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MILANO | Palazzo Reale | 14 luglio – 17 settembre 2023
MILANO | Museo del Novecento | 14 luglio – 5 novembre 2023

di MATTEO GALBIATI

C’è un rapporto davvero speciale tra la città di Milano e Mario Nigro (1917-1992), nel capoluogo lombardo, infatti, dopo il trasferimento da Livorno, trovò l’ambiente fecondo dove poter approfondire la sua missione di pittore: qui riuscì, sempre senza risparmiarsi in fatica e sacrifici, ad attenere quell’affermazione e quel credito che gli permise di vivere di pittura. Del resto il suo essere artista è legato indissolubilmente a questo linguaggio: è nella pittura che riesce a trovare il ritmo del suo ideale estetico.

Mario Nigro, Elementi astratti, 1947-48 Ph. Bruno Bani, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

Milano rende, quindi, giusto omaggio al pittore, livornese di nascita, milanese d’adozione, con una retrospettiva antologica di grande valore storico-critico, accogliendo nelle due sedi istituzionali più prestigiose – Palazzo Reale e il Museo del Novecento – la più ampia e ricca mostra mai dedicata a Nigro. Centoquaranta capolavori dell’artista si suddividono nei due spazi museali documentando e raccontando, in modo completo ed efficace, tutti i capitoli e tutte le diverse fasi in cui si è articolato il suo linguaggio che, tra dipinti, opere su carta e pittura tridimensionale-oggettuale, è passato da una rigoroso e vivace ritmo geometrico, logico e puntuale, alla libertà di un segno più emotivo e autonomo, in cui colore esce dalla logica costruttiva e si anima di un timbro segnico-cromatico più reattivo alla sensibilità della percezione.
Grazie alla collaborazione con lArchivio Mario Nigro – ma anche al contributo indispendabile della galleria A arte Invernizzi che da sempre promuove il lavoro dell’artista con un impegno davvero encomiabile – è stato possibile costruire un itinerario in cui i grandi capolavori del maestro scandiscono un percorso attraverso le otto sale del piano nobile di Palazzo Reale dove è possibile ammirare un riassunto esteso della sua vicenda artistica lunga oltre cinque decadi.

Mario Nigro. Opere 1947-1992, veduta parziale dell’esposizione, Palazzo Reale, Milano, 2023 Ph. Bruno Bani, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

I primi passaggi che si incontrano sono quelli della fine degli anni Quaranta, quando Migro si rivolge, abbandonata la figurazione, ad una sperimentazione in cui la forma dipende da una geometria a tratti rigorosa, a tratti più fluida. Il colore-segno accende composizioni in cui i gradienti di senso, che connoteranno le fasi successive, in nuce, sono già tutti presenti. È con la base solida degli studi scientifici e la passione per la musica che Nigro arriva poi a “manipolare” l’indeterminatezza dello spazio e del tempo – concetti la cui relatività proprio nella seconda metà del Novecento è stata fortemente messa in discussione – facendo, con la forma e il ritmo del colore, leva su un’aperta modulare-strutturale verso un lirismo che respira l’assoluto. Sono gli anni Cinquanta con le opere dedicate al ciclo dello Spazio totale, i Sessanta con l’invenzione di una vibrazione vorticosa dei Collage vibratili, per arrivare poi ai Settanta in cui il segno diventa rarefatto nella sua passionalità stagliandosi indefinibile sull’ingombrante sfondo monocromo e si riproduce nella bellissima sequenza del ciclo sul Tempo totale.

Mario Nigro, L’incontro 3, 1972 Ph. Mattia Mognetti, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

Dopo questa lunga meditazione concentrata sulla struttura identitaria del colore e del segno che incontrano e spiegano altrimenti il tempo e lo spazio, la riflessione concentrata di Nigro fa diradare gli elementi e approda all’essenzialità della linea che solca, rompendolo, il silenzio musicale di un colore sempre lasciato monocromo. Una visione più metafisica, più onirica che, nonostante l’apparente vicinanza ai modi di un freddo minimalismo, in lui resta carica di evidente passionalità.
Questa forza emotiva trova una spinta maggiore, decisamente più marcata, con le ricerche degli anni Ottanta e Novanta, quando la linea rigorosa si interrompe, si spezza nei Terremoti e si sospende, fino anche a restare interrotta, negli Orizzonti. Nigro pare, in questi anni, aver raggiunto una nuova energia che – sempre fedele al suo pensiero – raggiunge una sonorità potente: la nuova espressività della pennellata emancipa le categorie precedenti e si produce nello spettro intensissimo dei Dipinti satanici. Il colore lascia traccia del segno espresso dal gesto intensificando emozioni che sembrano non potersi trattenere e irrompono sul candore della tela aprendo varchi, lacerando con una presenza “fisica” che si nutre di una volontà di ricerca di un  che va oltre ogni formalismo intellettuale.

