture venivano modellate in terracotta e dopo ingrandite a scala reale dai collaboratori e dallo scultore Jean Tinguely, secondo marito di Niki.
Nel 1983 Niki era così dedita al suo lavoro da decidere di vivere per qualche anno nel Giardino, all’interno della scultura dell’Imperatrice, madre cosmica e simbolo di forza motrice.

Uno scorcio della mostra di Niki Saint de Phalle a Palazzo Collacchioni

Uno scorcio della mostra di Niki Saint de Phalle a Palazzo Collacchioni

Dal 1998, anno dell’apertura ufficiale del parco artistico, le ventidue sculture figurative ispirate agli Arcani dei Tarocchi si innalzano fino a 15 metri con l’imponenza di bizzarre cattedrali dai colori audaci.
Sono costruite con armature di acciaio saldato, hanno corpi di cemento armato e sono rivestite di frammenti di ceramiche e vetro abbaglianti, mosaici tagliati a mano e pezzi di specchi che rifrangono la luce, moltiplicando le prospettive… Si tratta di costruzioni totemiche, percorribili attraverso sentieri stretti e tortuosi intercalati da scritte, in cui il visitatore è invitato a perdersi in una sorta di labirinto psichedelico che lascia convivere gioie e paure, bellezze ed esseri temibili.

Una sfida tecnica ed estetica stupefacente che fino al 3 novembre 2021, a Capalbio, viene ripercorsa e contestualizzata nella mostra diffusa Il luogo dei sogni: Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, a cura di Lucia Pesapane.

Due diverse sedi per due differenti visioni:

  • Nello storico Palazzo Collacchioni, nel cuore antico del borgo di Capalbio, dov’è la Rocca Aldobrandesca, tra il cortile e le sale interne si intervallano foto, sculture, maquette e collage che narrano la storia del Giardino, dalla fine degli anni Settanta a oggi.
  • Fuori dalle mura di Capalbio, alla Galleria Il Frantoio, sono invece esposti su due piani alcuni lavori storici, video inediti, assemblaggi anni ’60 e maquette in creta cruda.

Un’occasione importante per avere una visione consapevole e articolata del Giardino dei Tarocchi. E scoprire – oltre le vesti estetiche della leggerezza e dello stupore – l’autoritratto interiore di un’artista poliedrica e complessa.

 

Il luogo dei sogni: Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle
a cura di Lucia Pesapane

Fino al 3 novembre 2021

Capalbio, sedi varie:

Palazzo Collacchioni (via Collacchioni) – Galleria Il Frantoio (in via Fucini 10).

Organizzatori: Comune di Capalbio, in collaborazione con la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi e Fondazione Capalbio.

Vi ricordiamo che l’orario per assistere alla mostra Niki de Saint Phalle Il Luogo dei Sogni è dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 21.30. Questi orari valgono sia per #PalazzoCollachioni sia per Il Frantoio ristorante e arte a Capalbio.
 

http://ilgiardinodeitarocchi.it/

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