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MILANO | Loom Gallery | 23 giugno – 31 luglio 2016

di ROBERTA PEREGO

In questa sorta di via crucis se c’è uno spazio importante, uno spazio rigorosamente rispettato che emerge nella
sua evidenza tangibile, oltre la nostra consapevolezza concettuale, è proprio lo spazio riservato al corpo dello
spettatore che qui, nel rigore di ciascun percorso, finalmente ritrova la sua presenza centrale, quella del destinatario mondo a cui si spedisce la prima delle molte lettere che verranno scritte.
Il quadro, avrebbe detto Paul Klee, allora è finito, perché il quadro è finito quando il quadro ti guarda.
(Letizia Cariello)

Loom Gallery e Accademia di Belle Arti di Brera promuovono un progetto di ricerca con sette studenti selezionati da Letizia Cariello, artista e docente di Anatomia Artistica presso il Dipartimento di Arte e Antropologia del Sacro, curatrice assieme al gallerista Luca Maffei della collettiva che inaugurerà il prossimo 23 giugno negli spazi della galleria milanese. Il titolo Ex – voto, tema presentato dagli artisti secondo le più diverse declinazioni. Mi sono immersa nelle loro storie grazie a una serie di incontri mediati da Alessia Cuccu, junior producer di Loom Gallery. Ne è emersa una multiforme e affascinante visione del mondo…

Marta Scanu, disegno, 2014, grafite e tempera su carta, 21 x 14 cm

Marta Scanu, disegno, 2014, grafite e tempera su carta, 21 x 14 cm

Marta Scanu (Oristano, 1981) è tra gli artisti dell’ottava edizione del Premio Giovani dell’Accademia Nazionale di San Luca. Dopo gli studi a Sassari e una lunga parentesi torinese, si trasferisce a Milano dove vive e lavora. Intende il disegno come uno strumento per penetrare il mondo. Mi mostra un taccuino panciuto di fogli leggerissimi e un tratto che delicatamente indaga, come una scrittura, la realtà nel suo lato fragile. Una ricerca che cresce secondo un tempo naturale e spontaneo, “come crescono gli alberi”, e che si arrampica sul mondo a tentare una presa, sulla realtà, e un’opposizione all’irrimediabile.

Isabella Camodeca, anni 22, dopo il liceo linguistico si iscrive a Brera affinando una ricerca su ritualità e memoria. Il suo lavoro è una costante raccolta di immagini: fotografie, oggetti, materiali di varia forma e natura. Per la collettiva presenta un lavoro inedito in tecnica mista, una piccola tavola imbandita con una serie di cumuli di carta: un’agenda in pezzi, il cartone di un precedente lavoro spezzettato, tre piccoli recipienti con marmellata, cera e rametti di tiglio. «La mia azione si libera in gesti contenuti, è una pratica delle piccole cose, rituali quotidiani in cui ogni giorno bisogna esorcizzare».

Valentina Daga, Work in progress Posters, 2016

Valentina Daga, Work in progress Posters, 2016

Valentina Daga (Sassari, 1978) è interessata al rapporto tra corpo, inteso come strumento di percezione, e immagini mentali. Per Loom Gallery presenta Posters, la sua prima opera ambientale. Il lavoro nasce dalla memoria di una parete della casa di famiglia, vista e rivista da bambina, rivestita da una tappezzeria fitta al punto da ricordare un bosco. Lunghi rotoli di carta sono lavorati stendendo inchiostro di china con grandi pennellesse (gli stessi strumenti utilizzati dal padre tappezziere) a tracciare una fitta trama boschiva, avvolgente ed evanescente. Una memoria che si concretizza in un abbraccio, a evocare, immergere, stravolgere e trascinare.

