MILANO | Palazzo Reale | 18 settembre 2014 – 18 gennaio 2014
di MATTEO GALBIATI
Un dato incontrovertibile, ormai assunto dalla critica e dagli storici, è il valore e l’importanza della figura di Giovanni Segantini (1858-1899) nel panorama artistico della seconda metà Ottocento. Le sue opere, ancora impegnate in visioni tipiche della cultura ottocentesca, con uno stile inconfondibile e una sensibilità unica, ci restituiscono però un fare che, nel novero di un Divisionismo e di un Simbolismo personalissimi e conquistati in maturità, proietta il suo lavoro già in quella modernità incipiente che travolgerà completamente l’arte nel secolo successivo e di cui Segantini sembra preannunciarne ancora in nuce gli esiti.
Acclamato, popolare, di grande successo e notorietà mentre era in vita, fu poi ingiustamente dimenticato e riscoperto, a fasi alterne, durante tutto il Novecento. Milano, dove Segantini ha mosso i primi passi seguendo i corsi di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera e città nella quale si sancisce anche il suo successo e affermazione attraverso il rapporto con la galleria Grubicy che ne proponeva il lavoro alla facoltosa borghesia milanese, rende finalmente omaggio alla sua figura celebrandolo in una grande mostra antologica che raccoglie oltre 120 suoi capolavori. Una grande mostra che ben merita questa attribuzione.
Percorrendo le sale al pian terreno di Palazzo Reale si comprende bene la qualità di questo progetto che, senza disperdersi in inutili e sofisticate sovrapposizioni o richiami, ci presenta una panoramica completa e concentrata sulla ricerca e la figura di Giovanni Segantini, aprendocene il mondo e l’immaginario sensibile.
Molto spesso accade che, in esposizioni di questo tipo, ci sia la tendenza a perdere un po’ il filo conduttore arricchendo in modo sproporzionato la scelta dei pezzi da esporre avvantaggiando un gigantismo ridondante, qui invece le opere, scelte scientificamente e distribuite con attenta coerenza, si susseguono in una successione narrativa che, privilegiata dalla volontà di suddividere il percorso in otto puntuali sezioni (Gli esordi; Il Ritratto e L’artista vate; Il vero ripensato: la natura morta; Natura e vita dei campi con la sottosezione Il disegno dal dipinto; Natura e simbolo; La maternità; Fonti letterarie e illustrazioni; Il trittico), non sovraccarica mai la visione, anzi, accompagna lo spettatore di sala in sala, di opera in opera, lasciando emergere la profondità visionaria dello sguardo di Segantini che, da cose “semplici”, riusciva a spostare, con le intrinseche virtù della sua pittura, la sensibilità verso altri valori che superavano la semplice immagine del visibile. La sua era, di fatto, una complessa e sofisticata semplicità, che superava il mondo contadino, le visioni montane e le nature morte da lui presentate.
I capolavori raccolti nella sede espositiva milanese, mirabili opere da collezioni pubbliche e private internazionali, ci portano al cuore di un’estetica affascinante e conturbante che accalora, ancor oggi, lo sguardo con un colore e una luce che diventano un fatto epidermico, vivo, pungente, vibrante quanto trascinante.
Il pregevole allestimento non favorisce solo l’emersione di quel segno e quella luminosità “endemiche” e così tanto individuali in Segantini, ma ne lascia emergere anche la prolungata decantazione della riflessione pittorica: ogni quadro era, infatti, preceduto da numerosi disegni e bozzetti – a volte di tale qualità da parere opere autonome e non studi preliminari – che accompagnavano poi la scelta finale dell’opera compiuta. Esposti quindi troviamo disegni e tele che, in una successione quasi filmica, ci portano nel vivo del processo ideativo, formativo e conclusivo dell’elaborazione formale di un’opera. Anche nel disegno Segantini riesce a risolvere la sua gestualità che trasferisce nel tratto e nei passaggi di luce e ombra i sentimenti di un’umanità viva e pura nella sua freschezza naturale.
Questa mostra, completata anche da altri documenti, oggetti e fotografie, da osservare con un tempo speciale e senza fretta, è certamente uno dei più grandi progetti dedicati a Segantini: si ammira la bellezza icastica e conturbante di opere come A messa prima, Ritorno dal bosco, All’arcolaio, o il sublime Le due madri. Si riporta alla cronaca l’interezza della storia di un artista che, attuale per le sue intrinseche suggestioni, ha oggi ancora moltissimo da dire e da suggerire.
Giovanni Segantini
a cura di Annie-Paule Quinsac
in collaborazione con Diana Segantini
sotto l’Alto Patronato
del Presidente della Repubblica Italiana
iniziativa di Milano cuore d’Europa
prodotta da Comune di Milano, Palazzo Reale, Skira editore
in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta
promossa da Consolato generale di Svizzera a Milano
col sostegno di Pro Helvetia
18 settembre 2014 – 18 gennaio 2015
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Ingresso intero €12.00; ridotto €10.00; gruppi €10.00; scuole €6.00; famiglia (adulto con under 14) €16.00
Info: + +39 02 92800375
www.comune.milano.it
www.mostrasegantini.it