LUCA GILLI. UN MUSÉE APRÈS | VANILLAEDIZIONI
Intervista a MATTEO BERGAMINI di Matteo Galbiati
In occasione della pubblicazione di Luca Gilli. Un Musée Après – monografia premio assegnata al fotografo Luca Gilli (1965) dalla casa editrice Vanillaedizioni per la quarta edizione dell’Arteam Cup 2018 – e dell’intervento espositivo alla Bocconi Art Gallery di Milano, abbiamo conversato di questi progetti che hanno per protagonista il fotografo emiliano con Matteo Bergamini, curatore della mostra e autore di uno dei saggi critici del volume:
Quando hai incontrato il lavoro di Luca Gilli? Cosa ti ha colpito del suo immaginario fotografico?
Il primo incontro con Luca Gilli e il suo lavoro mi pare sia stato durante un’edizione di The Others, la fiera delle giovani gallerie a Torino. Non ricordo cosa esponeva, ma immagino si trattasse di belle fotografie, visto che quando Paola Sosio mi chiese di curare la mostra di Gilli al Diocesano di Milano, nel febbraio 2018, non ho esitato un attimo.
Quali sono le caratteristiche fondamentali del linguaggio fotografico di Luca Gilli? Su cosa si basa la sua poetica?
Mi verrebbe da dire che Luca porta un approccio mistico all’immagine, ma né io né lui siamo particolarmente inclini alla fede, per cui dirò che Gilli è un fotografo in grado di aprire una quarta dimensione che si colloca tra la bidimensionalità della stampa e la tridimensionalità del soggetto (che è sempre, negli ultimi progetti, esclusivamente architettonico).
Quali sono gli spunti che suggerisce allo spettatore? Come lo “interroga”?
Come dicevo sono spunti che hanno a che fare con un approccio al medium fotografico che va ben oltre la semplice volontà di rappresentazione: gli interni di Luca Gilli, come suggerivo, attraverso le opere della serie Incipit inserite nella mostra Di-Stanze diventavano pittura, tele astratte “meccanicamente” realizzate. Era un altro modo di vedere l’architettura del cantiere, dove i dettagli trascurati e transitori sono diventati bellezza. Le immagini di Gilli sono ricognizioni di tempo, sono uno specchio che continua a riflettere un’immagine anche quando il soggetto è scomparso, sono presenze a volte anche inquietanti che ci interrogano. Su tempo, spazio, vita, accadimenti.
In cosa, secondo te, dichiara la propria contemporaneità e attualità?
Senza dubbio nel fatto che sia una fotografia che richiede, per essere apprezzata, la necessità di tempo. E visto che di tempo ne abbiamo sempre meno, che ci accontentiamo di vedere le mostre armati di uno schermo che si frappone tra noi e le opere per “documentare” il nostro passaggio, una richiesta di tempo è quanto mai contemporanea perché “fuori dal tempo” nell’accezione che ne dà Agamben, per esempio.
Il volume Luca Gilli. Un Musée Après è presentato in occasione dell’intervento di Luca Gilli per BAG – Bocconi Art Gallery: cosa presenta e come si inserisce questo lavoro nel contesto della sua ricerca?
La mostra di Gilli alla Bocconi è parte del progetto Interno in surreale che abbiamo presentato come solo show all’edizione 2018 di ArtVerona, nel booth di Paola Sosio Contemporary Art. Per l’occasione, dopo l’evanescenza metaforica delle immagini di Di-stanze ho cercato un Gilli più cromatico e più “figurativo”, mischiando immagini scattate in luoghi molto differenti tra loro, che ovviamente però mantenessero un tono coerente nella loro unione.
Questa monografia, nata come premio vanillaedizioni per Arteam Cup 2018, è frutto di un lavoro di gruppo: chi ha coinvolto? Quali sono stati gli scambi e i confronti?
Si tratta di una raccolta di scatti realizzati al Museo d’Arte di Nantes nei momenti del suo restauro, quindi in un’altra condizione transitoria come era stato per le immagini realizzate nel Padiglione Vaticano di Expo, e raccolte nella serie Incipit. Alla stesura del libro abbiamo lavorato io e Luca, e la direttrice del Museo di Nantes, Sophie Lévy ha contribuito con un suo testo.
Come avete strutturato la monografia? Quali sono i contenuti del volume?
Si tratta di immagini mai pubblicate finora in catalogo e disposte in un ordine che io inizialmente avevo definito “dal concetto al progetto”, ovvero a dimostrare che – dietro ogni astrazione – è ben presente una realtà. Gli scatti, che Luca non titola mai per evitare etichette di ogni genere e sorta e soprattutto perché la visione non sia “drogata” dal linguaggio, partono dal nero quasi assoluto e arrivano ad una composizione formale perfetta.
Titolo: Luca Gilli. Un Musée Après
Autori: Luca Gilli, Matteo Bergamini, Fabio Castelli, Sophie Lévy
Anno: 2019
ISBN: 978-88-6057-438-1
Collana: PageNotFound #18
Editore: Vanillaedizioni
Pagine: 80
Prezzo: Euro 24.00