Non sei registrato? Registrati.
BOLOGNA | CUBO – MUSEO D’IMPRESA DEL GRUPPO UNIPOL | Fino al 29 SETTEMBRE 2023

di LEONARDO REGANO

È visitabile ancora fino al 29 settembre la mostra che CUBO – Museo d’Impresa del Gruppo Unipol dedica nelle sue due sedi bolognesi della TORRE e di PORTA EUROPA, a Maurizio Bottarelli (Fidenza, 1943), dal titolo Disperdere il limite e curata da Pasquale Fameli.

Il progetto espositivo ha in sé una motivazione precisa: condividere e rendere visibile al pubblico la donazione di un nucleo di opere significativo della sua produzione che l’artista ha fatto in favore dell’Istituzione bolognese, cogliendo l’occasione per ripercorrerne le tappe fondamentali della sua importante carriera. Lo spazio CUBO del Gruppo Unipol conferma, così, la sua vocazione di museo d’impresa che guarda anche alla città che lo ospita e al suo importante patrimonio culturale e artistico, sostenendo questa simbiosi con attività di mostre e di eventi che impreziosiscono l’offerta culturale del territorio.

Maurizio Bottarelli, S.T. serie Tasmania, 2005, tecnica mista su tela, 200x180h cm. Patrimonio artistico del Gruppo Unipol – credit ph. Flavio Pescatori

Maurizio Bottarelli ha fatto della pittura il suo principale medium espressivo ed è riconosciuto oggi come l’“ultimo dei naturalisti”, definizione che gli è stata data proprio dal critico Francesco Arcangeli. Egli si è infatti formato nel clima del tardo Informale di matrice europea, captando le inquietudini che contraddistinguevano l’opera dei colleghi più famosi e più maturi, dai capostipiti della corrente quali Jean Dubuffet e Jean Fautrier  – punto di riferimento per lui imprescindibile – fino a legarsi agli esiti locali del movimento e tra tutti al gruppo di artisti, coordinato dallo stesso Arcangeli, riuniti sotto l’etichetta di “Ultimi Naturalisti”. Questo passaggio si coglie bene nell’opera che apre idealmente il percorso espositivo della mostra, fissato nello Spazio CUBO di Porta Europa, ovvero la Testa del 1962. Teste, nudi e paesaggi sono i soggetti ricorrenti – se non esclusivi – nella poetica di Maurizio Bottarelli e ancora oggi sono punto di riflessione per l’artista che produce, oggi come ieri, opere in cui il retaggio figurativo e la sperimentazione materica si bilanciano in un senso di continua lotta per la propria sopravvivenza, senza mai predominare l’uno sull’altra.

Maurizio Bottarelli, Immagine da immagine chiave, 1992, tecnica mista su tela, 190×190 cm. Patrimonio artistico del Gruppo Unipol – credit ph. Flavio Pescatori

Se in quegli stessi anni a Bologna un anziano Giorgio Morandi, nella calma defilata della sua abitazione di via Fondazza, dipingeva le sue celebri nature morte fatte di bottiglie e oggetti isolati dal loro contesto originale, colti all’apparenza come statici e quasi gioiosi di questa loro fissità, a pochi metri di distanza, nella centralissima via del Battibecco, un giovanissimo Bottarelli si dannava per cogliere sulla tela la sensazione di un isolamento diverso, corrosivo, carico di tensione emotiva ed esistenziale. Le sue figure erano immerse in una solitudine primordiale e suggestiva che attanaglia ancora oggi la visione e porta l’osservatore a un’inevitabile sensazione di introspezione. Davanti all’opera di Maurizio Bottarelli, si avverte naturale il bisogno di soffermarsi sul senso di una pittura che si svela come una ricerca del sé, così simile a un esercizio spirituale condotto nel tempo con metodo e disciplina che accompagna la produzione della stessa opera.

Maurizio Bottarelli, Senza titolo, 1977, tecnica mista su tela, 300x200h cm. Patrimonio artistico del Gruppo Unipol – credit ph. Flavio Pescatori

Come osserva Pasquale Fameli, nel testo critico scritto per il catalogo che accompagna la mostra, “quello della testa è un tema che Bottarelli reitera nel tempo, come dimostrano anche le due Teste del 2012 realizzate a tecnica mista con carta catramata: immagini logore e corrose, brandelli imperfetti di identità imprecisate che ancora si fanno carico di mai taciute perplessità esistenziali. Ma le dimensioni di tutti questi dipinti, eccessive rispetto alle convenzioni della ritrattistica, suggeriscono che ogni testa «è innanzitutto un luogo» e, più precisamente, «una completa topografia della sofferenza»” continua Fameli, citando un testo di Claudio Cerritelli.

In mostra negli spazi di CUBO anche importanti testimonianze degli altri due cicli trattati da Maurizio Bottarelli, dedicati ai Nudi e ai Paesaggi, dando una visione dell’opera dell’artista nella sua interezza. I corpi sono ritratti come figure aliene, quasi prive di identità di genere ma mostrando un erotismo e una carnalità di ritorno che ingloba in sé la grande lezione della storia dell’arte, da Gustave Courbet a Henri Matisse, fino alle distorsioni di Francis Bacon. Quella di Bottarelli è una pittura colta che si nutre delle citazioni dei suoi maestri che rendono però la sua opera autonoma ed estremamente originale.

Infine i Paesaggi, in cui il riferimento torna a Courbet ma anche all’altra grande sua passione che si ritrova nell’opera di William Turner. Qui ritroviamo i viaggi che l’artista ha compiuto nella sua lunga carriera di pittore e professore di pittura, che l’hanno visto girare il mondo intero dall’Italia verso il Nord Europa, l’America fino all’Australia che è forse il territorio che più di altri ha segnato la sua immaginazione.

 

MAURIZIO BOTTARELLI. DISPERDERE IL LIMITE
a cura di Pasquale Fameli

13 giugno  – 29 settembre 2023 

CUBO – Museo d’impresa del Gruppo Unipol
Torre Unipol, via Larga 8, Bologna
Porta Europa, Piazza Viera de Mello 3 e 5, Bologna

Info: Tel. (+39) 051 5076060
arte@cubounipol.it
www.cubounipol.it

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •