SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) | FONDAZIONE CIRULLI | FINO AL 17 MAGGIO 2020
L’archivio animato della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli di San Lazzaro di Savena (BO) restituisce la grande complessità del ‘900 attraverso diciannove sezioni che offrono altrettanti spunti di riflessione, a partire da un patrimonio stimato di oltre 10-15.000 pezzi.
Nell’America dei primi Anni ’80, Massimo Cirulli ha iniziato a collezionare «tutto ciò che non compravano gli altri»: certo le arti visive – con alcuni rari collage e fotocollage di Bruno Munari riferibili agli anni Trenta, tra Dadaismo e Bauhaus –, ma anche le arti decorative, il design industriale, i manifesti, la fotografia, le riviste, la grafica e i tessuti.
«Invece del grande racconto – spiega Jeffrey Schnapp – si cerca la molteplicità, la simultaneità e l’agilità, valori futuristi per eccellenza (ma anche valori del tutto contemporanei), tramite l’adozione di formati ibridi, leggeri e freschi. L’archivio animato non propone al pubblico solo prodotti e soluzioni ma avanza problemi, sollecita ricerche, compone puzzles e suggerisce istanze di accesso diretto a materiali spesso non canonici che raccontano la storia del ‘900 italiano».
Colpisce, infatti, come tra le varie sezioni esista un focus sul tessuto con alcuni studi realizzati per le Triennali del 1954 e del 1957, terreno di sperimentazione per Sottsass e Ponti, ma anche per Dorazio e Fontana, autore di un interessante lavoro a tempera su carta.
E, ancora, una stanza con pannelli autoportanti che raccolgono diversi esempi di packaging brandizzato: carte veline per pasticceria degli Anni ‘30, alcune anonime, altre firmate da Nicholay Diugheroff. Quindi Cin cin: segni e sensi del bere, che attraverso i grandi manifesti di Hohenstein, Dudovich e Sacchetti dà voce alla nascente borghesia italiana in cerca di riconoscimento sociale.
Oltre 200 opere che, anche nella modalità espositiva, sembrano dare vita ad un atlante della memoria, ad un laboratorio vivo di storia e cultura. Griglie di metallo e partizioni cromatiche caratterizzano, infatti, gli ambienti progettati dai fratelli Castiglioni per Dino Gavina ed oggi perfettamente recuperati ed adibiti a spazi espositivi ed archivio, anch’esso fruibile grazie all’utilizzo di pannelli mobili.
L’idea che da due anni anima la Fondazione Cirulli è quella di mettere il proprio archivio a disposizione di curatori internazionali al fine di predisporre progetti espositivi capaci di indagare il presente. «Ci consideriamo – dichiara scherzosamente Massimo Cirulli – un gran deposito di cibi buoni; chiamiamo un super chef affinché ci prepari un piatto prelibato».
Proprio per questo le opere della Fondazione Cirulli viaggiano spesso, sia per prestiti istituzionali, sia per progetti dedicati, come nel caso della mostra documentaria Propaganda. The Art of Political Indoctrination, a cura di Nicola Lucchi, visitabile fino al 17 aprile 2020 alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University.
Parola d’ordine: organizzare mostre “Impressionisms free”, perché grandi nomi e titoli blockbuster possono (e devono, negli intenti della Fondazione Cirulli) lasciare il posto ad un racconto polifonico che attraversa l’Italia del XX secolo.
Ed è già in lavorazione una nuova esposizione che sarà inaugurata dopo l’estate. Protagonista: il cinema italiano…
L’archivio animato. Lavori in corso
a cura di Fondazione Cirulli
con la consulenza e supervisione di Jeffrey Schnapp
Con il contributo della Regione Emilia Romagna
Con il patrocinio del Comune di San Lazzaro di Savena
Fino al 17 maggio 2020
Fondazione Cirulli
Via Emilia 275, San Lazzaro di Savena (BO)
Orari: da lunedì a venerdì accesso gruppi su prenotazione (minimo 10 persone), sabato e domenica 11.00-19.00 (ultimo ingresso alle ore 18.00)
Info e prenotazioni: +39 051 6288300
fondazione@fondazionecirulli.org
http://fondazionecirulli.org/