MILANO | The Flat – Massimo Carasi | 15 maggio – 18 luglio 2014
intervista a GUIDO BAGINI di Martina Adamuccio
The secret life of plants, si intitola così l’ultima mostra dell’artista Guido Bagini (1970) presentata dalla Galleria Massimo Carasi di Milano. Una mostra che si terrà fino al 18 luglio e che ci porta a giocare in una sorta di rebus fatto di colori, piante e materiali contrastanti.
Lo smalto si contrappone a delle tavole incise con l’acido e pare di trovarsi dinanzi ad una vita che ci viene mostrata apertamente dall’artista e una quotidianità che ci tocca scoprire da soli.
The secret life of plants – Vita segreta delle piante, inaugurata lo scorso 15 maggio presso The Flat di Massimo Carasi a Milano e che si terrà fino al 18 luglio, vede nei tuoi lavori apparire un nuovo elemento: la vegetazione…
Un’intima necessità. Dal punto di vista formale, ho voluto intercalare alle mie tipiche linee rette, una pittura più libera, che conferisse al dipinto un maggior movimento e mi desse la possibilità di agire più spontaneamente.
Gli smalti lucidi con i quali dipingo, rendono una surreale interpretazione della vegetazione: i verdi caldi e freddi, in alcuni casi i blu che invadono le sempre-bianche architetture, si alternano in contrasto con il colore della fibra naturale del cartone di fondo. La prosecuzione del paesaggio sulle lastre di zinco risulta visivamente enigmatica, come se il tassello, parte di una più estesa immagine, celasse un misterioso codice da decifrare o ne fosse la chiave di lettura.
I segni incisi e la specchiante superficie, vogliono dare alla vegetazione un aspetto reale e incantato al tempo stesso, evocando un metafisico sogno nel sogno.
Nei tuoi ultimi lavori due materiali apparentemente contrastanti come il cartoncino incollato di Dibond, dunque materiale naturale, e delle tavole in zinco si uniscono per dare maggiore enfasi al lavoro. Come mai la scelta di unire tali elementi?
La scelta proviene dalla ricerca di materiali contrastanti ma esteticamente funzionali, efficaci nel simboleggiare natura e tecnologia. Il calore naturale del cartone sul quale dipingo, accostato alla fredda e specchiante superficie dello zinco (in cui l’osservatore riesce a scorgere la propria immagine riflessa), s’incontrano in un armonico contrasto visivo.
Il risultato vuol essere quello di creare una sensazione di spiazzamento visivo, per destare nello spettatore la curiosità di svelare un mistero o risolvere un enigma.
Credi abbia un senso, nell’epoca in cui viviamo, dare un significato all’opera?
Per alcuni artisti sì; non per altri per quanto creda che seppur inconsciamente, il significato sia intrinseco all’opera, alla fase creativa, alla “risoluzione” dello spazio d’azione di ogni artista. Il mio non è un lavoro puramente estetico, ma frutto di un’idea, una visione in continua evoluzione, che spazia in più direzioni e non riguarda una singola opera. Direi che sono le scelte che prendiamo a determinarne il significato, sia dal punto di vista concettuale che materico.
Per quanto mi riguarda, cerco di dare indizi utili alla comprensione del significato espresso. Chiedo al fruitore dell’opera un impegno nel decifrare il messaggio spesso subliminale.
Design, architettura e paesaggio si fondono nei tuoi lavori…
Oltre alla passione personale per le due discipline, le efficaci e accattivanti forme di design e architettura contemporanee, le considero congeniali per immaginare e raccontare a mio modo, mondi alternativi, spazi meditativi in un contesto paesaggistico; il mio intento è di suggerire e stimolare nuove visioni, punti di vista. L’essenzialità del tratto che caratterizza i miei lavori ed enfatizza il silenzio e la staticità di architetture e oggetti design spesso sospesi nel vuoto, cerco di equilibrarlo con il vibrante movimento vitale della natura. Un espediente che mi dà possibilità di fondere il tutto in un paesaggio anomalo, “altro”, sospeso tra realtà e immaginazione dai connotati metafisici.
Technogreen è il nome di molti tuoi ultimi lavori: un messaggio inconscio per ricordarci il peso rivestito dalla tecnologia e il ruolo che ricopre nuovamente la ricerca del verde e del sostenibile?
Il titolo dato a questa serie di lavori, deriva dall’idea di creare una simbiosi, uno scambio fruttuoso tra i due soggetti apparentemente in antitesi di questa mostra: tecnologia e natura. Partendo dal presupposto che la necessità di un mondo “pulito” sia fondamentale per goder a pieno dei benefici della natura, credo che la tecnologia possa dare un sempre maggior contributo alla ricerca di nuove forme di sostenibilità ambientale. Viceversa la natura può supportare e aiutare la tecnologia, sostenendo le rinnovate forme di energia alternativa. La mostra vuol far riflettere proprio sul giovamento reciproco che possono trarne. L’idea converge nello sforzo di voler agire per migliorare l’evoluzione dei nostri Mondi.
Un piccolo anticipo dei progetti futuri?
Comporre il miglior quadro.
Guido Bagini. The secret life of plants/Vita segreta delle piante
15 maggio – 18 luglio 2014
The Flat – Massimo Carasi
Via Paolo Frisi 3, Milano
Orari: da martedì a sabato 14.00-19.30 o su appuntamento
Info: +39 02 58313809
theflat-carasi@libero.it
www.carasi.it