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BRESCIA | Museo di Santa Giulia | 1 agosto – 20 settembre 2020
CREMONA | Museo del Violino | 1 ottobre – 1 novembre 2020
BERGAMO | Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena |
18 marzo – 2 maggio 2021

di ALICE VANGELISTI

Durante questo periodo straniante per la vita di ciascun individuo, anche il mondo dell’arte ha subito non pochi sconvolgimenti. Progetti virtuali, che proliferavano senza dare però una concretezza di incontro, sono solo alcune delle sterili proposte con cui il mondo dell’arte ha cercato di sopperire al senso di vuoto e di isolamento che ha invaso la nostra quotidianità. L’arte si è delineata così come un modo per unirci nella distanza, anche se solo virtualmente, facendoci mancare quindi quello stato di reale vicinanza di cui in questo periodo più che mai ne sentivamo il bisogno – e forse proprio per questo ci siamo accorti della sua pesante assenza. È così che in un momento che si fa portatore di tragica drammaticità e di un senso desolante di fine, l’arte si rialza e cerca di partire da questo scoramento per ritornare a vivere, con un’azione reale e concreta: Gesto Zero è un progetto che si fa manifesto dell’arte che non si ferma e che trae linfa vitale da una situazione negativa per rielaborarla e trasformarla con una nuova sensibilità.
Tutto ha inizio da un’intuizione, da una necessità espressiva nata nella mente dell’artista bresciano Maurizio Donzelli, il quale si è trovato a riflettere durante questa pandemia sui tragici avvenimenti e sulle inevitabili conseguenze che questa ha provocato, non solo nella nostra quotidianità, ma anche e soprattutto nel fragile sistema dell’arte contemporanea. Dalle sue riflessioni ha preso vita un vero e proprio manifesto, coinvolgendo successivamente anche una rete distante ma unita di artisti di Brescia, Bergamo e Cremona – le tre città lombarde più straziate dal dramma del Covid-19.

Annamaria Gallo, N°1-10-9-15, dalla serie Nutrire – Nourish, 2020, carta oleata e bruciata, 77×97 cm, opera singola, 29×39 cm Courtesy dell’artista

È una vera e propria “chiamata alle arti”, dove questa guerra invisibile e insidiosa si cerca di combatterla attraverso l’arte e la creatività. Gli artisti coinvolti si sono così messi in gioco e, rinchiusi in un isolamento diventato forzatamente obbligato, hanno trovato nuova forza per andare avanti partendo da loro stessi e dal magico momento antecedente alla creazione. Infatti, ognuno di loro è stato invitato a realizzare una foto in bianco e nero delle proprie mani che racchiudesse il gesto in potenza: l’opera non c’è ancora ma presto ci sarà. Si è creato così un enorme mosaico umano di mani distanti, ma unite nel comune gesto della creazione, andando oltre il dramma del foglio bianco per iniziare a scrivere insieme una nuova pagina di questa realtà.
Sono mani ferme, immobili e statiche, ma che trasmettono comunque l’energia del fare: è la fase 0 da cui tutto avrà inizio. Così ci sono mani in attesa di cominciare, già sporche di colore, già pronte a dare forma alla materia informe: sono mani che creano – o meglio mani che pensano prima di dare il reale via alla creazione. E cosa c’è dopo questa azione iniziale? Ognuno ne ha dato una propria interpretazione, una propria visione, sia accompagnando le immagini di queste mani con un pensiero, sia realizzando un’opera, forma finalmente tangibile e visibile di quel gesto astratto e non ancora definito. Perché l’arte va avanti anche davanti al dramma, facendosi specchio e interprete di una realtà contemporanea che sta drasticamente cambiando, ma che necessita anche e soprattutto di ciò, della creazione di un nuovo mondo in cui riflettersi e rifugiarsi.
In questo modo il progetto, legato inizialmente solo alla pagina Instagram, prende invece forma, concretizzandosi nella mostra itinerante Gesto Zero. Istantanee 2020 che si sposterà attraverso le tre città di Brescia, Bergamo e Cremona.
Strutturato in 4 sezioni, il progetto espositivo presso la sede del Museo di Santa Giulia a Brescia si delinea come un percorso intenso all’interno dell’universo creativo degli artisti, scoprendo anche un punto di vista inedito sul loro operare. Siamo soliti, infatti, distinguere un artista dall’opera che ha realizzato, ma il dietro le quinte della creazione ci è completamente precluso. In questo caso, invece, le mani pronte per entrare in azione si spiegano davanti ai nostri occhi per raccontare in anticipo quello che poi si vedrà espresso in alcune delle opere d’arte inedite presenti in mostra.