Ginevra Ghiaroni, Genitum, Veronica, 2015,Carta pesta, 140 x 45 © the artist | loom gallery

Ginevra Ghiaroni, Genitum, Veronica, 2015,Carta pesta, 140 x 45 © the artist | loom gallery

Ginevra Ghiaroni (Milano, 1994) studia danza jazz e contemporanea per poi passare al teatro. Allieva di Gianni Caravaggio e orientata a indagare il senso di transitorietà e di mancanza, passa dal mezzo scultoreo all’utilizzo del corpo in chiave performativa come “tentativo di vincere sulla materia”. Per la collettiva presenta un lavoro in cartapesta, Colloquio, proponendo un dettaglio dell’opera Il sacrificio di Isacco di Tiziano attraverso la tecnica dello spolvero. L’atto del bucare è qui inteso come esercizio materico transitorio, che lega performance a lavoro artigianale, così come studio intimo di un gesto, quello del padre che sottomette il figlio.

Simone Natalizio, the control room, 2015, site specific installation at Studio Piero Manzoni © the artist | loom gallery

Simone Natalizio, the control room, 2015, site specific installation at Studio Piero Manzoni © the artist | loom gallery

Simone Natalizio (Monza, 1978) si dedica per dodici anni al teatro fino ad approdare al Living Theatre e abbracciare la Performing Art. Allievo di Alberto Garutti, presenta una linea di ricerca multiforme: «Ad oggi il fulcro della mia indagine artistica è una manovra di traslazione: trasferire in maniera immaginifica squilibri, tensioni politiche economiche e sociali». L’installazione che presenta per Loom Gallery prende forma da un precedente lavoro che, attraverso lo scorrere del sangue dell’artista, racconta le attuali tensioni europee di confine. La versione inedita è presentata in galleria come una sorta di lacrimazione, sostituendo il sangue con un composto che ne imita il colore.

Tommaso Lugoboni - Work in progress Ipotesi sul sacro, n 17, 90x190, acrilico su tela, 2016

Tommaso Lugoboni – Work in progress Ipotesi sul sacro, n 17, 90×190, acrilico su tela, 2016

Tommaso Lugoboni (Verona, 1990) passa da un approccio pittorico molto spontaneo a uno stile più rigoroso e meditato. Il lavoro selezionato per la collettiva è parte di una serie nata da una riflessione sul sacro inteso come quotidiano, una spiritualità dell’oggetto che l’artista definisce con la bella espressione di “sacralità terrestre”. Due riquadri vedono convivere, una contenuta nell’altra, una realtà ideale e una realtà divina, questa celata da una strisciata di colore pieno: «L’anima giace nascosta, velata, non visibile agli occhi di tutti, ma solo ad uno sguardo attento che sa trascendere le fattezze della forma riuscendo a giungere all’aspetto più spirituale».

Luca Laurora (Tradate, 1995) è l’artista più giovane e stupisce la capacità di racconto che produce attorno al proprio lavoro. Ha una visione ampia e stratificata dell’arte o, meglio, delle arti. Per Loom Gallery presenta Le conseguenze dei miei e dei tuoi gesti, 2015, una tela di juta imbevuta di gesso a ricalcare le sue stesse braccia nel gesto dell’abbracciare. L’opera, praticamente un ex-voto, è un gesto che genera un gesto: contemporaneamente mostra e nasconde, tracciando un nuovo spazio significante.

Luca Laurora, work in progress Le conseguenze dei miei e dei tuoi gesti, 2015, tela di juta, gesso, 180 x 185 x 100

Luca Laurora, work in progress Le conseguenze dei miei e dei tuoi gesti, 2015, tela di juta, gesso, 180 x 185 x 100

Credo sia complicato parlare a un’estranea del proprio lavoro, presentarsi e capire cosa selezionare nel racconto di se stessi. È altrettanto difficile per un’estranea riassumere in un numero predefinito di battute (che sto ampiamente superando) questa preziosa esperienza di scambio e di ascolto, capire cosa estrarre dal racconto di sette diversi entusiasmi. L’invito per un “ascolto” integrale è ovviamente per la sera del 23 giugno a Milano negli spazi di Loom Gallery.

EX-VOTO
a cura di letizia Cariello e Luca Maffei

in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera

23 giugno – 31 luglio 2016

Loom Gallery
Via Marsala 7, Milano

Orari: martedì/sabato 15.00 – 19.00
oppure su appuntamento +39 02 8706 4323

Info: ask@loomgallery.com
www.loomgallery.com

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