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BOLOGNA | sedi varie | Da luglio 2021

A Bologna CHEAP e 180 Artistə hanno contaminato lo spazio pubblico con 180 visioni di quello che sarà il POST.

Her name is Revolution, scritto su un corpo di donna. Feminism is a HOME for everyone, scritto su un corpo di uomo. Un’immagine sacra contaminata con simboli profani di lotta militante. Un planisfero da cui sono stati cancellati i confini. La provocazione di una bandiera da nuovo totalitarismo digitale in cui l’# diventa terribilmente simile ad una svastica. Forme di vita tentacolari, bolle di sapone, corpi che hanno rotto con tutti i canoni a cui riuscite a pensare.
Non sono meno di 180, in technicolor e tutti diversi, i poster affacciati sul futuro che CHEAPil collettivo di poster art che ha fatto di Bologna la sua sede – ha affisso per le strade del capoluogo emiliano a partire dagli inizi di luglio.
Come già succede da diversi anni, quest’azione sigla il momento conclusivo di un’iniziativa che parte mesi prima: la call for artist POST nasce nel gennaio 2021 e si è concretizzata in 600 opere arrivate a CHEAP da 43 paesi diversi coinvolgendo centinaia di artistə che utilizzano linguaggi visivi contemporanei e che hanno voluto così partecipare a questa contaminazione collettiva dello spazio pubblico.

CHEAP POST 2021. Foto: Margherita Caprilli

POST, arrivata dopo altre otto edizioni segnate da temi come SABOTAGE, DISORDER e RECLAIM del 2020, ha visto anche anche alcune novità: il colore, dopo il bianco e nero del passato, e l’ “esplosione” delle dimensioni, dal classico 70×100 al 140×200. Una bomba ineludibile per chiunque abiti a Bologna come si vede sulla mappa QUI:

Il presupposto di base (già annunciato da CHEAP nei mesi precedenti) è che nulla (fortunatamente) dura per sempre.

Ci racconta CHEAP:

“Mai come per questa edizione della call for artists abbiamo chiesto allə artistə di prodursi in un gesto immaginifico: per molti versi il progetto si è trasformato in una call for visions, raccogliendo un’incredibile serie di visioni sul futuro, per certi versi dal futuro. Abbiamo chiesto di rappresentare con linguaggi visivi contemporanei cosa ci aspetta oltre il capitalismo, in seguito alla prossima crisi climatica, dopo aver compiuto 30 anni, dopo il crollo del patriarcato, dopo la malattia, dopo l’impero, dopo il punk, dopodomani. Le risposte sono arrivate su poster e contengono universi, utopie, scenari postumani, società decoloniali, tratti di una posterità prossima, nuove estetiche e nuovi segni di liberazione: contengono visioni dal futuro.”

Tra presenze note e tanti debutti, ecco due focus su alcuni poster che hanno attirato la nostra attenzione. Per i loro soggetti, per l’idea di futuro e per il modo in cui si integrano nel paesaggio urbano di una città come Bologna.

CHEAP POST 2021, Sgombrotutto, S. Agostino

Prima di tutto l’azione di hackeraggio tra sacro e (estremamente) profano compiuta da da Sgombrotutto, romano trapiantato a Bologna da diversi anni (@sgombrotutto su Instagram), e resa bidimensionale, ma solo per potersi mostrare come un portale affacciato su altro.
Ci vuole attenzione, ed è questo che richiede espressamente Sgombrotutto, per concedersi di andare oltre il primo impatto estetico e godere del divertissement. Bisognerebbe fermarsi, avvicinarsi e scorrere la superficie del poster come giocando ad una caccia al tesoro. Gli indizi sono tutti lì, già sotto i nostri occhi, ma potremmo rischiare di non vederli se non abbiamo voglia di cercarli, perdendoci così tutto il meglio.

CHEAP POST 2021, Sgombrotutto, S. Agostino (particolare)

Punto di partenza in questo caso (ma non è la prima volta che Sgombrotutto si cimenta nel campo) è il quadro dedicato a Sant’Agostino Cardioforo (che porta in mano il Sacro Cuore) da Philippe de Champaigne (metà del ‘600, oggi a Los Angeles). Abbiamo parlato di hackeraggio. Bene, vi sveliamo solo un elemento, il più evidente, mentre il resto vi invitiamo a cercarlo dal vivo (a Bologna) o concentrandovi sulle foto (non c’è paragone tra le due cose naturalmente): nell’opera originale abbiamo detto che Sant’Agostino ha in mano un cuore. Nel poster affisso per POST al suo posto è ben visibile una molotov, altrettanto fiammeggiante.

L’intenzione nei miei ultimi lavori è di sovrapporre un linguaggio contemporaneo che deriva dai social media, dall’universo digitale o, più in generale da situazioni contingenti, a opere d’arte classica utilizzando la tecnica del collage digitale. Il fine di questi interventi di hacking sull’arte è di innescare un piccolo corto circuito nella mente di chi li osserva che possa far scaturire una riflessione sulla contemporaneità e, nel migliore dei casi, un sorriso.”

Volete un altro suggerimento? Date un’occhiata ai libri e magari al tessuto dell’abito del santo. E vediamo cosa scoprite.

CHEAP POST 2021, Sgombrotutto, S. Agostino (particolare)

Completamente diverso è il lavoro di Rebecca Momoli, artista visiva e poetessa (@rebeccamomoli su Instagram), come si definisce lei stessa. Studente alla Naba, CHEAP ha scelto tra i suoi lavori quelli che per molti sono diventati una specie di copertina della Call for Artist POST.
Fanno parte del progetto “The Testaments”: una serie di scatti ravvicinati di corpi su cui compaiono scritte che sono veri statements politici e poetici “che trattano di ciò che immagino e desidero per il mondo contemporaneo. The Testaments tocca tutti i temi che sento vicini e miei: tratta di corpi, di desiderio, di traumi, di potere, di violenza, di rivendicazione, di femminismo.”Ci dice Rebecca. Statements come “Feminism is a home for everyone” o ancora “Her name is revolution”. E aggiunge:

Ho voluto visualizzare questi miei scritti su corpi, sulla pelle, a simboleggiare che sono cose imparate sulla nostra pelle. E ciò che abbiamo imparato sulla nostra pelle, spesso violentemente, non si può più dimenticare. Ciò che abbiamo imparato sulla nostra pelle deve fare da monito, deve essere ispirazione e punto di portanze per fare di meglio. Non si può più ignorare, tutti lo devono sapere.”

CHEAP POST 2021, Rebecca Momoli. “Feminism is a home for everyone”. Foto: Michele Lapini

Il punto è che ognuno dei 180 poster ha in sé una storia propria. A cui si aggiunge la storia e il lavoro di CHEAP. Non è necessario capire tutto o spiegare tutto, questo è certo. Ma sarebbe bello potersi soffermare a respirare l’aria che gira intorno ad ognuna delle affissioni di POST.

CHEAP POST 2021, Rebecca Momoli, ” Her name is revolution”

Info: CHEAP | street poster art www.cheapfestival.it 
info@cheapfestival.it

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