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BOLLATE (MI) | Fabbrica Borroni | 17 ottobre – 20 dicembre 2013

di KEVIN MCMANUS 

Francesca Pieri, Memory Box. Ti sarà propizia di Letizia e Riposo 5, 2013, doppia stampa a colori, plexiglass, 40x30 cmParlare di figurazione oggi, soprattutto per chi predilige – epidermicamente o criticamente – altri orizzonti della produzione artistica, è come incamminarsi su un terreno minato; soprattutto perché, al di là e al di fuori di qualsiasi discorso puramente qualitativo, il problema è innanzitutto l’inquadramento disciplinare. Appare evidente come la contemporaneità stretta veda ormai una polarità tra un’arte ancora impegnata a riflettere sul proprio linguaggio e un’arte impegnata a riflettere sull’immagine: due pratiche parimenti necessarie, in quanto riposte a due problemi (o a due categorie di problemi) differenti, per quanto non slegati tra di loro. Altrove – pensiamo ad esempio all’America – questi due approcci hanno ormai dato luogo a due categorie di studiosi, di critici, perlopiù indipendenti l’una dall’altra. Da critico, mi chiedo a volte se questa soluzione non sia in effetti la migliore, salvo tentennare di fronte a quegli esiti, e a quegli artisti, capaci di giocare lungo l’asse che separa i due poli, mettendo in discussione la polarità stessa e stimolandoci a criticare la faciloneria con quale l’abbiamo accettata.
La Fabbrica Borroni è uno dei luoghi – nel senso pregnante del termine – in cui questi dubbi affiorano in modo più chiaro e ricco di spunti. La difesa strenua della figurazione in quanto tale, contro una presunta “dittatura dell’avanguardia”, è tentazione alla quale si sono lasciati andare alcuni tra i critici managerialmente più abili (e meglio retribuiti) di oggi, spesso invocando quella fantomatica “libertà di pensiero” che è spesso adesione, tutt’altro che libera, a una visione dell’arte come forma di intrattenimento elegante e facile ad un tempo.

Daniela Ardiri, dalle serie UP - Con la presunzione di poter sollevare tutto, 2013, stampa fine art su carta cotone, 10x15 cm
Merito di Spirito italiano, anche agli occhi di un sostenitore dell’“avanguardia”, è quello di aver dimostrato come l’opzione a favore dell’immagine non abbia come conseguenza necessaria l’“anything goes” della critica “libera”, ma possa al contrario accompagnarsi a una seria, e questa volta veramente libera, riflessione sulle opere. Potremo non essere sempre d’accordo con le scelte (sarebbe anomalo il contrario), ma la presenza di un progetto e la sua serietà non si discutono. Questo Atto IV, che ha tutti gli alti e bassi di una collettiva, si segnala tuttavia per l’attenzione verso la grammatica dell’immagine, verso la capacità di “comporre” prima ancora di rappresentare o esprimere: dal rigore formale di Daniela Ardiri alla lettura quasi surrealista dello spazio di Francesca De Pieri, dal linearismo austero, orientaleggiante di Irene Balia alla reiterazione di frammenti di Linda Carrara. Il tutto in una cornice che, benché si sappia che non è così, sembra fatta apposta per contenere immagini. Gli altri artisti esposti sono Simone Durante, Francesca Manetta, Chiara Paderi, Alessio Tibaldi, Angela Viola.

Spirito italiano. Atto IV
a cura di Annalisa Bergo

Artisti: Daniela Ardiri, Irene Balia, Linda Carrara, Francesca De Pieri, Simone Durante, Francesca Manetta, Chiara Paderi, Alessio Tibaldi, Angela Viola

17 ottobre – 20 dicembre 2013

Fabbrica Borroni
via Matteotti 19, Bollate (MI)

Orari: lunedì-venerdì 10.00-18.00; sabato 16.00-19.00 (possibili variazioni, verificare sempre via telefono)

Info: +39 36507381
info@spiritoitaliano.org
www.spiritoitaliano.org

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