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Vitulano (BN) | CASA TURESE arte contemporanea | 16 ottobre – 30 novembre 2021

Sarà inaugurata sabato 16 ottobre, negli spazi di CASA TURESE arte contemporanea di Vitulano (BN), la mostra personale di Enzo Esposito, presentata in catalogo da un testo di Massimo Bignardi. L’artista di origini sannite, attivo dagli anni settanta a Milano, torna ad esporre nel Sannio dopo l’ultima mostra allestita presso il Museo ARCOS di Benevento (2015) e le precedenti mostre realizzate nei primi anni del Duemila presso la Rocca dei Rettori di Benevento e, successivamente nel 2004, al Centro Art’s Events di Torrecuso (BN).

Una serie di opere su carta di varie dimensioni e datate tra il 1980 e il 2007, presentano allo spettatore gli elementi essenziali di un periodo specifico della ricerca condotta dall’artista, quello degli anni novanta, in cui la sperimentazione è attraversata da una forte emotività cromatica contraddistinta da una decisa consapevolezza del segno e del colore. Come scrive Bignardi, l’artista muove la sua attenzione agli spartiti di colore che “all’interno di un unico dettato pittorico, assolvono al ruolo di schermi di una luminosità interiore, come lo è per le facciate delle case che misurano le variazioni di luminosità della città, dunque, gli spazi della sua vita. È una poetica che ha fatto sua Enzo Esposito sia per le grandi tele realizzate tra il 1989 e il 1995, che registrano la presenza di piani di legno in aggetto, sia per quelle, ed è ben chiaro nella ricca sequenza di carte proposte in questa mostra datate tra il 1980 e il 2007, ove l’impianto è frutto del sovrapporsi di forme virtuali e reali”.

Enzo Esposito, Senza titolo, 1980, tempera e carboncino su carta, cm 150 x 254

E ancora, si legge più avanti, che i “brani di carte sovrapposte, come palesano per esempio le opere della prima metà degli anni novanta, racchiusi da un margine nero che richiama ad una sorta di ‘cloisonnisme’, tendono a ridurre, se non ad azzerare, qualsiasi approccio, se non quello di un ‘corpo’ vivo, che lievita espandendosi in quello spazio che Itten definisce ‘armonia onirica’ […]”.

“Prosegue il programma di eventi pianificato dopo la ripartenza con la personale di un artista affermato qual è Enzo Esposito, riconosciuto in ambito nazionale ed internazionale; una mostra che in questo caso, inserisce un artista d’avanguardia di matrice astratta nel contesto CASA TURESE arte contemporanea, indirizzata ai nuovi linguaggi della pittura Italiana, cosa già avvenuta in passato” sostiene Tommaso De Maria, direttore artistico della galleria.

In occasione del vernissage sarà presentato il catalogo (edizioni della galleria).

Al fine di tutelare la salute di tutti i visitatori, la galleria rispetterà le norme vigenti per il contenimento dell’epidemia da COVID 19 con una maggiore elasticità negli orari di visita sia nella giornata di apertura del 16 ottobre (dalle 11 del mattino alle 19 di sera) che nel prosieguo dell’evento. Per visitare la mostra è opportuno prenotarsi via mail o attraverso i canali social della galleria. L’accesso sarà consentito ad un massimo di 6 persone; resta obbligatorio l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione delle mani ed il distanziamento evitando assembramenti anche all’esterno dello spazio espositivo.

ENZO ESPOSITO opere su carta
testo di Massimo Bignardi

16 ottobre – 30 novembre 2021
Opening: 16 ottobre 2021, ore 11-19

CASA TURESE arte contemporanea
Via Fuschi di Sopra, 64/87/89 – 82038 Vitulano (BN)

Info:
Tommaso De Maria +39 333 344 3684
info@casaturese.it
https://casaturese.it/