Gesto Zero – Istantanee 2020, veduta della mostra, Museo Santa Giulia, Brescia, 2020 Courtesy Fondazione Brescia Musei

Nella prima sezione, Il grado zero della pittura, tra segno e astrazione, la grande opera fluttuante nel vuoto di Antonio Marchetti Lamera ci trasporta in una dimensione dell’oltre attraverso una serie di segni disegnati e successivamente assemblati nel cerchio galleggiante sopra di noi. Ombre che lasciano una traccia di sé e che sono alterate dall’artista per farne perdere l’essenza stessa e aprire così a nuove visioni. In questo senso, l’opera diventa significativa di una sezione che si concentra su una figurazione “assente”, condotta solo attraverso segni, gesti, colori ed evocazioni in grado di farci immaginare un mondo fatto di sensazioni, in cui forme e immagini ci spingono a indagare nelle stratificazioni del nostro essere e della nostra condizione attuale per trovare nuovi modi per tracciare un percorso sempre più intimo e introspettivo.
La seconda sezione, Spazio intimo e spazio pubblico, spazio ritrovato e spazio immaginato si interroga sulla contrapposizione tra questi differenti concetti di spazio. In questo modo, si riflette sul rapporto che si instaura con l’essere umano, in particolare in relazione al forzato periodo di isolamento che ha radicalmente cambiato la nostra quotidianità, facendoci sperimentare un nuovo modo di vivere in un tempo assurdo e rallentato, in cui abbiamo riscoperto il valore della casa. In questo senso, è emblematico il lavoro di Annamaria Gallo che espone un’installazione realizzata con pezzi di carta da forno usata che si portano con sé quindi le tracce di bruciature come particolari radiografie della quotidianità e della dimensione domestica. Tutte le opere esposte infatti documentano questa realtà ristretta e costretta in cui ci siamo trovati a vivere, indagando anche le forme della città attraverso le sue architetture e le sue intrinseche geometrie, aprendo piccole finestre sul mondo oppure ancora esplorando ambienti ora fermi, immobili e immersi in un silenzio assordante.

Silvia Inselvini, Notturni, 2020, penna su carta, pannello in ferro, calamite, 89×85 cm Courtesy dell’artista

La sezione successiva, Identità, Isolamento, Memoria si concentra su questi temi che ruotano intorno all’intera esistenza umana, interrogando i tempi dell’uomo per immaginare nuovi mondi. L’uomo diventa quindi il protagonista di questa sezione, in cui radici, memoria e storia si fondono per delineare istanti contemplativi in bilico tra passato, presente e futuro. Risulta così significativo il lavoro di Silvia Inselvini, che trasmette un senso di meditazione e ripetizione racchiuso in profonde ed eleganti composizioni formate da una serie di fogli “colorati” dall’inchiostro di una penna Bic, che scandiscono un tempo sempre più lento e rallentato in una dimensione di isolamento e straniamento totale. Il gesto ripetuto, il ronzio metodico della penna che lascia la sua traccia indelebile sulla carta, il profumo dell’inchiostro che pervade l’aria: le notti “vuote” sono così trascorse a riempiere dei fogli con segni che aprono a universi invisibili, scritture indelebili di una realtà dell’oltre che abbraccia l’osservatore per cullarlo nella sua evanescente ed avvolgente profondità identitaria.
L’ultima sezione, Raccontarsi, reagire, generare, si apre infine con uno “specchio” di Maurizio Donzelli. O meglio avvicinandoci non è un vero e proprio specchio, ma nasconde al suo interno una forma geometricamente organica in costante mutamento in base al punto di osservazione. Muovendoci, infatti, l’opera si trasforma e implicitamente trasmette un messaggio molto forte, il quale oggi più che mai assume un maggiore significato: noi siamo gli artefici del nostro cambiamento e della nostra ripartenza, superando le fratture e il dolore, la paura e l’immobilità, la tragedia e l’isolamento, seminando i “germogli” per dare forma a una realtà profondamente mutata. Così dal Gesto Zero si aprono finalmente infiniti nuovi gesti: quelli di ciascun individuo che si è rialzato dall’oscuro abisso nel quale eravamo sprofondati.

