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ROMA | Fondazione smART – polo per l’arte | Fino al 20 marzo 2020

di JACOPO RICCIARDI

Il luogo di Mattia Pajè desidera la folla e la interroga dal pavimento delle tre stanze con la stampa in rosa della testa di un felino che apre pericolosamente la bocca: il pericolo della folla, il suo essere massa, indecifrabilmente dentro e fuori da un’idea. Chi è la folla, la massa, e come trovare l’individuo, come sapere di esso a sufficienza da essere tranquilli? La folla di Pajè è stordente, sensibile alla propria incontrollabilità, pericolosamente multiforme.
Che le stanze siano vuote o piene di persone, sempre una folla trasparente la abita, che sfugge in sé, impalpabile, epperò inesorabile come gli occhi del felino che nell’attimo reagisce mettendo tutto in forse.

Bewilder, 2019, stampa a sublimazione su PVC 500 gr, 90mq courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Ora, se noi siamo tra la folla che vaga nello spazio di Pajè, in essa ecco apparire segnali con cui confrontarsi, ognuno distinto dagli altri per materia e scopo, non casuali, come distinte sponde e approdi di un viaggio che si vorrebbe epico, esperienziale. Sono sette oggetti. Degli ominidi svuotati e troppo presto infragiliti dalla superficie magra di un’argilla crettata sulla struttura di reticolato metallico che si intravede a volte nelle crepe. Uomo e donna retti con le braccia dietro le spalle dell’altro, senza lineamenti, rappresentano un’incompiutezza, non “di fatto a metà” ma “di non realizzato”. Una folla di non realizzati anche se vivi.

Installation view, Mattia Pajè, Un giorno tutto questo sarà tuo, courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Dei grandi numeri di alluminio stanno alla parete in un insieme unitario impenetrabilmente mentale. Ognuno di questi oggetti sarebbe troppo solo senza il felino. Non funzionerebbe esposto fuori nel mondo.
La foto gigante del neonato che dorme oscurato da tre grandi dischi di pittura nera che inquietano quel sonno è sia cosa vera sia già slogan. Ognuno della folla sa di essere stato quel bambino? Egli è ognuno ma il neonato di ognuno è fagocitato dal quel nero. Ognuno della folla è nato sulla bocca aperta del grande felino.

Mattia Pajè, Un giorno tutto questo sarà tuo, 2019, stampa su Textile Frontlit 180 gr e smalto su lino, 300 x 200 cm courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Un’insegna richiama la fisionomia di un sarcofago, dei segni neri al minimo lo descrivono mentre la luce del piatto box invade il restante spazio bianco. La folla fa caso a questo oggetto? Forse se ne curerà più avanti.

Mattia Pajè, Priscilla, 2019, LED light box, 120 x 30 cm courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

La bacchetta di pochi centimetri e la stella di mare non più larga dell’impronta di un pollice lì in cima si sporge dalla parete ad altezza dello sguardo. Il rosa carico del pavimento dove appare il felino si ferma sull’asta sotto la stella. Richiamo a un ribaltamento magico del mare in cielo: siamo immersi nell’apertura della bocca del leopardo e siamo una folla prigioniera nella folla, tra riferimenti oggettuali messi come incontri del destino.

Mattia Pajè, Fatina, 2019, argento 5,3 x2 x 0,2 cm courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Le piccole tartarughe, il terrario circolare, le luci e gli alberelli con le foglie, una lettera di plastica bianca incollata su ogni carapace. La folla si riunisce in cerchio: “ognuno di noi ha sul proprio carapace una lettera. Ora, nessuno vedrà mai la propria, ma certamente vedrà quella degli altri. Qui, ‘loro’, le tartarughe, formeranno una parola, “obiettivo”, ma noi abbiamo frasi, romanzi da costruire, e la nostra lettera ci verrà offerta dagli altri, mai da noi stessi.”

Matgtia Pajè, Si può sempre raggiungere l’obiettivo, 2019, acciaio inossidabile, 118 x 15 x 1 cm courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Ecco il segreto della folla d Pajè, ognuno ha l’essenziale che non può avere da solo. Allora si deve cercare la collaborazione di ogni persona della folla per ricostruire una storia. Da chi è stata messa sulle nostre carapaci?
L’obiettivo è svelato, ma la folla aiuterà se stessa? Ne sarà capace? Cosa genererà la scintilla iniziale? L’opera di Pajè? Pajè, creatore di folle, non può dare risposte.

Installation view Mattia pajè, Un giorno tutto questo sarà tuo, courtesy Fondazione smART polo per l’arte e l’artista, foto di Francesco Basileo

Mattia Pajè – Un giorno tutto questo sarà tuo
a cura di Saverio Verini

28 novembre 2019 – 20 marzo 2020

Fondazione smART – polo per l’arte

Piazza Crati 6/7, Roma

Info: info@fondazionesmart.org
+39 06 6478 1676
www.fondazionesmart.org

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