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NAPOLI | Museo Hermann Nitsch | #Report

di MATILDE TEGGI

Hermann Nitsch comincia la sua carriera artistica nel contesto dell’Azionismo Viennese, movimento artistico affine alle esperienze di happening e performance art che si pone come il più spregiudicato nel mettere a contatto lo spettatore con immagini disturbanti e scioccanti. Il corpo inizia ad essere concepito dagli artisti di questa corrente come prodotto culturale e viene utilizzato come medium, linguaggio per liberarsi dai tabù di una società eccessivamente perbenista come quella viennese postbellica.

Nitsch teorizza e mette in pratica, dalla fine degli anni Cinquanta, il Teatro delle Orge e dei Misteri, un’opera d’arte totale in cui si intrecciano pittura, musica, performance, in un maestoso rituale corale che recupera radici ancestrali, pagane e religiose. Il Teatro di Nitsch è un insieme di Azioni che assumono le sembianze di riti sacrificali, in cui avvengono manipolazioni di uomini e animali e dove la partecipazione collettiva è fondamentale. Le Azioni pittoriche e performative utilizzano la simbologia del sacrificio e la violenza estetizzata come mezzi per raggiungere l’abreazione, termine che Nitsch prende in prestito dal lessico freudiano e che indica la scarica emozionale che consente a un soggetto di rimuovere gli effetti di accadimenti drammatici. In questo senso, l’artista costruisce un teatro che ha funzione catartica, di purificazione e soprattutto un rito a cui partecipa una collettività di persone. Il Teatro di Nitsch vuole essere una grande festa che rivela corrispondenze con la poetica artaudiana: festa è la dimensione della trasgressione, dell’abolizione dei limiti e dei ruoli in favore dell’eccesso e la crudeltà è un mezzo necessario per toccare la sensibilità di chi guarda. Il Teatro delle Orge e dei Misteri comprende real happenings, qualcosa che accade realmente e che puoi registrare con i cinque sensi.

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158.AKTION_18.09.2020 ph A.Benestante

Il 18 settembre 2020 è andata in scena, a Napoli, la 158.aktion di Hermann Nitsch, nel Museo a lui dedicato. Il legame tra l’artista viennese e la città di Napoli è testimoniato sin dalla prima Azione realizzata nel 1974 allo Studio Morra di via Calabritto e si è evoluto nel tempo grazie all’intervento di Giuseppe Morra, mecenate, collezionista, azionista napoletano, promotore di una cultura artistica contemporanea che, dagli anni Sessanta ad oggi, ha visto protagonisti, proprio a Napoli, i maggiori esponenti della Performance Art, del Movimento Gutai, della poesia visiva e del teatro d’avanguardia. Il mecenatismo di Morra è contraddistinto da una rilevante valenza sociale, che lo porta ad impegnarsi nel progetto di riqualificazione urbana del quartiere Avvocata di Napoli, dove nel 2008, egli inaugura il Museo-Archivio-Laboratorio per le arti contemporanee Hermann Nitsch. Situato in vico Lungo Pontecorvo, all’interno dell’ex centrale elettrica Bellini, uno dei pochi esempi di archeologia industriale a Napoli, il museo appare come una sorta di santuario, uno spazio urbano nascosto da cui si contempla la città e nel quale si conserva gran parte dell’opera di Nitsch. Un museo che è anche una piazza dove si dialoga e si intrecciano relazioni con il tessuto sociale.

La 158.aktion si è svolta nel salone centrale del Museo e ha avuto la durata di un’ora e mezza. La direzione dell’Azione era affidata a Nitsch, affiancato da Giuseppe Zevola, artista napoletano e suo celebre collaboratore. A scandire i gesti degli attori, servendosi di un fischietto, era, però, il figlio adottivo di Nitsch, Leo Kopp, partecipe delle Azioni ormai da decenni. Tra gli attori era presente Jasmina Ban, storica attrice del Teatro di Nitsch dagli anni Settanta. L’Azione era accompagnata dalla Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Andrea Cusumano, docente del Goldsmith College di Londra, il quale definisce la musica nelle Azioni come la sintassi del Teatro di Nitsch. La 158.aktion si è svolta in un susseguirsi di “crocifissioni” inscenate e si è conclusa in una festa dionisiaca in cui tutti gli attori insieme manipolavano uva, pomodori, sangue, sopra il corpo di un attore “passivo” legato a una barella.
La “crocifissione” è un topos che Nitsch utilizza sin dalla sua prima Azione nello studio del collega Otto Mühl nel 1962; l’evocazione della tragicità della sofferenza passiva sulla croce viene, inoltre, amplificata dall’atto simbolico di cospargere e imbrattare del sangue di un animale sacrificato al macello, materia corporea che Nitsch da sempre impiega insieme a quella pittorica, l’attore “passivo”, ossia colui che viene manipolato dagli altri “attivi”, in modo più pittorico che teatrale. Questo processo ha come obiettivo il raggiungimento di una simbolica resurrezione. L’ultima scena, di grande intensità visiva e sonora, ha visto protagonista uno degli attori precedentemente “crocifissi”:  rimasto solo sulla scena insanguinata, egli alza a due mani un ostensorio. Questo individuo sembra incarnare il “capro espiatorio”, la vittima del sacrificio, il cristo crocefisso, che conclude l’Azione innalzando il simbolo della sua stessa resurrezione.

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158. Aktion, Museo Nitsch, ph. Amedeo Benestante

Il 25 settembre ha, inoltre, inaugurato la mostra Sinfonia Napoli 2020, che sarà visitabile al Museo Nitsch di Napoli nel biennio 2020-2022 e che raccoglie le ultime opere dell’artista dal 2018 ad oggi. L’allestimento sarà arricchito dai nuovi “relitti”, i “resti performativi”, ossia quegli oggetti di diversa natura che vengono impiegati durante l’Azione e che sono successivamente esposti, quasi come testimonianze nel senso evangelico del termine: rievocazione a distanza e al tempo stesso meditazione, resurrezione dalla dissoluzione. Insieme ai “relitti” della 158.aktion saranno esposte anche una serie di opere pittoriche inedite. Se la musica è la sintassi del Teatro delle Orge e dei Misteri, la pittura è per Nitsch la “grammatica visiva” di quella che l’artista stesso definisce la sua “liturgia dipinta”.

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Sinfonia Napoli 2020, nuovo allestimento Museo Nitsch, ph. Biagio Ippolito

Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli

Info: +39 081 5641655
info@museonitsch.org
www.museonitsch.org

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