Maurizio Donzelli, Mirror, 2020, tecnica mista in box di legno, 52.5×48.2×7.5 cm Courtesy dell’artista

Ed è così che le 142 mani dei 71 artisti – accompagnate nel caso specifico del Museo di Santa Giulia da una selezione di 41 opere – trovano un loro spazio in mostra per raccontarsi e raccontare questa quotidianità spezzata e sconvolta, documentando e rievocando i tragici fatti appena trascorsi, ma allo stesso tempo anche interrogandosi sull’uomo, sulla sua drammatica condizione di isolamento e su quei valori fondamentali che spesso si danno per scontati, facendo immergere l’osservatore in un’esplorazione contemplativa, intima e profonda della dimensione quotidiana di un fare artistico che attraverso un’azione chiara e concreta, reale e ben definita dà vita a un gesto istantaneo di creazione e di rigenerazione.

Gesto Zero. Istantanee 2020
da un’idea di Maurizio Donzelli
a cura di Ilaria Bignotti, ACME Art Lab, Giorgio Fasol, Matteo Galbiati
con la collaborazione di Antonio Marchetti Lamera

Artisti: Alessandro Alghisi, Erminando Aliaj, Piero Almeoni, Marco Amedani, Viveka Assembergs, Dario Bellini, Filippo Berta, Giorgio Bertelli, Mariella Bettineschi, Fabio Bix, Giovanna Bolognini, Nicole Bolpagni, Beppe Bonetti, Audelio Carrara, Monica Carrera, Filippo Centinari, Angelica Consoli, Renato Corsini, Mario Cresci, Francesca Damiano, Ken Damy, Andrea Della Sala, Maurizio Donzelli, Salvatore Falci, Ettore Favini, Paolo Ferreri, Dino Ferruzzi, Nicola Fornoni, Patrizia Fratus, Annamaria Gallo, Armida Gandini, Marco Grimaldi, Ilaria Grin, Duccio Guarneri, Giuliano Guatta, Silvia Inselvini, Natasa Korosec, Marco La Rosa, Mauro La Rosa, Raffaella La Vena, Giulio Lacchini, Fabio Lombardi, Francesca Longhini, Clara Luiselli, Luca Macauda, Antonio Marchetti Lamera, Andrea Mariconti, Camilla Marinoni, Vincenzo Marsiglia, Felice Martinelli, Eros Mauroner, Albano Morandi, Serena Nicolì, Giovanni Oberti, Adriano Pagani, Giorgio Palù, Alberto Petrò, Paola Pezzi, Gabriele Picco, Marta Pierobon, Valentina Regola, Tiziano Ronchi, Camilla Rossi, Giovanni Rossi, Marco Rossi, Paola Sabatti Bassini, Sara Scaramelli, Rita Siragusa, Aldo Spoldi, Massimo Uberti, Vera Vera

1 agosto – 20 settembre 2020

Museo di Santa Giulia
via dei Musei 81, Brescia

Orari di apertura: da martedì a venerdì 12.00-17.30; sabato, domenica e festivi 11.00-18.00
Ingresso libero
Modalità di accesso: a causa delle normative vigenti legate all’emergenza Covid-19, la visita è consentita con partenze ogni 45 minuti e i visitatori saranno accompagnati da un operatore museale.

Prenotazioni: CUP Centro Unico Prenotazioni +39 030 2977833/34
santagiulia@bresciamusei.com
www.bresciamusei.com 

Prossime sedi:

1 ottobre – 1 novembre 2020

Museo del Violino
Piazza Guglielmo Marconi 5, Cremona

18 marzo – 2 maggio 2021

Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena
Via Sant’Alessandro 39d, Bergamo

Info: @gestozero
www.bresciamusei.com

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