SAN GIMIGNANO (SI) | iSculpture Art Gallery | 5-21 settembre 2014
CASOLE D’ELSA (SI) | Tenuta Castello di Casole | 5-21 settembre 2014
Intervista a GERALD MORODER di Chiara Canali
Le verdi e ondulate colline del Chianti sono una terra ormai connotata dal forte e duraturo legame tra arte, architettura e paesaggio, anche grazie alla realizzazione del progetto artistico Arte all’Arte che per dieci anni, dal 1995 al 2006, ha portato in città artisti noti sul piano internazionale. Anche se dal 2006 non si è più ripetuta quell’esperienza, fortunatamente l’arte contemporanea è sempre viva con numerose gallerie presenti sul territorio e altrettanti progetti pubblici.
Proprio in questi giorni dalle montagne della Val Gardena, anch’esse scenario dal 2008 della Biennale Gherdëina, approda a San Gimignano lo scultore Gerald Moroder, con un nuovo progetto artistico appositamente pensato per la galleria iScultpure e con una installazione site-specific per la Tenuta Castello di Casole (Siena).
La mostra, caratterizzata da opere di piccole e medie dimensioni in galleria e da sculture monumentali all’aperto, si contraddistingue per un essenziale richiamo all’esperienza della materia utilizzata dall’artista, proveniente dalla terra in cui abita e lavora, che viene manipolata con una maestria memore della tradizione locale, ma anche foriera di innovazione stilistica, sperimentazione tecnica e novità nelle tematiche.
Abbiamo incontrato l’artista e il gallerista Patrick Pii per farci raccontare più approfonditamente del progetto espositivo in corso e di iSculpture Art Gallery e ne è nato un ricco e articolato dialogo che pubblichiamo in due “puntate”…
In occasione della mostra Lo Spazio dell’Essere ritroviamo le tue caratteristiche figure sottili e longilinee che avevi inizialmente concepito in occasione della Biennale Gherdëina del 2010, nate da un impasto di materiali della tua terra. Le ritroviamo in pose meditative, ieratiche, direi quasi sacerdotali, sedute a riflettere, in piedi a deambulare o a reggere delle aste in equilibrio. Figure nello spazio che sembrano misurare la temporalità dell’esistenza…
A distanza di qualche anno posso affermare che la partecipazione alla Biennale Gherdëina è stata per me un nuovo punto di partenza, una spinta a seguire con più convinzione la strada che avevo imboccato. Il tratto di strada precedente era per certi versi ancora abbastanza incerto. Nelle mie sculture affronto spesso il tema della spiritualità. La domanda che mi pongo spesso è: Quanto influisce il nostro passato e la riflessione sul nostro futuro sulla vita presente? E fino a che punto siamo noi a poterlo decidere? L’equilibrio tra terreno e ultraterreno, tra vita e morte, o anche semplicemente tra giusto e sbagliato, tra certo e incerto – ecco, sono questi i temi che mi coinvolgono e che elaboro giorno per giorno.
In un percorso coerente di continua ricerca e sperimentazione hai ulteriormente affinato e smaterializzato queste figure, rendendole delle forme estremamente essenziali, espressione dell’essere spirituale più che dell’aspetto esteriore. Qual è l’obiettivo ultimo, il punto di arrivo della tua espressione artistica?
L’obiettivo è, in qualche modo, la ricerca del mio stesso io. Anche se, inconsapevolmente, le mie opere risultano essere spesso molto autobiografiche. In qualche opera più recente si aggiunge il tema della relazione fra noi esseri umani che, come dici tu, non ha a che fare con l’aspetto esteriore quanto piuttosto con la sfera emotiva. Nell’anatomia e nelle fattezze ridotte all’essenzialità prendono forma le paure e le incertezze ma anche le aspettative e i desideri che caratterizzano il vivere umano.
A questa produzione si è aggiunta una serie di opere bidimensionali, bassorilievi modulati plasticamente che presentano superfici graffiate ed erose. Dove si origina questa riflessione che dalla scomposizione della figurazione arriva a definire campiture del tutto astratte?
Non oserei neanche dire che sono del tutto astratte. In quello che a un primo sguardo può sembrare astratto c’è in realtà tanta concretezza, tanta natura, tanto spazio. È vero che la figura umana si è dissolta, ma rimane appunto lo spazio che ci circonda, che ci fa respirare, vivere e che ci condiziona. E infondo rimane anche la materia, grezza ed elegante al tempo stesso, che fa da contrappeso alla componente immateriale dell’esistenza.
Per il giardino della Tenuta Castello di Casole hai realizzato un’installazione site specific che presenta due sculture monumentali intitolate Guardare Oltre ed Eccomi, realizzate utilizzando una pasta sbriciolata di porfido rosso proveniente dalle montagne della Val Gardena. Queste opere mostrano il volto rivolto al cielo e le braccia distese ed allungate sui fianchi come per prendere la rincorsa per spiccare il volo, mentre Eccomi distende le due braccia perpendicolarmente rispetto all’asse del corpo come se la figura stesse già sorvolando la terra. C’è forse sottinteso un anelito ultraterreno con queste pose così aeree e slanciate verso l’alto?
Indubbiamente. Le mie sculture vorrebbero in qualche modo staccarsi da terra, aspirano ad una dimensione più alta, sublime, e ricercano le componenti astratte, ultraterrene della quotidianità, forse non visibili ma certamente presenti. In Guardare oltre, trittico composto appunto da tre figure aventi quasi la stessa postura, realizzate con una particolare segatura di ferro, l’energia verticale si triplica, accentuando così questa mia ricerca dell’infinito, dell’ultraterreno. Le figure sembrano fondersi tra di loro, con lo spazio circostante e con le vecchie mura della Tenuta di Castello di Casole.
Gerald Moroder: Lo Spazio dell’Essere
6 – 21 settembre 2014
presentazione sabato 6 settembre 2014, ore 18.30
iSculpture Art Gallery San Gimignano
Via Berignano 25, San Gimignano (SI)
Gerald Moroder. Installazione site specific
5 – 21 settembre 2014
Inaugurazione venerdì 5 settembre 2014, ore 18.30
Tenuta Castello di Casole
Località Querceto Casole d’Elsa, Siena
Info: +39 0577 940207
info@isculpture.it
www.isculpture.it