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ROMA | Museo di Roma – Palazzo Braschi | Fino al 23 giugno 2024

di ELEONORA BIANCHI

C’è qualcosa di estremamente rassicurante nella caducità del tempo, nella consapevolezza che tutto quello di cui facciamo esperienza non è immobile, immutevole, ma che si concede ai nostri sguardi soltanto in quell’istante dato – più o meno perdurante – che ci troviamo a condividere.
C’è qualcosa di estremamente rassicurante nell’idea di mujō (impermanenza), quasi un nipponico panta rei che, associato al concetto di iki – quell’allusiva leggiadria della virtù, l’eleganza del senso della misura che diventa bellezza –, permea l’intera mostra Il Mondo Fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone, a cura di Rossella Menegazzo.

Kitagawa Utamaro, Giovani donne e inserviente raccolgono i cachi, 1803-1804 (dettaglio), silografia policroma, trittico, 37,5×76,3 cm © Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone

L’Ukiyoe porta con sé una rivoluzione nei soggetti rappresentati, diametralmente opposti alla tradizionale pittura aristocratica e delle scuole classiche di Kyoto. A Edo, odierna Tokyo e capoluogo dell’epoca, ad influenzare gusti e tendenze era la crescente borghesia cittadina, composta principalmente da mercanti arricchiti, tanto da poter competere con l’aristocrazia di spada. Per quanto priva di potere politico, questa classe emergente si poteva permettere di indulgere nel lusso, negli intrattenimenti e nelle arti di ogni sorta: dalla danza al teatro, dalla giocoleria alla seduzione.

Il Mondo Fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone, veduta della mostra, Museo di Roma – Palazzo Braschi, Roma Ph. Ugo Salerno

L’ukiyo – fino al 1600 interpretato come attaccamento all’illusoria vita terrena, inseguimento dei fuorvianti piaceri della vita che sono, secondo gli insegnamenti buddhisti, da rifiutare per la buona crescita spirituale – ora acquista un significato opposto: quello del godimento dell’istante fugace e di tutto ciò che è alla moda. Potrà sembrare ironico (e forse, in un certo senso, lo è) che proprio quella corrente, così nuova, fresca e attenta all’attimo fuggente e alle mode passeggere, sia annoverata tra i filoni più noti dell’arte giapponese, caposaldo di una cultura che ha influenzato le generazioni di artisti a venire, da Tokyo fino a Parigi. L’Ukiyoe, però, non è certo soltanto svago e ozio, si configura, anzi, come testimonianza fondamentale della società dell’epoca.

Utagawa Hiroshige II, Veduta dal piano superiore [della casa da tè Gankirō] nel quartiere di piacere di Miyozaki a Yokohama, 1860 (dettaglio), silografia policroma, trittico 35,6×74,7 cm © Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone

Dietro la quotidianità delle rappresentazioni di donne colte e talentuose, impegnate nell’educazione dei bambini, si cela un sottile stratagemma morale e moralistico utilizzato dagli editori e dagli artisti per aggirare la censura del governo Tokugawa sul tema delle bellezze femminili.
Tuttavia, è da ricordare che la società dell’epoca Edo era tra le più alfabetizzate e la diffusione della tecnica di stampa xilografica, insieme alla crescente proliferazione degli atelier dedicati alla produzione di immagini, contribuì notevolmente a diffondere su vasta scala usanze, tendenze e luoghi altrimenti sconosciuti.

Il Mondo Fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone, veduta della mostra, Museo di Roma – Palazzo Braschi, Roma Ph. Ugo Salerno

La mostra si costruisce su sette sezioni – sovrapponibili ai vari contesti della vita quotidiana del periodo Edo – in un costante e scenografico crescendo, mai eccessivo o sbilanciato, fino all’ultima sala, che accoglie il meisho, le “cartoline” dei viaggi. Protagonista indiscussa è La grande onda di Kanagawa, picco finale dell’esposizione e dell’Ukiyoe. E proprio come le onde, che ciclicamente si alzano e si abbassano, così fa anche tutta la nostra esistenza, im-permeata da questo confortevolissimo mujō.

Il Mondo Fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone
a cura di Rossella Menegazzo
con la collaborazione del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova,
Museo delle Civiltà di Roma

20 febbraio 2024 – 23 giugno 2024

Museo di Roma – Palazzo Braschi
Piazza San Pantaleo 10, Roma

Orari: da martedì a domenica ore 10.00-19.00; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso
“Solo Mostra” €15,00 intero; €13,00 ridotto (valido per i possessori della “MIC Card” e della “ROMA PASS”); €4,00 speciale scuola ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); €22,00 speciale famiglie – 2 adulti più figli under 18; €11,00 Speciale famiglie – 1 adulto più figli under 18; biglietto “Cumulativo Mostra+Museo” €20,00 Intero Cumulativo (Per i residenti a Roma non possessori della “Mic Card”); €16,00 ridotto Cumulativo (Per i residenti a Roma non possessori della “Mic Card”); €21,00 intero cumulativo (Per i non residenti a Roma non possessori della “Mic Card”); €17,00 Ridotto Cumulativo (Per i non residenti a Roma non possessori della “Mic Card”).

Info: +39060608
museodiroma@comune.roma.it
www.museodiroma.it

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