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MILANO | Gilda Contemporary Art | 27 aprile – 27 maggio 2023

di MATTEO GALBIATI

Ha viaggiato molto Monica Gorini (1967) e, come gli artisti di un tempo, si è messa in marcia seguendo un personalissimo Grand Tour definito in un itinerario le cui rotte, precise e predeterminate, hanno assecondato emozioni, riflessioni, ricerche, pensieri, desideri. In questo pellegrinare ricettivo, confluito in un lavoro di ricerca attentissima durata, nel complesso, oltre due anni, ha saputo accogliere tanto le intenzioni quanto gli imprevisti; ha accettato il programma preventivato così come ha saputo seguire l’intuizione delle variazioni e degli scostamenti che ne hanno arricchito certamente l’esperienza.

Monica Gorini, Vert_1-2_le rêve blanc, 2023, emulsione vinilica mat, finitura vernice softy touch, legno, carta fotografica Hahnemühle Digital FineArt, Natural Line e Vert_1-2_ petit bassin en blanc et rose 1, 2023, emulsione vinilica mat, finitura vernice softy touch, legno, carta fotografica Hahnemühle Digital FineArt, Natural Line Courtesy Gilda Contemporary Art – Ph. Vincenzo Pagliuca

Partendo dall’Italia per la Francia ha soggiornato con lunghe soste toccando paesi e città chiave come Etretat, Honfleur, Le Havre, Parigi, ma soprattutto Giverny: luoghi che uniti restituiscono immediatamente alla memoria un nome, quello di Claude-Oscar Monet (1840-1926). Così Gorini, seguendo il suo interesse per il colore e la luce e la loro dinamica di correlazione con l’esperienza visiva legata alla dimensione ambientale, ha seguito le orme del grande padre dell’Impressionismo per cercare una sua interpretazione profonda, intima, esclusiva. Il suo scopo non era di emulare per suggestione ed omaggiare ripetendo il pittore francese, ma quello di trovare in loco le condizioni che lo hanno motivato, condizionato, spinto a dipingere con quella costante insistenza, il cui tratto sensibile l’ha reso poi inconfondibile e coerente nei modelli espressivi.

Monica Gorini, Essenses chromatique #2 Nymphéa Sulfurea Grandiflora, 2023, legno, colori acrilici, finitura vernice softy touch cm 78x134x4 Courtesy Gilda Contemporary Art – Ph. Vincenzo Pagliuca

Gorini ha voluto assaporare il coinvolgimento desunto da Monet nei suoi ambienti, nelle diverse stagioni, nelle luci differenti che mutano il rapporto con l’intorno. Ha sondato, in questo modo, il senso di una sensibilità e una spiritualità quasi più ancestrali, alimentata dal silenzioso perdersi nella natura dei luoghi. L’intellettualità di osservazione scientifica dei fenomeni è stata messa in secondo piano, non è stata la parte prioritaria, proprio perché il nostro sentire individuale è la parte determinante dell’essere nel mondo e trovarne consapevolezza.
Luce e colori l’hanno portata alla raccolta di una palette di oltre 3000 tonalità, quasi selezionate dai dipinti di Monet, ma prelevati, di fatto, per il tramite del panorama reale degli orizzonti attraversati: Gorini ha voluto sentire il palpito dei colori e della natura, ne ha scelto le peculiari intonazioni, basi poi per i successivi componimenti in cui scultura, installazione, pittura e fotografia trovano l’equilibrio di una grazia che è immediatamente definita e chiara anche a chi osserva, irrazionalmente coinvolto in questa emancipata astrazione rigorosa.

Synthèse Visuelle – Monica Gorini, veduta della mostra, Gilda Contemporary Art, Milano Courtesy Gilda Contemporary Art – Ph. Vincenzo Pagliuca

Dopo il saggio-diario pubblicato da Vanillaedizioni, finalmente troviamo riuniti ed esposti alcuni lavori più recenti (tra cui il bellissimo video Le rêve infini a documentare una “performance privata” guidata dall’artista sul Lago d’Orta cui ha partecipato il compositore OCRASUNSET, alias Simone Boffa) a diverse prime soluzioni di opere nella suggestiva mostra Synthèse Visuelle da Gilda Contemporary Art a Milano. Ci voleva proprio il coraggio, la lungimiranza e la sensibilità di Cristina Gilda Artese per comprendere e sostenere un progetto dal fascino così forte e complesso. Ne nasce una mostra che veste lo spazio con equilibro ed eleganza, dove si espandono i pronunciamenti cromatici in un movimento dilatato cui non si può non sentire quella dinamica potente tra razionale e irrazionale, tra ordine e caos. Natura, artificio, luci, colori e specchi si miscelano a generare una macchina scenica la cui forza sta tutta nella delicatezza con cui l’intelletto ha seguito gli spunti dell’affetto.

Monica Gorini, Essenses chromatique #2 Nymphéa Sulfurea Grandiflora, 2023 (dettaglio), legno, colori acrilici, finitura vernice softy touch cm 78x134x4 Courtesy Gilda Contemporary Art – Ph. Vincenzo Pagliuca

Del resto scienza, filosofia, estetica, sentimento si combinano nuovamente nello sguardo e nelle opere di Monica Gorini che mai resta ancorata alla sola distaccata dimensione artistico-intellettuale, proprio perché la singolarità del dato umano, del suo sentire irripetibile, è parte imprescindibile nelle sue narrazioni che si proiettano al di là dello spettro delle riflessioni speculative per essere un fatto tangibile.
Gorini ritrova se stessa nella vicinanza a Monet; vicinanza che, senza mai scivolare nell’emulazione forzatamente differente, le fa acquisire quell’intonazione esclusiva del suo animo in una maturità di ricerca che sa trasmigrare, potente e delicata, i suoi pensieri anche all’affinità dell’altro. Anche il più scettico, prescindendo il rispetto dei propri gusti, qui non potrà mantenere uno sguardo distaccato o indifferente.

Monica Gorini. Synthèse Visuelle
a cura di Cristina Gilda Artese

27 aprile – 27 maggio 2023

Gilda Contemporary Art
via San Maurilio 14, Milano

Orari: da martedì a venerdì 10.30-19.00; sabato 10.30-17.00
Ingresso libero

Info: +39 02 36559254
info@gildacontemporaryart.it
www.gildacontemporaryart.it

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