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MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PR) | Fondazione Magnani Rocca | 22 marzo – 29 giugno 2014

di  ILENIA MOSCHINI

La mostra Campigli. Il Novecento antico intende celebrare l’opera del pittore, uno tra i massimi esponenti del Novecento Italiano, attraverso una vasta selezione di opere databili dagli anni Venti agli anni Sessanta.
La prima sezione dell’esposizione è dedicata ai ritratti realizzati da Massimo Campigli (1895-1071), il quale effigia signore, amici e persone appartenenti al mondo della cultura dell’epoca in maniera idealizzata, ieratica e, nello stesso tempo, estraniata, come se essi fossero trasportati in uno spazio onirico.

Massimo Campigli, La famiglia dell'architetto Gio Ponti, 1934, olio su tela

La sala successiva è la più emblematica dell’intera mostra, poiché è dedicata alla rappresentazione della figura femminile che è stata il principale leitmotiv della ricerca artistica di Campigli. Osservando le tele esposte, emergono le caratteristiche stilistiche rintracciabili in tutto il corpus di lavori del pittore italiano. Innanzitutto i soggetti sono sagome arcaiche e primitive che rimandano alla statuaria classica greca e romana, ma anche alla ritrattistica etrusca ed egizia (queste forme d’arte antica saranno le principali fonti di ispirazione per Campigli durante tutta la sua carriera); i volti sono mascheroni dai lineamenti essenziali delineati con fare quasi infantile, secondo le istanze del clima del Ritorno all’ordine nel quale l’artista è pienamente inserito.
Massimo Campigli, Les tziganes, 1928, olio su tela, © MART – Archivio fotograficoQuesto stile, subirà, negli anni, una progressiva stilizzazione: nelle opere degli anni Cinquanta, infatti, le forme arrotondate, ad anfora, con le quali l’artista raffigurava le donne, sono sostituite da contorni geometrici che inducono a leggere le figure rappresentate come idoli totemici e archetipi dell’iconografia muliebre. Ancora, le signore di Campigli sono enigmatiche, misteriose, impettite nella loro eleganza; i cappelli, le acconciature e i gioielli che indossano non sono solo il simbolo della loro regalità ma anche un modo per custodirle e, in un certo senso, farle prigioniere in una dimensione atemporale. Negli ultimi lavori del pittore, questo senso di protezione e prigionia insieme, non sarà più determinato dagli accessori indossati, bensì da nicchie, porte e finestre, sempre prive di profondità ma dettate da un asse simmetrico che determina altresì l’armonia compositiva.
La sezione dedicata alle figure intente allo spettacolo, al lavoro, al gioco, fornisce indicazioni importanti in merito al trattamento dello spazio nelle tele di Campigli: i soggetti si ripetono e si moltiplicano sulla tela, creando pattern geometrici e bidimensionali e giochi di piani che sanciscono il ritmo chiuso della composizione e sui quali l’artista fissa e immobilizza i suoi personaggi.

Massimo Campigli, Le mogli dei marinai, 1934, olio su tela

Infine, una nota sulla gamma cromatica utilizzata dal pittore, dove prevalgono le terre, i blu-verdi, il rosa e il bianco combinati; la pittura è caliginosa, quasi incrostata e rimanda alle pitture parietali. A questo proposito ricordiamo che Campigli realizzò, tra il 1933 e il 1940, gli affreschi per il Palazzo della Triennale di Milano, il Palazzo delle Nazioni di Ginevra, il Palazzo di Giustizia di Milano e quello al Liviano di Padova, oltre a un ciclo di mosaici esposti nel giardino della Fondazione Magnani Rocca.

Campigli. Il Novecento antico
a cura di Stefano Roffi

22 marzo – 29 giugno 2014 

Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (PR)

Orari: dal martedì al venerdì 10.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
Ingresso: Intero €9.00 (comprensivo delle Raccolte permanenti); ridotto €5.00; Parco Romantico € 3.00 (non comprende l’accesso alla Villa)

Info:  info@magnanirocca.it
www.magnanirocca.it

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