Mario Nigro. Opere 1947-1992, veduta parziale dell’esposizione, Palazzo Reale, Milano, 2023 Ph. Bruno Bani, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

Nigro pare sprofondare nell’interiorità di una materia rutilante alla ricerca, in questa amalgama, dell’essenza costituente l’uomo e del suo pensare, vivere, esistere. Si finisce il viaggio interiore con il ritorno al tentativo di ricomporre, negli anni Novanta, la propria tavolozza riconducendo il segno espressivo entro un ordine che non può – né deve – trovarsi in via definitiva. Nelle Strutture Nigro si esprime con un colore che resta in divenire costante e continuo, che non si appaga di provare a strutturarsi nell’assoluto e non riesce mai a perdere la bellezza del peso umano del proprio sentimento.
Del resto ribadiamo che la pittura, come si diceva, è per lui mezzo per trovare riscontro ad un ideale di indagine scrupolosa e meditata, che registra sempre, attentamente, con la decisiva affermazione del suo linguaggio, il cambiamento dell’umore intellettuale del proprio pensiero. Qui ritroviamo sempre quella qualità romantica del suo fare che rende unica la prova della sua testimonianza artistica (e umana).

Mario Nigro. Opere 1947-1992, veduta parziale dell’esposizione, Palazzo Reale, Milano, 2023 Ph. Bruno Bani, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

Nello Spazio Archivi del Museo del Novecento è possibile ritornare sui temi chiave dei dipinti che abbiamo provato a riassumere, ripercorrendo i medesimi passaggi attraverso la preziosissima testimonianza delle opere su carta, qui accompagnate di numerosi documenti e foto d’archivio. Se è vero che il lavoro su carta conserva una dimensione di prova, di appunto ed esercizio di pensiero, in Nigro ritroviamo questa sperimentazione anche nella grande dimensione a evidenza di un fare proteso alla coerenza della sua ricerca. Su questo supporto riesce a maturare una consistenza differente della propria narrazione che ha modo di seguire altre rotte espressive, altri riscontri visivi, senza, però, mai abbandonarsi nell’esercizio liberatorio della sperimentazione disorientata. Nelle carte Nigro ricerca, ma al contempo insiste su questo, lo statuto affermativo del proprio linguaggio e ci regala saggi di una pittura che resta sempre se stessa. Il resto è una dichiarazione comprovata dalla verità della sua vicenda intellettuale ed estetica.

Mario Nigro, Le orme, 1988 Ph. Mattia Mognetti, Milano © Archivio Mario Nigro, Milano

Ricordiamo, infine, anche la significativa collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, nell’anno del trentennale dell’attentato mafioso di via Palestro quando, allora, l’esplosione di una bomba, il 27 luglio 1993, spezzò la vita di cinque persone e danneggiò la Galleria d’Arte Moderna e lo stesso PAC dove fu distrutta un’opera di Nigro, parte di una mostra antologica che avrebbe dovuto celebrare l’artista ad un anno dalla scomparsa avvenuta nel 1992. In questa occasione, all’interno di Performing PAC. Dance with me To the End of Love, progetto dedicato al rapporto tra arte e memoria, è presentata l’opera di Mario Nigro Senza titolo (1952) nella sezione che, come una grande linea del tempo, si propone di ricostruire il contesto dell’attentato. Sempre al PAC si è tenuta lo scorso 25 luglio Esercizi di memoria. Mario Nigro 1993 la conferenza tematica, per non dimenticare, in cui Diego Sileo, Antonella Soldaini e Elena Tettamanti hanno supportato gli interventi critici di Gianni Nigro, Luigi Sansone e Angela Vettese sul ricordo della mostra mai realizzata e sulle opere danneggiate nell’attentato terroristico.

Mario Nigro. Opere 1947-1992
a cura di Antonella Soldaini e Elena Tettamanti
promossa da Comune di Milano – Cultura
prodotta da Palazzo Reale, Museo del Novecento, Eight Art Project
in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro 

14 luglio – 17 settembre 2023

Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano

Orari: da martedì a domenica ore 12.00-19.30; giovedì chiusura ore 22.30; martedì 15 agosto (Ferragosto) ore 12.00-19.30; chiuso lunedì; ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura; chiuso lunedì
Ingresso libero

14 luglio – 5 novembre 2023

Museo del Novecento
Piazza Duomo 8, Milano

Orari: da martedì a domenica ore 10.00-19.30; giovedì chiusura ore 22.30; chiuso lunedì
Ingresso biglietto unico per Museo e mostre temporanee intero €10.00; ridotto €8.00

Info: www.palazzorealemilano.it
www.museodelnovecento.org/it
www.eightartproject.it
https://archiviomarionigro.com/

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