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MONZA | LEO GALLERIES | Fino al 4 novembre 2017
GEMONA DEL FRIULI (UD) | Museo Civico di Palazzo Elti | 2 dicembre 2017 – 28 gennaio 2018

Intervista a WILLY VERGINER di Livia Savorelli

Seguo da anni il lavoro di Willy Verginer e devo dire che esso non smette mai di sorprendermi per la grazia innata delle sue sculture – realizzate attraverso un uso sapiente delle mani che padroneggiano una tecnica, quella della lavorazione del legno, fortemente radicata alla sua cultura ladina – e per il “concetto” che le ispira, intimamente legato a problematicità inequivocabilmente condivise dall’uomo contemporaneo.
Un piccolo viaggio attraverso le più recenti partecipazioni di Verginer, alcune terminate, altre ancora in corso o in divenire, verso sempre nuove progettualità…

Willy Verginer. After industry, veduta della mostra, Leo Galleries, Monza

Willy Verginer. After industry, veduta della mostra, Leo Galleries, Monza

Da anni la tua cifra stilistica è legata alla lavorazione del legno – tecnica particolarmente legata al tuo mondo di provenienza, la Val Gardena nel cuore delle Dolomiti – alla quale hai saputo dare una connotazione fortemente contemporanea, tanto nella scelta dei soggetti e temi rappresentati quanto nella loro rappresentazione formale. Nell’ultima produzione, il dialogo tra naturale e artificiale si fa sempre più netto, con opere caratterizzate da un forte contrasto tra l’essenza lignea e il colore utilizzato. Verso dove sta evolvendo il tuo lavoro e la tua sperimentazione e come interviene il colore in questo?
L’assenza del legno dipende dalla tematica, nell’installazione che ha come tema il crollo del mondo finanziario e l’inizio della crisi mondiale (Where has the Stockbroker gone), rappresentata da uomini di borsa, il colore del legno – materiale caldo e naturale – apparirebbe inadatto. Da qui la scelta dell’utilizzo di materiali più freddi, come le foglie di alluminio e il metallo. Tutto è connesso alla tematica e al concetto dell’opera, a volte il legno viene usato di meno, altre volte viene messo molto in risalto…

Willy Verginer, La velocità dell'agnello, 2016, lindenwood, acryl color, 95x90x28 cm

Willy Verginer, La velocità dell’agnello, 2016, lindenwood, acryl color, 95x90x28 cm

Sei stato recentemente protagonista, insieme ad altri quattordici artisti ladini che utilizzano il legno, di un importante evento – Legno | Lën | Holz – tenutosi alla Galleria Civica di Trento, che ha consacrato a livello museale gli scultori contemporanei dell’area ladina che utilizzano il legno come medium, delineando uno spartiacque netto tra arte ed artigianato. Da interno come hai vissuto questa partecipazione?
È stata una bellissima esperienza grazie al curatore Gabriele Lorenzoni. È da più di dieci anni che una decina di scultori della nostra zona si muove nel campo dell’arte anche a livello internazionale. È stata un’istituzione della provincia di Trento a promuovere questa mostra. Nella provincia di Bolzano siamo ancora visti probabilmente come artigiani o comunque non degni di osservazione. È stato pubblicato un catalogo che rappresenta la prima documentazione della scultura in legno contemporanea italiana, è comunque un inizio. La mostra ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, è stata una delle mostre con maggior presenza nella Galleria Civica di Trento. In più tutti gli scultori in mostra hanno avuto l’occasione di conoscersi meglio.

Willy Verginer, Acqua alta. Veduta della mostra Legno | Lën | Holz, Galleria Civica di Trento

Willy Verginer, Acqua alta. Veduta della mostra Legno | Lën | Holz, Galleria Civica di Trento

Ti sei recentemente confrontato con il mercato americano con una personale a Detroit, città che ai tempi del suo massimo sviluppo economico veniva chiamata Motor Town ed ora, che ha pagato pesantemente le conseguenze del crollo del mercato dell’auto, vive come “sospesa nel tempo”.
Nel contesto di questa grande metropoli industriale del primo Novecento, tu hai presentato una mostra efficacemente intitolata After Industry. Ci racconti brevemente cosa hai presentato in quell’occasione e quali feedback hai colto nella percezione da parte del pubblico autoctono?
Hai ragione la citta è veramente particolare, è forse la città simbolo del sogno americano decaduto, è in certe zone completamente abbandonata, però negli ultimi anni si è assistito ad un risveglio e molti artisti l’hanno scelta perché più accessibile di altre città vicine. La scena artistica è molto viva, e gli spazi vuoti danno una grande possibilità di svolta alla città stessa, dipende da come verrà guidata politicamente.
La mostra si è tenuta in un’ex officina dei pompieri che è stata riabilitata a galleria. Ho presentato una grande installazione, di cui una piccola parte la si può vedere in mostra alla Leo Galleries di Monza. L’installazione è un’ironia sull’eccesso della ricerca del denaro. Affiancati alla stessa, alle pareti, ho collocato copertoni d’auto realizzati in legno e altre due installazioni sulle conseguenze negative dell’industria. Ho avuto la possibilità di entrare in contatto con molta gente e anche studenti. Il pubblico autoctono è rimasto meravigliato dalla combinazione tra buona manualità e discorso concettuale.

Willy Verginer, Ciuria de foies, 2016, lindenwood, acrylic color, 140 cm

Willy Verginer, Ciuria de foies, 2016, lindenwood, acrylic color, 140 cm

A inizio ottobre After Industry è approdata a Monza da Leo Galleries, dove hai anche presentato la tua ultima fatica editoriale (After Industry, Vanillaedizioni 2017). Ma vediamo già il tuo nome in progetti che stanno per prendere vita a brevissimo, tra i quali Maravee Mind 2017…
Nell’ampio progetto di Maravee Mind, curato da Sabrina Zannier, si colloca anche una mia personale a Palazzo Elti, in cui espongo sculture sulla tematica della mente nell’arte e madre natura. L’inaugurazione è il 1 dicembre. All’inizio del prossimo anno vorrei sperimentare l’uso del vetro colorato al posto del colore, sempre in combinazione con il legno. Vedremo il risultato.

Willy Verginer è nato a Bressanone (BZ) nel 1957. Vive e lavora ad Ortisei.
www.verginer.com

Eventi in corso:

Willy Verginer. After industry

10 ottobre – 4 novembre 2017

Leo Galleries
via De Gradi 10, Monza
Info:  www.leogalleries.com

 

Willy Verginer. A TESTA ALTA
nell’ambito di Maravee Mind 2017

2 dicembre 2017 – 28 gennaio 2018
Inaugurazione: venerdì 1 dicembre, ore 18

Museo Civico di Palazzo Elti, Gemona del Friuli (UD)
Info: www.progettomaravee.com

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