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TRENTO | STUDIO D’ARTE RAFFAELLI | 30 SETTEMBRE – 15 DICEMBRE 2021

di REBECCA DELMENICO

Laurina Paperina, artista iconica per il suo stile ironico e dissacrante, mixa personaggi che provengono dalla cultura popolare, che lei stessa definisce “pane per i miei denti”, fatta di cartoons, film di serie B, fanzine, fumetti, videogame accompagnati da una vena splatter che è stata nutrita dai film horror degli Anni ’80 e ’90. Nel novero delle influenze Laurina Paperina cita anche grandi maestri della storia dell’arte come Bosch, Bruegel o Goya e diversi artisti contemporanei come Haring e Basquiat. I lavori di Laurina Paperina sono uno specchio della contemporaneità, visioni brulicanti di personaggi dove la fanno da protagonista mutazione genetiche, animali mostruosi, eroi e antieroi che si avvicendano in un caos multicolor. Mi sono confrontata con Laurina Paperina in questa intervista in cui l’artista parla della nuova serie di lavori dove si realizza uno step ulteriore, direi un passo decisivo grazie al ricorso alla realtà aumentata. Ma non anticipo troppo e lascio che sia l’artista a illustrarmi la mostra di prossima inaugurazione da Studio Raffaelli a Trento, a partire dal titolo scelto Il sonno della ragione genera mostri.

Laurina Paperina, Il sonno della ragione genera mostri, exhibition view Studio Raffaelli, Trento

Laura, vuoi spiegarci come è nata l’idea di questa mostra che prende il titolo da un’incisione di Goya che fa parte della serie intitolata Los caprichos, rappresentante i vizi della società contemporanea ma anche personaggi fantastici e grotteschi?
Goya è sempre stato per me un punto di riferimento, pensa che vado ogni tanto a Madrid a visitare il Museo del Prado per rivedermi le sue opere! Una sorta di piccola ossessione che porto con me fin dai tempi dell’istituto d’arte. Durante la quarantena, deciso che il punto di partenza, l’ispirazione per la nuova serie era Goya, mi sono rivista tutte le sue opere e quelle dei pittori a lui contemporanei, studiandole e cercando poi di entrare nella testa dell’artista e, contemporaneamente, ho cercato di ricontestualizzare il concetto che Goya aveva nelle sue opere riflettendole nel periodo attuale col mio stile ironico, cinico e anche un po’ cattivo.

Laurina Paperina, Il sonno della ragione genera mostri, 2021, tecnica mista su tela, cm 80×100

L’opera principe di questa mostra, Il sonno della ragione, ti vede accasciata come il personaggio, probabilmente lo stesso Goya su una scrivania, però tu sei tramortita su una scheletro-scrivania, ci spieghi questo parallelismo?
Io accasciata sulla scheletro-scrivania rappresento me stessa ma potrei essere chiunque, schiacciato dallo stress che deriva dall’impotenza causata dal dover stare nell’immobilità delle nostre quattro mura durante il lockdown, una specie di esaurimento che può aver sperimentato chiunque in un momento in cui si può veramente perdere la ragione! Per non impazzire durante la quarantena ho preso penna e taccuino e ho disegnato le mini pillole di sopravvivenza intitolate Stay at home che sono poi diventate video animazioni, riflesso di quello che stavo vivendo in quei giorni.

Laurina Paperina, Il sonno della ragione genera mostri, exhibition view Studio Raffaelli, Trento

Veniamo al punto forte: questo progetto rappresenta un importante passo avanti per il tuo lavoro, un upgrade decisivo oserei dire. Cosa ha significato ha per te?
La mia visione non è drammatica e irrecuperabile, anzi c’è un senso di rinascita, di voglia di rilanciarsi e riconnettersi alla vita. A questo sentimento è strettamente connesso il ricorso alla realtà aumentata. Ho sempre fatto animazione, il mio problema era non essere mai riuscita a integrare il disegno e  la pittura con l’animazione. Invece utilizzando la tecnologia, scaricandosi la app ARIA da app store e google store e quindi inquadrando un’opera questa prende vita, si anima. Riuscire a unire le due cose è stato un passo avanti enorme, erano anni che cercavo di farlo e ora sento di aver realizzato un progetto integro, in più mi piace molto il legame con la tecnologia. L’Alkanoids creative studio di Milano ha realizzato le animazioni, un lavoro molto complesso, dove ogni singolo personaggio è stato estrapolato dalla tela originale per dare vita a una nuova tela.