Enzo Esposito, Senza titolo, 1993, tecnica mista su carta, cm 39 x 60

Biografia

Nato a Benevento nel 1946, dal 1980 Enzo Esposito vive e lavora a Milano. Studia al Liceo Artistico e quindi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove frequenta le lezioni di Giuseppe Capogrossi. Avvia la sua attività di insegnante come assistente di Mario Persico presso il Liceo Artistico di Benevento, divenendo poi titolare della cattedra di discipline pittoriche e continuando a insegnare anche a Milano.
Esordisce sulla scena artistica campana nel gennaio 1971 presso lo Studio Arti Visive Oggetto di Enzo Cannaviello a Caserta, dove torna a esporre nell’ottobre dello stesso anno con una mostra personale in cui propone oggetti provenienti dal contesto medico e chirurgico, presentati in maniera asettica e privi di contestualizzazione.
È uno tra i pochi artisti in Italia a intuire, alla fine degli anni ’70, il passaggio alla pittura attraverso gli “ambienti”. Al 1977 risalgono le prime installazioni, pitture eseguite direttamente sulle pareti delle gallerie, dove la messinscena del colore crea forti coinvolgimenti emozionali. Esponente di spicco dei “Nuovi Nuovi”, gruppo fondato da Renato Barilli agli inizi degli anni ’80, Esposito partecipa a numerose esposizioni nei più importanti musei italiani e stranieri. A questo periodo appartengono le tele di grandi dimensioni, con coraggiose fuoriuscite dalla superficie della tela, che sottolineano il lavoro oggettivo della pittura come esperienza con la quale confrontarsi.
Il periodo successivo è segnato da un espressionismo astratto fatto di accese luminosità e campiture sempre più ampie. Dagli anni ottanta sono state allestite numerosissime sue mostre personali, in gallerie italiane e straniere (Milano, Roma, Londra, Parigi, Francoforte..) e presso importanti sedi istituzionali (Palazzo Reale di Caserta, Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, MAC di Santiago del Cile, Danubiana Meulensteen Art Museum di Bratislava). Ha inoltre partecipato a prestigiose rassegne, tra cui “Da mezzogiorno al tramonto”, a cura di Lucio Amelio a Napoli; “Pittura ambiente” a Palazzo Reale a Milano e “I Nuovi Nuovi: nascita e sviluppo di una situazione postmoderna”, alla Galleria Civica di Torino, entrambe curate da Renato Barilli, “Baroques ‘81”, a cura di Catherine Millet, al Museo d’arte moderna di Parigi, “Arte in Italia negli anni ‘70”, curata da Luciano Caramel a Erice e “Arte italiana ultimi quarant’anni: la pittura aniconica”, curata da Danilo Eccher alla GAM di Bologna.
Dal 2000 a oggi l’opera dell’artista si caratterizza per un rinnovato equilibrio fra la natura segnica e la tensione espressiva, mantenendo costante l’interesse per la convergenza fra la pittura e lo spazio: “Esposito, quale possessore del segno e del colore, possiede in dono la facoltà di nominare lo spazio, di significare con le sue impronte cromatiche l’universo.
Per lui è indispensabile la necessità di narrare, col suo caleidoscopio cromatico, sommato al segno duro e rotto, le rovine ancora luminose di quella grande metafora del viaggio che ha dominato tutta la nostra cultura” (Vescovo, 2013).

Enzo Esposito, Senza titolo, 1998, tecnica mista su carta, cm 50 x 46

Negli ultimi anni Esposito è stato protagonista di mostre retrospettive presso il Chiostro di Sant’Agostino di Pietrasanta (2009), al Museo Arcos di Benevento (2015) e ha preso parte a numerose collettive, fra cui Autobiografia di una galleria, Studio Marconi 1965-1992 (Fondazione Marconi, Milano), Fuoco nero. Materia e struttura attorno e dopo Burri (Palazzo della Pilotta, Parma). Collabora inoltre con la Galleria Marcorossi di Milano, dove ha esposto in diverse occasioni dal 2000 in poi, e con il gallerista-collezionista Graziano Vigato, attivo fra Milano e Alessandria.
Nel 2019, alle soglie dei cinquant’anni della sua attività artistica, l’editore Prearo pubblica la più completa monografia sull’opera di Enzo Esposito, un volume di 360 pagine introdotto da un saggio critico di Francesco Tedeschi che ne cura anche l’impostazione e la scansione delle diverse stagioni dell’opera dell’artista, oltre a raccogliere i principali scritti di Enzo Esposito legati all’evoluzione del suo lavoro. Il libro è completato da scritti di Catherine Millet e Fernando Castro Flórez.
Successivamente espone alla Fondazione Mudima di Milano e al MARCA Museo delle arti di Catanzaro con una importante retrospettiva, dove espone le opere più significative dagli anni ‘80 ad oggi. La sua opera tende in modo sempre più maturo ed evidente a relazionarsi con lo spazio, anche nel ricorso ai grandi formati, unendo la pittura con una tensione al suo ampliamento all’ambiente, in funzione plastica.

(F. Boragina, dal volume Enzo Esposito, Prearo Editore, 2019)

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