Non sei registrato? Registrati.
LISSONE (MB) | MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone | 30 ottobre 2021 – 29 gennaio 2022

Intervista a FRANCESCA GUERISOLI e FRANCESCO LAURETTA di Matteo Galbiati

Con la mostra Festival, personale di Francesco Lauretta (1964), inizia il mandato di Francesca Guerisoli, nuovo direttore del MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Già questa prima esposizione dà modo di intuire l’orientamento e il corso che Guerisoli vuole dare al programma del museo brianzolo: in continuità con i suoi predecessori, l’attenzione è focalizzata sull’approfondimento degli artisti contemporanei, cercando nelle loro ricerche la voce del presente dell’arte e dei suoi linguaggi; segno di discontinuità è, invece, il desiderio di aprire totalmente il museo e i suoi progetti al pubblico, di incontralo, istruirlo e accompagnarlo alla scoperta della contemporaneità dell’arte in modo dialettico e attento ad una rispettosa reciprocità. L’idea è di volere un museo permeabile, dinamico, che non è solo contenitore di proposte e scelte curatoriali, ma che è soprattutto consapevole dell’importanza del suo ruolo educativo e didattico; della responsabilità di coinvolgere un ampio spettro di utenti, fruitori e visitatori, allargandone le provenienze e aumentandone le presenze, perché qui trovano stimoli, soddisfano bisogni, scoprono e si arricchiscono con qualcosa di nuovo. Per Guerisoli il museo è e deve essere luogo di incontro, scambio, cultura che si muove orizzontalmente.

Francesca Guerisoli e Francesco Lauretta. Foto Sara Zolla | Ufficio stampa e comunicazione

Apprezziamo, in questo senso, la scelta di concentrare lo sforzo espositivo su una monografica che permette, nei tre piani del museo, di immergersi completamente nel lavoro di Lauretta, seguendone un itinerario fatto di stimoli e suggestioni, trasgredendo alla più impostata e canonica distribuzione cronologica. In questo modo emerge il senso del suo sguardo e non un semplice svolgimento di fatti e una ovvia sequenza di serie e tipologie. I rimandi e le correlazioni tra le diverse serie di opere permettono una sottolineatura dei temi portanti che, grazie all’equilibrio e alle scelte adottate dal neo direttore, aiutano lo spettatore a capire e comprendere. Utilissime le didascalie illustrative, gli scritti dell’artista, le schede tecniche e i pannelli che sono un felice sussidio per chi sceglie di approfondire ulteriormente ed è mezzo di chiarezza e scambio.
Da questa prima premessa l’entusiasmo, la passione, l’indubbia competenza di Guerisoli – competenza che l’ha portata, come dice lei “senza che se lo aspettasse”, alla direzione del MAC – possono essere gli strumenti migliori per continuare, con discontinuità, la storia di questo importante luogo di cultura.
Con la neo direttrice e con Francesco Lauretta abbiamo avuto un’interessante scambio di cui riportiamo una sintesi in questa doppia intervista:

Questa mostra avvia la sua progettualità legata al suo mandato di nuova direttrice artistica del MAC, come mai ha scelto di partire da questa personale di Francesco Lauretta?
Francesca Guerisoli I motivi che mi hanno guidata nella scelta di realizzare un’antologica di Francesco Lauretta sono diversi e complementari. In primo luogo, è da un paio d’anni che penso e dico che Lauretta meriterebbe un’antologica: il suo lavoro è denso, complesso, articolato e una mostra come questa, che comprende quasi cinquanta opere della sua produzione migliore nell’arco di ventitré anni, ne mette in luce il percorso creativo e al tempo stesso diviene il ritratto dell’artista. In secondo luogo, un’opera di Lauretta, Dottor Pasavento (2020), è recentemente entrata a far parte della collezione del MAC attraverso il Premio Lissone Pittura 2020/21, curato dall’ex direttore Alberto Zanchetta. La mia intenzione, con questa mostra, è di contestualizzare quell’opera, di rendere più visibile ai cittadini lissonesi il suo valore. Terzo motivo, il MAC nasce per dare una sede permanente a una collezione di pittura, quella dello storico Premio Lissone, e quindi mi sembra interessante iniziare proprio con una mostra dove la pittura è il mezzo principale.
Quarto e ultimo motivo, la mia conoscenza e stima nei confronti dell’artista, con cui avevo già lavorato in passato. Ero certa che con lui avrei potuto realizzare una mostra antologica in tempo record. A inizio agosto, non appena ho avuto notizia dell’esito della selezione pubblica, ho indagato la disponibilità di Francesco e ci siamo messi al lavoro, a distanza, ognuno dal “proprio” mare (il MAC era chiuso per la pausa estiva). Il primo sopralluogo che ha dato avvio al progetto espositivo lo abbiamo potuto fare nella prima settimana di settembre.

