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Il 12 maggio 2018 a New York, è deceduto l’artista americano Geoffrey Hendricks, tra i fondatori del movimento FLUXUS. La galleria UnimediaModern di Genova, che da anni rappresenta il lavoro di Hendrick in Italia, ci invia un ricordo personale e che sta diffondendo in memoria di una figura importante per la storia dell’arte internazionale. Le immagini a corredo di questo articolo sono state realizzate in occasione dell’allestimento e del vernissage dell’ultima mostra monografica dedicata all’artista, More than 100 Skies cuarata da Caterina Gualco che si è tenuta alla Foundation du Doute a Blois (Francia).

Geoffrey Hendricks e Caterina Gualco

Geoffrey Hendricks e Caterina Gualco

Geoffrey Hendricks, “Cloudsmith – Forgeron des nuages – Forgiatore di nuvole”, – soprannome che gli aveva attribuito affettuosamente l’amico artista Dick Higgins, coniatore anche del termine Intermedia – è morto a New York il 12 maggio 2018 all’età di 86 anni.
Nato nel 1931 a Littleton nel New Hampshire, e cresciuto a Chicago, Hendricks aveva sviluppato un precoce interesse per la natura durante i suoi soggiorni estivi con la famiglia in una fattoria a Marlboro, in Vermont, la quale fu in seguito trasformata nel Marlboro College dai suoi genitori. Dopo essersi laureato nel 1953 all’Amherst College Hendricks si trasferì a New York, città che è stata la sua residenza per tutta la vita, in stretto contatto con il mondo dell’avanguardia artistica. Aveva già avuto la possibilità di conoscere tale mondo prima della laurea, poichè si era recato a New York parecchie volte per seguire le conferenze presso l’Eighth Street Artist Club talks, dove aveva anche assistito alla performance “Lecture on Nothing” di John Cage nel 1950.

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Hendricks entrò a far parte della “famiglia” Fluxus alla metà degli Anni Sessanta. Il lavoro di Hendricks fu influenzato da Fluxus, dalla sua educazione quaquera, dal contatto con l’ambiente rurale, dalla sua curiosità nei confronti del buddismo Zen e dalle prime mostre di John Cage.
Durante i suoi primi anni a New York, dal 1953 al 1955 Hendricks insegnò arte nel Bronx in un Istituto per malati cronici. Nei primi anni della sua appartenenza a Fluxus partecipò a una serie di eventi come “Flux Mass, Flux Sports, Flux Show” di Maciunas alla Rutgers University nel 1970. In seguito diede egli stesso vita ad alcuni eventi, come il “Flux Divorce” con la moglie Bici Forbes nel 1971, e al “Fluxwedding”, il matrimonio di Maciunas con Billie Hutching a New York nel 1978.

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Era il 1965 quando Hendricks iniziò a inserire nel suo lavoro immagini del cielo, che, secondo il suo racconto, gli erano state suggerite dal ricordo della sorellina Cynthie, morta quando Hendricks aveva 5 anni.
Hendricks dipinse il cielo – sovente evocato con colori blu molto intensi e con cumuli di nubi – su tele, stivali, biancheria, scale, automobili, fucili, scalinate, assieme ad altri oggetti d’uso quotidiano. Pubblicò un libro intitolato “Sky Anathomy” nel 1985, e una collezione di acquarelli su cartone, “100 Skies” nel 1993. Quest’ultima era accompagnata da un testo dell’amico scrittore Henry Martin, che fu poi tradotto in italiano da Caterina Gualco e pubblicato nel 1997 in occasione di una mostra dal titolo “The sky is falling?” a Genova. Forse il più noto dei suoi acquarelli fu quello che apparve (senza il suo nome) sulla copertina dell’album “Live Peace in Toronto” di John Lennon and The Plastic Ono Band. Qualcuno disse che i suoi cieli sono risposte poetiche ai Koan Zen del IX secolo
Tra le varie pubblicazioni che portano il suo nome ricordiamo Critical Mass: Happenings, Fluxus, Performance, Intermedia, and Rutgers University, 1958-1972.

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_7te3iaukmlvo29bzpwmt0soqcow8e9sj_1myhwe-yprim7_8q2e2d6a1ifiqght8qkhgnteo0oupazcpgxkw1767-h855Tra le numerosissime manifestazioni a cui ha partecipato segnaliamo: “Happening & Fluxus” Kunstverein di Köln nel 1970/71, “Combattimento per un’immagine” Galleria D’Arte Moderna di Torino nel 1973, “Fluxus Silverman Collection” Cranbrook Art Museum, Bloomfield Hills nel 1981, “Wiesbaden FLUXUS 1962/1982” Wiesbaden e Kassel nel 1982, “Ubi Fluxus Ibi Motus” Biennale di Venezia nel 1990, “Fluxers” Museo d’Arte Contemporanea di Bolzano nel 1992, “Fluxus da capo” Wiesbaden nel 1992, “In the Spirit of Fluxus” Walker Art Center Minneapolis nel 1993 e Museum of Modern Art San Francisco nel 1994, “The American Century: Art and Culture 1900-2000” Whitney Museum New York nel 1999, “Festival Internazionale della Performance” Odense nel 2001 “The Fluxus Constellation” Museo di Villa Croce Genova nel 2002, “Festival Fluxus” Wiesbaden nel 2002, “Fluxus Continue” MAMAC di Nizza nel 2003, “Fluxus at Fiftieth” Museum Wiesbaden 2012, “Fluxus. Una rivoluzione creativa” m.a.x. Museo Chiasso, 2012.

Il suo importantissimo lavoro performativo, le numerose pubblicazioni, i video fanno di lui un artista multimediale completo che ha iniziato a lavorare sul e con il corpo molto prima che la Body Art venisse così definita.
L’ultima mostra personale di Hendricks, dal titolo More than One Hundred Skies, a cura di Caterina Gualco, è stata presentata nel maggio del 2017 alla Fondation du Doute di Blois, Francia.

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