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MILANO | Galleria Fumagalli | Fino al 29 marzo 2024

di MATTEO GALBIATI

Può sembrare ossessivo, certamente è sistematico e metodico. La sua serialità differente ha un qualcosa che, se da una parte risulta ipnotica, dall’altra impegna l’osservazione a farsi attenta, a scovare quel dettaglio fuggevole, minuto, irrilevante. Eppure è in quel piccolo scostamento che la ciclicità si emancipa e diventa singolarità.
Per la prima personale italiana da Galleria Fumagalli a Milano, Allan McCollum (1944) si presenta con i suoi celeberrimi Drawings – ma anche alcuni Plaster Surrogates – che riunisce in ampie, e perduranti nel tempo, collezioni seriali la cui produzione insegue gli anni, ricorre nei decenni. Proprio il tempo, con la ripetizione del gesto sempre “uguale”, lo aiuta a trovare una cifra di metodo con cui disciplinare la sua espressività che, astratta e aniconica, ridotta ai minimi termini, si determina secondo un valore profondamente concettuale.

Allan McCollum, Drawings, 1991-1993 Courtesy Galleria Fumagalli, Milano e Allan McCollum Studio, New York

La produzione continua di disegni, realizzati attraverso alcune matrici riconfigurate in combinazioni consimili, eppure sempre diverse, operando non solo sul profilo dell’immagine, ma anche sulla forma del supporto e sul limite formale della figura, permette all’artista americano di tendere all’infinito la produzione di queste opere tanto semplici, quanto disarmanti nella complessa articolazione formale. Sagome intagliate in profili monocromi neri, impressi su un foglio bianco e con una cornice di legno sempre identica: questi sono gli elementi con cui si tocca, in ogni singolo pezzo, l’apoteosi, ripetuta perfetta, di McCollum.
Con questa sintetica espressività fin dagli anni Settanta l’artista riflette su un tema strutturale per la sua ricerca: il rapporto contrastante tra singolo individuo e moltitudine collettiva. L’uno in rapporto a molti e i tutti in rapporto al solo. Il progetto è del tutto adattabile: il display espositivo si conforma agli ambienti che lo accolgono, si colloca e ricolloca secondo i principi di una Wunderkammer che vive lo spazio e lo “invade” con la sua presenza determinante e, proprio per questo, visivamente e caratterialmente sempre differente.

Allan McCollum. Minime Variazioni, veduta della mostra, Galleria Fumagalli, Milano, 2024 Foto © Lucrezia Roda Courtesy Galleria Fumagalli

Anche nello stupefacente intervento nella galleria milanese McCollum attiva i suoi innesti visivi, riporta l’opera ad essere agente moltiplicatore di un’esperienza in cui il singolo afferma se stesso nonostante l’apparente conformità a tutta quella massa di cui fa parte. Il poco si eleva (forse) a molto.
Le silhouette così precisamente definite rimandano, inoltre, anche ai formalismi di un’araldica che, ben poco presente nella cultura americana, trova ancora senso e significazione nel contesto culturale europeo. Insegne, vessilli, stemmi determinano un senso di appartenenza specifico che, annullato dalle sue opere nel nero assoluto, finiscono con lo sfumare al nulla il peso specifico della loro (ipotetica) storia.

Allan McCollum, Drawings, 1991-1993 Courtesy Galleria Fumagalli, Milano e Allan McCollum Studio, New York

Quello che ci resta, da visitatori sorpresi e ammaliati, è vagare nella ricerca di un bello e di una particolarità rilevante – può essere bella? – la cui imprecisione annulla tutta la perfetta sintonia complessiva espressa dalla soverchiante presenza della massa nel suo complesso. È continuare a cercare, a vagare, alla ricerca di quelle differenze che spezzano la similitudine e non la rendono clone di altro, non la bloccano nella ripetizione identitaria. McCollum ci affabula, inchiodandoci alla responsabilità di dover assecondare e accettare la massa omologante, oppure, provare a ridare valore e fiducia al singolo. Derivazione logica di un principio che, esautorato, confluisce in (due) nuove istanze.

Allan McCollum. Minime Variazioni. Drawings and Plaster Surrogates

18 gennaio – 29 marzo 2024

Galleria Fumagalli
Via Bonaventura Cavalieri 6, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 13.00-19.00

Info: +39 02 36799285
info@galleriafumagalli.com
www.galleriafumagalli.com

Allan McCollum (Los Angeles, 1944) vive e lavora a New York dove si è trasferito nel 1975, dopo gli esordi nella sua città natale. Fondamentali per la sua affermazione sono i gruppi di opere: Surrogate Paintings iniziato nel 1978, Plaster Surrogates emerso nel 1982 e Drawings dal 1988. Ha partecipato alla Whitney Biennial del 1975 e alle Biennali di Venezia del 1988 e 2012. Sue opere sono presenti nelle collezioni di oltre settanta musei d’arte fra i più prestigiosi del mondo tra cui il Centre Pompidou a Parigi; il MoMA, il Whitney Museum of American Art, il Guggenheim Museum e il Metropolitan Museum of Art a New York; il MAMCO a Ginevra; il Castello di Rivoli a Torino.

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