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MILANO | Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea | Fino al 20 ottobre 2016

di MATTEO GALBIATI

Nella fotografia praticata dai nuovi talenti si pecca spesso di un’eccessiva speculazione sull’espediente tecnico o su un autocompiacimento estetico che imbrigliano l’immagine stessa nell’adeguamento a stilismi e formalismi alla moda.
Nelle opere di Giorgio Bormida (1969), fotografo e artista di comprovata esperienza e talento, quest’impostazione prestabilita e assuefatta al sistema, invece, scompare a fronte di un uso estremamente poetico dell’immagine fotografica che, in una traslitterazione semantica, si apparenta alla pittura.
La mostra personale che la galleria Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea di Milano ha scelto di assegnare a Bormida come premio speciale dell’Arteam Cup 2015 – a dimostrazione di come questo premio sia importante per creare nuove connessioni, conoscenze e possibilità professionali – attesta questa sua profonda capacità di catturare l’attenzione spingendola nel cuore di un immaginario complesso e densamente stratificato di suggestioni ed esperienze.

Giorgio Bormida, The Mind, Inside XIV

Giorgio Bormida, The Mind, Inside XIV

Le opere in mostra, che dall’opera The Mind, inside n. 14 del 2010 arrivano a contemplare ben 17 pezzi della serie VIXI del 2015, attestano come la foto sia da intendersi sempre come strumento di registrazione della memoria, o meglio, della sedimentazione delle memorie che, attraverso frame rubati di istanti trascorsi, rivelano, anche oniricamente, il trascorso del vissuto. Le velature scure che genera nelle sue creazioni conferiscono alle immagini un forte valore teatrale che, lontano da inutili spettacolarizzazioni fini a se stesse, resta capace di porre l’accento sul senso di vicende umanamente quotidiane e, per questo, vicine a toccare l’esistenza e l’esperienza di chiunque. Ognuno può cogliervi segni, cenni di qualcosa che in animo – nella sua memoria – continua a sopravvivere al tempo.

Giorgio Bormida, VIXI VIII, 2015, stampa su carta baritata Hahnemühle, montata su dibond. Edizione di 5

Giorgio Bormida, VIXI VIII, 2015, stampa su carta baritata Hahnemühle, montata su dibond. Edizione di 5

Si diceva del valore pittorico, Bormida, in effetti, non si accontenta di scattare una foto, di racchiudere un fermo immagine colto dalla vita, ma, come un pittore sulla tela, procede per velature, per passaggi successivi e calmi, ecco allora che ogni inquadratura si apre come una finestra scenica, un quadro che si fa palcoscenico (come ammette l’autore stesso) in cui, strato dopo strato, velatura dopo velatura, la realtà si definisce e matura in pura suggestione.
Questa fotografia, allora, arriva a cogliere le istanze emotive che soggiacciono nella memoria, nel ricordo nel pensiero celato e nascosto che qui ha modo di dischiudere gli occhi su visioni presenti e tangibili. Bormida offre uno scenario plausibile e fruttuoso per la sensibilità di chi si trova ad osservare i suoi lavori, rendendolo capace di abbandonare quella ritrovata quotidianità sopita per spingersi lontano nella densità conturbante di un’intimità spesso inascoltata. Un sentore interiore che si riapre adesso all’esperienza sensibile. 

Giorgio Bormida. Vixi
catalogo Vanillaedizioni con testo di Antonio D’Amico e intervista di Francesca Di Giorgio 

Fino al 20 ottobre 2016

Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
via Gorani 7, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 11.00-19.00; sabato su appuntamento

Info: +39 345 0064190
info@sabrinaraffaghello.com
www.sabrinaraffaghello.com
www.giorgiobormida.com
www.arteam.eu

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