Crei dei maximondi in cui si mescolano miriadi di riferimenti, molto elaborati rispetto alla tua produzione che non è più così prolifica come all’inizio quando i lavori erano più essenziali, immediati, fulminei direi. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Anni fa ero più punk, disegnavo continuamente, facevo tantissime opere. Adesso sono più introspettiva, faccio meno opere, più meditate, pensate, elaborate. Questi lavori richiedono tanto tempo rispetto ai supporti su legno che facevo undici anni fa, formati piccoli, unico soggetto, quello era uno sfogo. Ora ho bisogno di andare più lentamente, e mi piace giocare su più formati delle opere per rendere anche più dinamica la mostra.

Laurina Paperina, Burn, 2021, tecnica mista su tela, cm 150×150

Come procedi nella realizzazione di opere così complesse, e super affollate?
Si tratta di un work in progress, all’inizio preparo i personaggi principali, quelli che per me sono i più importanti, li disegno e da quel punto diventa un lavoro in corso con cui vado a invadere la tela con tanti personaggi. Nelle mie opere ci sono sempre riferimenti alla cultura pop ma anche alla storia dell’arte, mi piace creare questi mondi finti e surreali ma con riferimenti a fatti accaduti veramente nella contemporaneità. Ad esempio Il diavolo che si trova nella melma, mentre regge la sua testa decapitata è un riferimento alla criticità della condizione ambientale e climatica.

Ci sono dei personaggi che tornano spesso nelle tue opere, ce ne sono alcuni ai quali sei particolarmente affezionata?
Per esempio Spongebob entra spesso nelle mie opere, come tanti altri come il medico della peste, se dovessi sceglierne uno direi il teschio. Il teschio è praticamente sempre visto come simbolo di morte ma per me no, infatti spesso li faccio ridere gli scheletri, è l’ironia con cui esorcizzo la morte. Un altro personaggio è Mickey Mouse, simbolo di Walt Disney e della pop culture, pur non essendo reale è il personaggio più famoso del mondo.  Io mi nutro di immagini, a volte i vari riferimenti nelle opere sono intrinsechi, poi io rielaboro e manipolo i personaggi, li inserisco in situazioni o le reinvento. È una catena che non so se avrà fine!

Laurina Paperina, Mickey skull, 2021, tecnica mista su tela, cm 30×30

Tu hai dalla tua un’ironia che sai padroneggiare con naturalezza e immediatezza, con cui stigmatizzi la morte e i cataclismi causati da questa convulsa contemporaneità. Uno strumento potente se usato bene. Una dote non da poco, ne convieni?
La mia Ironia è innata, sono autoironica di natura, questo si riflette nelle cose che faccio e mi piace che le mie opere a prima vista sembrino leggere quando poi in realtà di leggero hanno ben poco perché se ti soffermi in fondo non c’è da stare allegri.

Come lo stesso Goya nella sua serie Los Capricios prende di mira tutto un campionario di personaggi e tocca temi scottanti come l’ambito religioso, lo stesso fai tu anche in questa occasione…
Mi piace lavorare anche sul tema della religione, l’ho già fatto ad esempio con Dio c’è e ti odia ed è una tematica  molto delicata. Nel dipinto Il silenzio campeggia un singolare personaggio, un groviglio di spaghetti e polpette con l’aureola. Lo spaghetto è riferito a una religione il “pastafarianesimo” dove le persone dicono “e se dio fosse uno spaghetto?” È religione fittizia americana il cui dogma fondamentale è che l’universo è stato creato da “un indivisibile e non rilevabile prodigioso spaghetto volante in preda ad una marcata intossicazione alcolica, e questa è la ragione di un creato imperfetto”.

Tante volte rientri come personaggio nelle tue opere, c’è un motivo?
In effetti ho notato che in questa serie ci sono quasi sempre ma non so darti una spiegazione, ma non ci sono solo io, con me c’è sempre la mia fedele Zelda!

Laurina Paperina, Death Becomes Her, 2021, tecnica mista su tela, cm 50×50

Laurina Paperina. Il sonno della ragione genera mostri
a cura di Virginia Raffaelli
con testo di Nicolas Ballario

30 settembre – 15 dicembre 2021
Opening 30 settembre a partire dalle 15:00 in presenza dell’artista. 
L’ingresso all’opening sarà su prenotazione con Green Pass al seguente link:
https://docs.google.com/forms/d/1PHyrRD_wuyDuI6DQzMonzMYTYyMBUbMmFTjPlDtio_0/edit

Studio d’arte Raffaelli
Palazzo Wolkenstein
Via Marchetti 17, Trento

Info: www.studioraffaelli.com
+39.0461.982595

Realtà aumentata: Alkanoids creative studio di Milano
App per vedere i dipinti animati: Aria (scaricabile su app store e google store)

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