Francesco Lauretta, Pasavento, 2020, olio su tela, 110×180 cm. Courtesy l’artista

Quali orientamenti vuole dare nelle scelte espositive e programmatiche per il Museo? Continuità o discontinuità rispetto a chi, negli anni, l’ha preceduta?
FG Le scelte espositive vanno tutte nella stessa direzione: da un lato, portare il MAC sempre più verso la città, affermando il museo come punto di riferimento culturale e sociale del territorio; dall’altro, proiettarlo nel cuore del sistema dell’arte contemporanea, anche in dialogo con le realtà museali nazionali analoghe.
Nei nostri programmi, oltre all’attività di ricerca, insieme all’esposizione stiamo già facendo anche produzione. Parlo al plurale perché, con me, c’è un gruppo di persone fondamentali per la riuscita del progetto: la Dirigente del Settore Cultura del Comune di Lissone, Angela Levatino, la Funzionaria Grazia Ciceri e Susanna Milioto dell’Ufficio Cultura, oltre all’Assessora alla Cultura Alessia Tremolada, la Giunta e la Sindaca Concettina Monguzzi. Credo sia importante sottolineare che il MAC è un museo civico, pertanto ogni progetto viene condiviso con gli Uffici e con la Giunta.
Tra i progetti già approvati, posso anticiparti che stiamo lavorando a un ciclo di interventi context-specific e incontri pubblici con professionisti museali sul tema della museologia del contemporaneo, a partire dalla storica collezione del Premio Lissone e dal suo attuale allestimento, per immaginare, nell’arco di un anno, un riallestimento che porti alla valorizzazione della collezione. Il primo intervento sarà Casematte di Flavio Favelli e inaugurerà il 19 novembre. Accompagneranno il progetto di Favelli gli incontri pubblici di Lorenzo Balbi (17 dicembre 2021) e Francesca Comisso (14 gennaio 2022). Sarà dunque dedicato ampio spazio alla riflessione collettiva a partire da interventi artistici inediti, pensati appositamente per il MAC.
Stiamo inoltre già lavorando con Innovative Multiservice, cooperativa che da settembre gestisce i servizi di accoglienza e didattica, alle attività formative pensate in relazione alla collezione permanente e alle mostre temporanee, rivolte in particolare a studenti e studentesse di ogni ordine e grado, nonché a tutti quegli strumenti di mediazione culturale che consentano ai cittadini di avvicinarsi maggiormente al museo e alla lettura delle sue collezioni e delle mostre. Questo intento credo emerga già bene con l’antologica di Francesco Lauretta, di cui puoi vedere un ricco apparato testuale che guida il pubblico in mostra e che permette una penetrazione nel lavoro dell’artista a diversi livelli. 

Francesco Lauretta. Festival, veduta dell’allestimento, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Lissone (MB)

Con quale “imprinting” vuole connotare il suo mandato? Cosa caratterizzerà il MAC e come vuole renderlo ancor più presente sullo scenario contemporaneo?
FG Penso al MAC come a un museo che possa farsi sempre più strada all’interno della comunità territoriale di riferimento e del sistema dell’arte contemporanea attraverso proposte di qualità, approfondite, e che collochino il pubblico al centro. Dunque, come già anticipato nelle risposte precedenti, intendo caratterizzare il mio mandato da: sperimentazione, accessibilità, sostenibilità.

Cosa rappresenta Festival all’interno del suo percorso? Quali direttrici avete seguito, con Francesca Guerisoli, per costruire questa mostra?
Francesco Lauretta Quando sono stato chiamato da Francesca, ad agosto, ero nel mio mare, Porto Ulisse. Di Lissone avevo un lontano ricordo serale, in occasione di una mostra dell’amico Andrea Di Marco, e del museo ricordavo poco o nulla se non la sensazione che mi aveva lasciato quanto ci stava intorno: nebbia e freddo. A Porto Ulisse quel giorno d’estate c’era un dj set di musica House e i suoni arrivavano come un battito di cuore impastati con il rumore del mare. Facendo una ricerca veloce del museo trovai alcune immagini che lo fotografavano con le luci accese e l’impressione che ne ebbi fu quella di vedere il museo come un grande acquario. La prima suggestione fu quella di pensare di portare il mare a Lissone. Poi: un’antologica? Come pensarla, definirla?, mi chiesi. Dopo un primo choc dettato dai tempi strettissimi e dall’ignoranza su dove potessero essere alcune mie opere, mi sono messo subito al lavoro. Tra foto e planimetrie, vedevo uno spazio avvolgente, arioso, luminoso – con spazi aperti, grandi vetrate – e così ho cominciato ad elencare le opere che in qualche modo hanno segnato momenti per me importanti per lo sviluppo del mio progetto pittorico. Un mese prima, una curiosa coincidenza, intervistato da Zanchetta (ex direttore del MAC) nel corso di una DAD per i ragazzi dell’Accademia di Urbino, sostenevo che sarebbe stato impossibile per me immaginare un’antologica, o retrospettiva, semplicemente perché molte opere sono state disperse, altre distrutte, altre non sapevo dove fossero andate a finire. Così abbiamo immaginato una mostra che è cresciuta vertiginosamente e in breve tempo sulle basi di antichi ricordi di acquisizioni e alcuni desideri che erano già maturati fin lì. Ho discusso con Francesca il progetto immaginato in agosto una volta approdati al museo che, a dire il vero, abbiamo trovato assai diverso da come lo avevamo immaginato e inseguito nelle planimetrie. Al nostro arrivo, abbiamo trovavo, infatti, un museo chiuso, le grandi vetrate erano state oscurate e al suo interno alcune pareti aggiunte, in cartongesso. Per quanto è stato possibile abbiamo spogliato il museo di accessori che l’oscuravano e una volta data luce ho ripercorso in lungo e in largo ogni suo anfratto perché le opere scelte potessero respirare di luce nuova, ed entusiasmarsi in quello spazio insolitamente magnifico per poter accogliere opere d’arte contemporanea. Il resto è stato facile. Sapevo una cosa: la mia antologica non sarebbe stata una monotona carrellata di opere che si sarebbero succedute cronologicamente nei piani del museo.
Festival, in fondo, è una dimostrazione dei cambiamenti di un corpo fragile. 

Francesco Lauretta, Pneuma, 2018, sei vasi in ceramica, piante, altezza 50-35 cm. Courtesy l’artista

La cinquantina di opere, che comprendono dipinti, disegni, sculture, azioni, installazioni e performance, costituiscono un significativo patrimonio e uno spaccato intenso sulla sua ricerca: cosa emerge allo sguardo di chi la visita la mostra? Che chiavi di lettura si devono avere? Quali temi emergono?
FL Emerge, fondamentalmente, una curiosità estesa sull’esistenza. Vita e morte si strusciano ed è una mostra vigorosa e vitale che lascia spazi di riflessione. Non ho mai lavorato su tematiche ma sulle destinazioni, da sempre, come chance per buttare occhio e riflessioni in avanti, nell’ignoto.  

Come avete costruito il percorso espositivo? Come si dispongono le opere negli spazi del museo?
FL Il percorso espositivo ce l’ha dettato lo spazio. Un altro spazio naturalmente avrebbe disposto le opere diversamente. 

Presenterete il catalogo in occasione del finissage: su che tipologia di pubblicazione state lavorando? Quali contributi ci saranno?
FL L’ultima opera arrivata al MAC è Non saremo noi. È stata l’ultima installata, che ha richiesto da parte mia un semplice gesto, registrato, dove lasciavo cadere sul parquet circa novanta pagine di miei scritti. A questo e al testo critico di Francesca si aggiungeranno anche altri contributi.

Prossimi progetti? Cosa sta preparando per il prossimo futuro?
FL Prossimi progetti, non so bene. Sicuramente, almeno tre, importanti!

Francesco Lauretta. Festival
a cura di Francesca Guerisoli
prodotta e promossa da Comune di Lissone

30 ottobre 2021 – 29 gennaio 2022

MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone
viale Elisa Ancona 6, Lissone (MB)

Orari: mercoledì e venerdì 10.00-13.00; giovedì 16.00-23.00; sabato e domenica 10.00-12.00 e 15.00-19.00
Ingresso gratuito
Accesso al Museo consentito con Green Pass, ad eccezione dei minori di 12 anni e dei soggetti con certificazione medica specifica.
Prenotazione consigliata contattando prenotazioni.museo@comune.lissone.mb.it

Info: +390392145174; +390397397202
museo@comune.lissone.mb.it
www.museolissone.it

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •